venerdì 12 luglio 2013

Morsi Game Over

Che l’Egitto in mano ai Fratelli Musulmani avesse suscitato in noi qualche perplessità lo avevamo già sostenuto negli articoli di qualche anno fa. Non era molto chiaro come mai, infatti, l’asse Occidentale avesse lasciato in mano ad un organizzazione vicina ai salafiti e dunque radicale, le redini del paese più forte sul piano economico e militare del mondo arabo, permettendogli di spodestare un regime-amico come quello di Mubarak. Non era nemmeno chiaro come mai l’esercito (finanziato praticamente “in toto” dagli Stati Uniti d’America), il vero e ormai storico ago della bilancia politica egiziana ,avesse permesso l’instaurarsi di un governo estremista.  Forse a più di due anni dalla prima rivolta a piazza Tahrir, contro il “tiranno” Mubarak, possiamo avere qualche risposta.


In Egitto, come ormai tutti sanno, visto il bombardamento mediatico che stiamo subendo da dieci giorni a questa parte, il premier Morsi, eletto col 51% delle preferenze nelle ultime elezioni amministrative, è stato deposto e arrestato da parte dell’esercito egiziano guidato da El Sissi. Insieme a lui son finiti in manette anche altri leader del partito radicale dei “Fratelli Musulmani”. Le accuse sono svariate e cominciano dall’ incitamento alla violenza, fino all’accusa di essere nemici del popolo. La costituzione è stata sospesa, mentre è alla stessa corte costituzionale che sono stati spostati temporaneamente i poteri di governo, oltre alla responsabilità di organizzare le elezioni e di mettere nuovamente mano alla carta fondamentale dello stato.

L’Egitto, però. si trova senza un governo stabile (per ora affidato al liberale El Beblawi affiancato dal leader democratico e filo americano El Baradei) , sull’orlo di una guerra civile e religiosa, e vicina alla catastrofe economica. Insomma, la storia si ripete dopo la caduta di Mubarak. Infatti, dopo l’arresto di Morsi ,ci sono state in tutto il paese delle contro manifestazionI dei Fratelli Musulmani che hanno provocato  scontri con l’esercito,  decine di morti e vigliaccherie sadiche come 
l’uccisione nella zona del Sinai di un innocente prete copto. Non mancano, poi, le accuse delle donne egiziane di abusi sessuali subiti durante le manifestazioni pubbliche sotto gli occhi delle forze governative, impassibili e omertose.
 
In poche parole un paese spaccato, diviso, fortemente a rischio tracollo economico. Con il Turismo, fonte maggiore di reddito e ricchezza per gli Egiziani, completamente immobile viste le gravi vicissitudini politiche e sociali.
Nel frattempo, l’Onu, gli Stati Uniti e l’Europa delle Banche mostrano preoccupazione per quello che succede in Egitto; sicuramente preoccupati dall’instabilità economica di uno dei più grandi partner commerciali in Medio Oriente. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, mettendo in guardia gli egiziani dal ricorrere a vendette e dall'escludere partiti e comunità dalla vita politica, dopo il colpo di stato tecnico che ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi, afferma con tutta la solita ipocrisia del caso:” Seguo con crescente preoccupazione gli sviluppi della crisi egiziana, da cui arrivano inquietanti notizie di arresti e restrizioni della libertà di espressione e orribili racconti di violenze sessuali.” Il segretario generale dell'Onu ha chiesto alle forze di sicurezza di «proteggere i manifestanti e impedire scontri violenti» e ha invitato chi scende in piazza a farlo «in modo pacifico».

Ma forse dietro questa crisi, c’è proprio la mano del New World Order. La crisi sociale egiziana che porta instabilità politica ed economica, infatti, giova, guarda caso, solo ad Israele che nel Medio oriente vede ora accrescere sempre più la sua egemonia e che può minacciare ancor di più e sempre senza tanti problemi, la Siria e l’Iran. Solo il tempo, comunque, potrà confermare questa tesi.

Una Siria, però, sempre più unita e sempre più al centro dello scenario geopolitico mondiale. che sta dando una lezione militare, economica e sociale a tutti i suoi avversari. Pian piano stanno crollando tutti: dai Fratelli Musulmani in Egitto a Erdogan in Turchia. E dire che Assad doveva essere spodestato, secondo i loro piani, in meno di un anno e mezzo!

