Il metodo Stamina è un trattamento medico inventato
da Davide Vannoni e proposto dalla Stamina Foundation, un'organizzazione
da lui presieduta. Il trattamento con le cellule staminali è rivolto
principalmente alle malattie neuro-degenerative e sembrerebbe che in certi casi
i sintomi nel paziente vengano alleviati. Sebbene questo trattamento abbia comportato
in alcuni casi effetti positivi sui malati, la comunità scientifica continua a
non approvare il metodo non ritenendolo sicuro. Molti ancora chiedono di
procedere con la verifica sperimentale del metodo per la quale è stata
istituita, con gran fatica, una commissione dal ministero della Salute. Vannoni
difatti non ha mai prodotto prove scientifiche relative all'efficacia del
metodo nonostante ne abbia sempre propugnato la validità. Oltre Vannoni, a
riferire di presunti benefici derivanti dal trattamento sono alcuni genitori di
bambini malati e alcuni medici che hanno voluto aprirsi all’utilizzo di questo
metodo non verificato.
Nel 2013 il metodo Stamina giunge sotto i riflettori dei
media in seguito ad un servizio del programma televisivo Le Iene, che ne
mostra l'utilizzo su alcuni bambini affetti da diverse malattie
neuro-degenerative. Nel servizio si sostiene che le infusioni di staminali
avrebbero generato significativi miglioramenti nello stato di questa malattia,
e si suggerisce, senza certezza alcuna, che possa modificarne il decorso
fatale. Il metodo Stamina diviene quindi oggetto di proteste popolari in favore
della cura, molti sono i dibattiti che si aprono sulla questione e molte sono
le voci importanti di medici, politici e personaggi dello spettacolo che si
pronunciano in favore di questa presunta cura.
Sempre nel 2013 Vannoni pubblica alcuni studi delle cellule
utilizzate, per rispondere alle accuse di non aver condotto valutazioni sulle
cellule prodotte. I test mostrano dati positivi, ma ricevono critiche in quanto
presentano “dati parziali”, “non contestualizzati”, “incoerenti” e su “campioni
non significativi”.
Un tentativo di chiarimento sulla questione viene fatto
quando la ministra della Salute Beatrice Lorenzin crea
un comitato per decidere sulla possibile sperimentazione nel servizio pubblico.
Il verdetto finale per molti era già scontato. La terapia è stata infatti
giudicata come «fuori dai protocolli medici». Hanno prevalso le
perplessità di gran parte dei membri del comitato, per i quali non ci sarebbero
fondamenti scientifici tali da giustificare l’avvio della sperimentazione.
La scia positiva nei confronti del metodo Stamina incomincia
a sfumare del tutto quando su Vannoni e la sua fondazione incominciano a
piovere accuse gravi tra cui associazione a delinquere finalizzata alla truffa
ed esercizio abusivo della professione medica. Ad oggi il metodo Stamina è risultato essere un ottimo oggetto per fare notizia. Non essendo medici, a nostro parere personale al momento non si può pensare di essere pro’ o contro il Protocollo Stamina, non prima di aver effettuato una sperimentazione a 360 gradi. Ma una cosa sola è certa: senza le staminali per malattie neuro-degenerative si muore e non ci sono farmaci alternativi e altrettanto validi. Con le staminali alcuni bambini migliorano le loro tragiche condizioni … Ai posteri l’ardua sentenza!

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