È questo, dunque, forse l’unico motivo di gioia della crisi egiziana: il fondamentalismo islamico, nemico numero uno della Siria laica del legittimo presidente Assad è giunto al capolinea del suo apogeo. Non ci resta che salutarli con un ironico: Bye Bye Morsi, Game Over!

sabato 6 luglio 2013

Il Problema dell'Immigrazione Clandestina

Una delle principali cause di impoverimento sociale,culturale ed economico è quel macchinoso ingranaggio infernale dell’immigrazione illegale che riversa tutte le sue negatività nelle popolazioni coinvolte,siano esse ospiti che ospitanti;mentre invece,unici beneficiari di questo sistema neoschiavista formato da apolidi e diseredati in cerca di fortuna sembrano essere le solite oligarchie istituzionali che mascherando i propri interessi economici,religiosi e ideologici dietro a false politiche d’accoglienza non fanno altro che fomentare i rancori e alimentare quella guerra tra poveri che sfocia inevitabilmente in dinamiche multirazziste.


Esempio di una nazione che non ha più il controllo dei suoi cittadini,siano essi  immigrati legali o illegali che italiani,è l’episodio successo il mese scorso a Milano quando un ghanese  ha ucciso un uomo a colpi di piccone e ,cosa più grave oltre l’episodio in se, è risultata essere esplicata nelle varie dichiarazioni di politici e giornalisti che ancor prima di qualsiasi perizia psichiatrica hanno definito l’assassino un povero folle malato.Riguardo la sua vita fino a prima dell’episodio non si sa nulla,un vero fantasma,l’unica cosa certa è che avesse solo gravi precedenti e quello più grave ancora è che il lassismo di magistrati incompetenti  intrecciati in una folle burocrazia abbia lasciato correre i suoi precedenti  e non abbia invece provveduto alla sua immediata espulsione prima che si arrivasse al peggio.
Posto il fatto che la violenza di Kabobo,questo il suo nome, non rappresenta l’intera comunità degli immigrati è pur vero, però che l’immigrazione clandestina è per la maggior parte criminogena e il mistero che circonda il soggiorno italiano di questo criminale ne è la testimonianza. Quello che è successo a Milano da parte del ghanese può anche  essere considerato frutto di un raptus isolato, ma il contesto in cui tale tragedia si è consumata verte intorno a quella concezione  dell'immigrazione sfruttata sottoforma di  importazione di forza lavoro senza diritti; il tutto mascherato da una finta accoglienza caritatevole.
La cosa più grave è la devastante  deregulation per cui sta irresponsabilmente spingendo il ministro Kyenge, che al di là della retorica buonista porterebbe solo al far-west sociale e  alla completa realizzazione dello sciagurato modello multi razzista attraversoil quale la strategia globalizzativa annulla il concetto di sovranità culturale e identitaria.
Da un punto di vista etico e morale infatti la proposta del suddetto ministro di cambiare le leggi che regolano la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati,ovvero da un originario principio di jus sanguinis all’introduzione dello jus soli,sta a dimostrare per l’ennesima volta l’affermare delle istanze cosmopolite di frange politiche progressiste apparentemente perbeniste all’interno delle istituzioni che contano. Lo jus soli rappresenterebbe quell’individualismo e quella disintegrazione identitaria  voluta e sostenuta che ridurrebbe la nazionalità in una mera etichetta da attaccare e cambiare a proprio piacimento.
In Europa,da secoli,esiste quel legame che ha tenuto salde intere generazioni fondato sul principio di jus sanguinis che rischia ,dietro false concessioni umanitarie, di sfaldarsi e scadere in un incalzante razzismo,come se la cittadinanza fosse un regalo da concedere a chi non è nato italiano per potersi innalzare al nostro livello.

domenica 23 giugno 2013

Lo Strano Caso delle Scie Chimiche

Una Primavera così non si era mai vista. Nemmeno gli annali della meteorologia ricordavano simili temperature nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno. Pioggia, grandine, trombe d’aria e addirittura neve hanno colpito l’Italia per tutta la stagione, fin dall’equinozio di Marzo.
Simili fenomeni, che creano perplessità e stupore in tutti noi, fanno, però, storcere il naso a più di una persona culturalmente preparata sull’argomento. Da qualche anno, infatti, sul web girano alcune interessanti teorie firmate da importanti studiosi della meteorologia del complottiamo mondiale,riguardo i cambiamenti climatici che vedono protagoniste le scie chimiche avvistate nei nostri cieli.

C’è chi, infatti, ha studiato queste strane scie che siamo costretti ormai a vedere a anni sopra la nostra testa. Strane scie perché diverse da quelle degli aeroplani che scomparivano dopo pochi minuti, ed erano strette e corte. Strane scie perché rimangono per ore intatte nei nostri cieli con delle sfumature biancastre evidenti. Strane scie non tutte uguali tra loro ma di diverse tipologie: lunghe, corte, larghe, strette, a trattini, a filamenti.
Molti hanno avanzato l’ipotesi dell’aumento del traffico aereo dovuti ai voli low cost che ovviamente però non basta a spiegare il fenomeno, anche perché molte volte quasi a tutti noi è capitato di vedere nel cielo scie che andavano a formare una vera e propria scacchiera. Quali compagnie permettono simili rotte cosi pericolose perché intrecciate tra loro? E perché in alcuni giorni queste scie si vedono e in altri no? D’altronde i voli ci sono tutti i giorni.

C’è invece chi ha provato a smontare ogni scetticismo avanzando la teoria dei voli 
militari intensificatasi negli ultimi anni. Ma di certo questo non riesce a spiegare come mai queste rotte militari son cosi basse e vicine ai centri abitati. Inoltre rimane inspiegabile come mai al passaggio di queste nubi assistiamo con certezza poche ore dopo ad un brusco cambiamento climatico, soprattutto con l’arrivo di forti perturbazioni e annuvolamenti.


Un mistero umano e artificiale dunque quello delle scie chimiche più che un fenomeno fisico naturale. Un mistero interessante per internet e siti di controinformazione ma assolutamente ignorato da radio, telegiornali e quotidiani. Un mistero che quando fatto notare a Beppe Grillo (anche sul blog del suo movimento cinque stelle) è stato sorvolato con l’affermazione: “ è un fenomeno complesso e pericoloso, da accertare”
La scienza ufficiale, invece, tanto per cambiare, smonta tutto. Per essa, come si evince anche dalla pagina della “libera” Wikipedia, la “Teoria del Complotto sulle scie chimiche” non ha mai trovato alcun credito nell'ambito della comunità scientifica, che la ritiene una vera e propria “bufala” senza però spiegare in due semplici parole per quale motivo.

D’altronde è pur vero, per onestà intellettuale, ammettere che alcune teorie riguardo questo fenomeno delle scie chimiche nei nostri cieli sono davvero esagerate. Plausibili per pochi e fantasiose per la maggior parte dell’opinione pubblica. Infatti, c’è chi afferma per esempio, che le scie chimiche altro non sono che parte della programmazione “Monarch”, utilizzato per il controllo mentale utilizzato da numerose organizzazioni (quali la CIA) per scopi segreti. I metodi sono incredibilmente sadici (lo scopo principale è quello di traumatizzare la vittima), ed i risultati sono raccapriccianti: la creazione di una schiavo mentalmente controllato. Tra questi metodi vi è proprio, tra i tanti (Abuso sessuale e tortura,
scosse elettriche, fame e sete, sensazione di annegamento, sepoltura da vivi per ore, privazione del sonno), il rilascio di veleni chimici nell’aria per controllare clima, temperatura e menti umane.

Più accettabile, invece, credere che le scie chimiche rientrino nel progetto “H.A.A.R.P.” un programma Del Dipartimento della Difesa Statunitense di ricerca nato per studiare le proprietà della ionosfera che prevede metodi e apparati (come quello gigantesco e certificato da numerose fotografie, situato in Alaska) per alterare regioni dell'atmosfera terrestre o della magnetosfera. L’obiettivo è dirigere la potenza della struttura HAARP verso uno specifico punto della ionosfera facendola riscaldare al punto da innalzarla fisicamente. In questo modo si verrebbe a creare un rigonfiamento altamente riflettente, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti. La potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell'atmosfera, causando, a seconda delle diverse frequenze: cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani e probabilmente anche effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.

A questo punto, il problema è uno solo: credere alle teorie sulle scie chimiche o non crederci accettando le spiegazioni (forse un po troppo superficiali) della scienza ufficiale. Ma in una civiltà che propugna omologazione, consumismo e mistificazione per cercare di renderci poco informati ma nel benessere materiale e in un paese in cui, per esempio,le stragi di Stato sono un mistero irrisolto e oscurato all’opinione pubblica, perché non provare a trovare una spiegazione per le scie chimiche?
 

lunedì 17 giugno 2013

Primavera Turca, Chi semina Vento Raccoglie Tempesta


Risalgono solamente a pochi mesi fa le dichiarazioni del presidente sunnita turco Erdogan riguardo la situazione in Siria, in un incontro politico con Obama:”Vogliamo una Siria libera dalla tirannia di Assad, siamo in pieno accordo con gli Stati Uniti. Bisogna porre fine a questa sanguinosa crisi ed istituire un nuovo Governo”. Durante quella giornata Erdogan si schierò esplicitamente anche contro il potenziale uso di armi chimiche da parte del “dittatore siriano” contro i ribelli democratici e propose l’istituzione di una “no fly zone” con il supporto della NATO.

Con quelle dichiarazioni si meritò il plauso della stampa occidentale, della finanza mondiale (interessata a mettere le mani sui giacimenti di gas siriani), e dei leader politici fedeli al New World Order. Finalmente, così, l’Occidente poteva contare su un fortissimo alleato in Medio oriente (oltre all’Egitto dei Fratelli Musulmani, che Erdogan ha più volte elogiato e forse anche finanziato) nella guerra portata avanti contro Assad.

Ma come scriveva Brasillach: “L’opera dei malvagi è caduca”. Fortunatamente aggiungiamo.
 
Fortunatamente perché la crisi siriana sta forse giungendo al termine con l’esercito repubblicano ormai dominatore di quasi tutta la Siria (anche quella Meridionale con la conquista avvenuta pochi giorni fa di Qusayr, vecchia roccaforte dei ribelli)  e perché in Medio Oriente le cose non stanno andando affatto bene ai fomentatori della”Primavera Araba”: in Libia bande criminali terroristiche quasi ogni giorno commettono attentati contro le forze governative uccidendo anche e soprattutto civili; in Egitto la situazione politica non si è mai placata e l’opposizione a Morsi diventa sempre più forte e in Turchia sta scoppiando una vera a propria Rivoluzione.

Pochi giorni fa, infatti, è scoppiata la collera dei cittadini turchi per difendere Gezy Park (ad Istanbul) dalla costruzione di un nuovo centro commerciale (che prevede l’abbattimento di circa 600 alberi) per volere diretto del governo. Una goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno di problematiche mai risolte da Erdogan: la politica estera filo americana, la vicinanza mostrata più volte ai terroristi mercenari in Siria e ai gruppi armati sunniti, un economia poco brillante e tutt’altro che in ascesa. 
Manifestazioni d’opposizione al governo scoppiate su tutto il territorio turco (da Ankara a Istanbul passando per Adana) che hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di cittadini e che non esitano a cessare, nonostante il pugno di ferro della polizia. Migliaia di cittadini turchi feriti, centinaia di arresti per gli scontri con la polizia, e tre morti tra i civili, tra cui un militante ventenne del Partito Repubblicano. 
Una risposta governativa durissima: con la polizia pagata per non fare un passo indietro e che, forse (come testimoniano alcuni manifestanti alla stampa locale e internazionale), ha usato più volte anche sostanze chimiche mischiate ai lacrimogeni per disperdere i facinorosi. Una risposta politica però inefficace a giustificare queste atrocità: qualche contromanifestazione indetta dai fedelissimi di Erdogan (pochi, visti anche i consensi in discesa dal 50% al 38% dell’AKP il partito islamico di Erdogan), qualche sciocca dichiarazione contro twitter (“il male assoluto della società”) e social network vari a cui va la colpa di aver provocato prima e alimentato poi gli scontri e qualche inutile minaccia con fini velleitari di far cessare le manifestazioni in cui vengono avvisati gli oppositori che: “la pazienza del governo sta per finire”.
E l’asse politica Occidentale tanto fedele al premier Turco? Quell’asse politica in prima fila per denunciare Assad e i suoi “crimini” contro i civili per garantire la pace dell’umanità? Per ora non si sbilancia a schierarsi (come al solito in attesa di buttarsi sul carro dei vincitori) ma lancia qualche banale appello al dialogo politico, al bene della democrazia, etc etc.
E la stampa internazionale? Perché non denuncia Erdogan esplicitamente per l’uso della forza contro i civili come ha fatto con Assad, quasi fosse una caccia all’uomo? Perché si limita a narrare i fatti con una fredda distanza e non a commentarli come ha fatto con le stragi in Siria (peraltro mistificate e attribuite ad Assad e al suo regolare esercito di leva)? Perché non denuncia approfonditamente l’uso di sostanze chimiche contro i manifestanti come ha fatto con la Siria che, in realtà, mai le ha usate?

Insomma, che imparino la lezione questi pagliacci al servizio della finanza mondiale e del New World Order: chi semina vento, raccoglie tempesta …
 

domenica 16 giugno 2013

L'Italia di Napolitano e Letta: Noi ve l'avevamo detto

Sono passati quasi quattro mesi dalle elezioni politiche svoltesi in Italia. Il risultato scaturito è stato ancora una volta la sconfitta del popolo italiano,elettori ancora una volta divisi abbastanza equamente tra pdl e pd con un’altra eguale parte illusa dalla finta rivoluzione grillina. E ancora più inquietante è stato il tempo atteso per la formazione del nuovo governo. Come già ci si poteva immaginare si è dato vita al governo di larghe intese tanto voluto da tutti i politici. Voluto perché insieme si può ancora illudere il cittadino italiano!

A capo di tutto c’è l’uomo della provvidenza,colui che salverà il nostro Paese,Giorgio Napolitano,la persona che è stata voluta dal popolo italiano,il simbolo della rinascita. Belle queste ultime parole,di vero purtroppo c’è solo il cognome Napolitano,il resto è tutta una barzelletta. Ci sono volute un bel po’ di votazioni per eleggerlo,ma alla fine è stato di nuovo riproposto come Capo dello Stato. E allora chi mettere come Presidente del Consiglio? Sicuramente un volto nuovo della politica,un giovane in grado di cambiare il Paese…Enrico Letta,classe 1966,toscano è l’ennesimo esempio di un Presidente del Consiglio non di certo voluto dal popolo.

Ebbene la coppia Napolitano-Letta è alla guida del nostro Paese. Esultano le banche sotto i continui appelli di “Re Giorgio” che invoca il loro aiuto per la ripresa economica dell’Italia.
Anche se una buona parte delle colpe è del cittadino italiano che si è rimesso in fila a votare la solita vecchia classe politica, dispiace lo stesso essere presi in giro con questa scelta di presidenza. Ecco a voi quindi la creazione del “nuovo” governo centrodestrasinistra. Un governo che sicuramente proverà a privatizzare quel poco che è rimasto di proprietà pubblica come Eni e Finmeccanica e che sicuramente sarà soggetto a politiche liberiste da parte della Bce. Rappresenta la giusta continuità con il suo predecessore Monti e proprio come quest’ultimo sarà pronto a svendere la nostra economia nazionale.
Insomma si chiama governo di larghe intese ma chi controlla e regola tutto è l’alta finanza che c’è al di sopra. Il potere politico è in mano alla già troppe volte citata Troika che muove le economie dei Paesi dell’Eurozona. La Bce ordina e i Paesi eseguono! In poche parole tutte le politiche monetarie vengono decise da organismi esterni alla comunità nazionale,si scavalca l’opinione pubblica e viene perciò a cadere il concetto di democrazia tanto caro ai benpensanti.
La teoria economica imposta dall’alto ovviamente giova ai gruppi di potere “prescelti” e come in una piramide vengono interessati anche funzionari e tecnici un gradino più in basso. L’ultimo strato,quello che deve sopportare tutto e che viene colpito dalla crisi è il popolo. I Paesi più forti vincono e i più deboli perdono. Questa è la giustizia sociale che tanto si decanta,siamo tornati indietro invece di andare avanti,è tornata la legge della giungla. E’ morta qualsiasi velleità etica dello Stato.
E siamo quindi avvolti dalla crisi che si espande a macchia d’olio in tutta Europa,e non mancano purtroppo gesti estremi che enfatizzano quanto di negativo si respira nell’aria. Succede quindi che il Preiti di turno decide di recarsi davanti Palazzo Chigi,impugnare la pistola che aveva con se e fare fuoco contro due carabinieri presenti in quel momento. Quei proiettili che vanno a colpire uno Stato che negli ultimi anni è stato assente. Ma se il male si estirpa dalla radice allora quel proiettile avrebbe dovuto colpire  tutto quel mondo virtuale delle banche e della finanza che governa sopra le nostre teste.
E in mezzo a questi poteri forti della finanza naviga già da tempo il signor Enrico Letta e a poco
servono elezioni politiche per eleggere i rappresentanti dello Stato se poi la maggioranza delle decisioni legislative sono decise dall’Unione Europea. Quindi cambiano i governi ma le linee da seguire sono sempre quelle di Berlino e Bruxelles. Enrico Letta seguirà le orme di suo zio Gianni, entrambi uomini della finanza. “Euro si: morire per Maastricht”,così titola un libro di Enrico Letta quindi possiamo sicuramente dire che a parole non ci sono dubbi di quale sia la politica che attuerà il nuovo Presidente del Consiglio,e i fatti seguiranno pari passo le sue parole.
Ma in fin dei conti il governissimo è sempre esistito,è dalla fine degli anni quaranta che la destra-sinistra si spartisce le poltrone e oggi puntualmente si ripresenta sotto il nome pd-pdl. Oggi è il governo BilderMerkel che comanda,è dall’esterno che ci dicono come vivere,dov’è andata a finire la sovranità nazionale? E allora bene abbiamo fatto noi, comunità di Sempre Domani, che, capito il gioco con largo anticipo, ha avviato una campagna contro il mondo delle banche e contro appunto la completa perdita di sovranità nazionale. La lungimiranza è una caratteristica che in pochi hanno e noi possiamo senz’altro dire”ve l’avevamo detto” ;senza essere tacciati di superbia.

lunedì 10 giugno 2013

Comunicato per la Manifestazione del 15 Giugno a Roma, per la Siria Libera e Sovrana

Il Fronte Europeo di solidarietà per la Siria nasce all'inizio di quest'anno come sviluppo su scala continentale del lavoro svolto già da due anni dal Comitato Italia-Siria, sorto dall'unione della Comunità Siriana presente in Italia con altre associazioni tra cui Sempre Domani Roma che tra l'altro rappresento, per svolgere opera di sostegno e promozione della Repubblica Araba di Siria, del suo Popolo, della sua Sovranità e del suo legittimo Presidente Bashar Al-Assad.
Numerose sono state le iniziative portate avanti come manifestazioni nelle più importanti città italiane (Roma, Milano, Firenze ecc.), conferenze nelle scuole, affissioni, campagne mediatiche e di raccolta fondi, trasmissioni televisive e radiofoniche volte soprattutto a sensibilizzare ed avvicinare le persone alla sacrosanta causa siriana.
 
All'inizio di quest'anno si è deciso di uscire dai confini nazionali e sono state contattate numerose associazioni europee e le varie comunita' siriane sparse nel vecchio Continente che non hanno indugiato a prendere parte al progetto del Fronte Europeo. Recentemente il coordinamento del Fronte ha addirittura travalicato l'Oceano, e' stato costituito infatti in Argentina, il Fronte SudAmericano per la Siria, con numerose adesioni nei Paesi circostanti, ultimo dei quali ad ufficializzare il suo ingresso e' stata la Bolivia.
 
Attualmente nella nostra "campagna di primavera-estate" numerose manifestazioni stanno interessando e diffondendosi sempre piu' nella maggior parte dei Paesi europei,tra i quali ricordiamo oltre all'Italia,il Belgio, i Paesi Bassi, la Finlandia, la Grecia, la Spagna, la Rep. Ceca, la Polonia, la Romania, la Germania e la Francia, spero di non aver escluso nessuno, perche' nessun vero europeo e' insensibile alla lotta che il popolo siriano, attraverso il suo esercito e guidato dal suo presidente, sta portando vittoriosamente avanti da due anni contro l'imperialismo mondiale.

Per sostenere questo sacrificio degno di un vero Popolo come nucleo fondante del Fronte europeo abbiamo deciso di organizzare nella giornata del 15 giugno la prima manifestazione europea al fine di far convogliare a Roma tutte le forze a sostegno della sovranità siriana. La manifestazione sara' un importante momento d'incontro di tutti le persone libere che credono ancora non alla falsa propaganda della maggior parte dei media mondiali ma alla liberta', alla sovranita' e all'identita' dei popoli. Speriamo con vivo trasporto che la nostra manifestazione del 15 si possa trasformare nella festa della vittoria finale per la Siria e per tutti i popoli che non si arrendono!

Giovanni Feola
Resp. Fronte Europeo per la Siria

sabato 27 aprile 2013

L' Europa assadista


Il 15 marzo 2011 è una data che ben pochi conoscono ma che ha rappresentato un punto di svolta per le politiche estere internazionali. E’ infatti da due anni a questa parte che in Siria è scoppiato un conflitto dilaniante che ha costretto i paesi di tutti il mondo a “schierarsi” con una fazione o con l’altra: da una parte l’Esercito Arabo Siriano a favore del governo di Bashar Al Assad, dall’altra l’Esercito Libero Siriano spalleggiato in Oriente dalle frange terroristiche islamiche ed in Occidente dalle più grandi potenze mondiali. L’Europa ha deciso di appoggiare i cosiddetti ribelli e disconoscere il legittimo governo di Assad, dipinto dai media come un criminale assassino che accaparra ricchezze mentre il suo popolo muore per le strade.
Dopo mesi di bugie e mistificazioni però alcuni attivisti europei hanno deciso di schierarsi contro tutto ciò e rendere onore alla lotta del popolo siriano e del suo presidente. Da questa idea nasce nei primi mesi del 2013 il Fronte Europeo di solidarietà per la Siria, che in poco tempo ha raccolto adesioni in Europa e nel mondo. Esso accoglie al suo interno tutti coloro che amano la Siria, che sostengono le ragioni del presidente Assad e solidarizzano con la nazione siriana e il suo esercito. Dalla spinta volontaristica di pochi elementi oggi questo Fronte conta attivisti e simpatizzanti in tutto il mondo che fin da subito hanno dimostrato il loro appoggio alla causa con importanti azioni. Numerose sono state le affissioni di materiale in tutta la Grecia da Atene a Tessalonica passando per Corfù, Corinto, Nicosia, Volo e Lamia, così come in Spagna(Santander, Siviglia, Madrid, Burgos, Soria e Mèrida), in Romania, in Belgio ed a Malta.
 Anche in Italia molti volontari, assieme alle comunità siriane presenti nei territori, hanno dato vita ad una serie di iniziative che hanno coinvolto ogni ambito immaginabile. Basti pensare alle bandiere siriane fieramente sventolate negli stadi di calcio o durante l’Angelus del Papa a Roma, alle svariate conferenze organizzate anche nelle scuole superiori, alle raccolte di fondi per finanziare direttamente l’esercito siriano, fino alla contro-manifestazione del 14 Aprile in cui una trentina di attivisti ha deciso di dimostrare il proprio dissenso nei confronti di chi ostenta solidarietà e supporto a chi da due anni si macchia di crimini immondi contro il popolo siriano.
Oggi il Fronte ha deciso di dare una svolta a questa battaglia ed ha indotto una manifestazione europea per il 15 Giugno a Roma. Le adesioni sono arrivati da ogni angolo della terra(Canada, Irlanda, Australia, Germania, Svezia, Danimarca, Olanda, Finlandia, Ucraina, Gran Bretagna) e sono in continuo aumento. Essa rappresenta un’occasione fondamentale per dimostrare ancora una volta al popolo siriano ed al suo eroico esercito che in questa guerra non sono soli e che la vera Europa supporta la loro lotta contro tutto e tutti. Partecipare il 15 Giugno è quindi di vitale importanza perché oggi difendere la Siria significa difendere, oltre i confini territoriali, la propria patria.
Un grido schiaccerà i nemici della Siria: ALLAH SURYA BASHAR WA BASS!