Negli anni passati i problemi del territorio si risolvevano
applicando una serie di riforme politiche concrete, mirate a favorire il
benessere dei singoli cittadini: esempio lampante riguarda la questione
economica. Decenni or sono le crisi economiche furono districate
trasformando e modificando l'assetto italiano in modo da bloccare la
crescita, ad esempio, della pressione fiscale, tema attualissimo,
incentivando inoltre diverse attività. Oggi la situazione appare
completamente ribaltata:ormai si percepisce veramente quella voluta
sensazione di repressione del diritto ad essere italiani. Chi poi, altro
non fa che aumentare questo clima di insoddisfazione, è certamente
Renzi, con tanto di squadra al seguito, che in così poco tempo è
riuscito ad affondare con la sua più che nota politica criminale delle
promesse, la situazione, anche e soprattutto economica della nazione. Un
problema che sta diventando realmente ingestibile, e che lo stesso
Premier continua a trascurare, millantando risoluzioni inefficienti,
riguarda appunto la questione della pressione fiscale. L'Italia non è
solamente ai primi posti nel mondo per ciò che concerne l'aumento di
questo valore, ma continua ad esser considerata il fanalino di coda nei
confronti degli altri paesi europei. Probabilmente, nei suoi squallidi
sogni di gloria, il "caro" Renzi non ha considerato la crescita
esponenziale del debito pubblico, che continua ad essere davvero troppo
alto alimentando un forte rischio di inversione di tendenza degli
attuali bassi tassi di interesse.
Che la situazione economica non
rispetti minimamente ciò che Renzi&Co. proclamano a gran voce
davanti le telecamere delle più svariate trasmissioni televisive, è
sotto gli occhi di tutti: a pagarne le conseguenze peggiori sono gli
onesti contribuenti, quei lavoratori che giorno dopo giorno vedono
sfumare i propri diritti, quei tanti cittadini italiani obbligati a
chiudere la propria attività commerciale perché costretti a pagare lo
scotto di chi si comporta in maniera scorretta.
E c'è di più: è paradossalmente aumentato a dismisura il numero degli sfiduciati, ovvero di tutti coloro che il lavoro non lo cercano neanche più, o delle donne che dopo la gravidanza non riprendono la loro consueta attività lavorativa. E in tutto questo il Premier cosa fa? Continua a farsi "bello" agli occhi di chi in realtà può far benissimo a meno di lui, spendendo somme capitali, e promettendo un'Italia che va a rotoli. Recentemente ha addirittura annunciato che il Pil crescerà nel 2015 ancor più di quanto previsto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def). E userà questo nuovo margine per tagliare l'Ires già dal 2016, e non come era stato previsto, a partire dal 2017. Secondo Renzi questa operazione farà diminuire la pressione fiscale. Ecco appunto, secondo lui. Sì perché quello che è scritto nei documenti ufficiali del governo racconta un'altra storia: la pressione fiscale aumenterà ancor di più nel triennio 2015-2017. Anzi, è già aumentata di ben tre decimali (dal 43,4% al 43,7%) dal 2014 al 2015, durante l'anno dei famosi 80 euro. Secondo la Nota del Def infatti, la pressione fiscale crescerà dal 43,7% del 2015 al 44,2% del 2016 e ancora fino al 44,3% del 2017. Altro che abbassare le tasse! Queste potrebbero calare leggermente se il governo disinnescasse davvero le clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento dell'Iva e delle accise. Ma ovviamente nei documenti che sono stati presentati non vi è traccia di come effettuare questi cambiamenti, molto probabilmente perché non si sa da che parte cominciare.
E c'è di più: è paradossalmente aumentato a dismisura il numero degli sfiduciati, ovvero di tutti coloro che il lavoro non lo cercano neanche più, o delle donne che dopo la gravidanza non riprendono la loro consueta attività lavorativa. E in tutto questo il Premier cosa fa? Continua a farsi "bello" agli occhi di chi in realtà può far benissimo a meno di lui, spendendo somme capitali, e promettendo un'Italia che va a rotoli. Recentemente ha addirittura annunciato che il Pil crescerà nel 2015 ancor più di quanto previsto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def). E userà questo nuovo margine per tagliare l'Ires già dal 2016, e non come era stato previsto, a partire dal 2017. Secondo Renzi questa operazione farà diminuire la pressione fiscale. Ecco appunto, secondo lui. Sì perché quello che è scritto nei documenti ufficiali del governo racconta un'altra storia: la pressione fiscale aumenterà ancor di più nel triennio 2015-2017. Anzi, è già aumentata di ben tre decimali (dal 43,4% al 43,7%) dal 2014 al 2015, durante l'anno dei famosi 80 euro. Secondo la Nota del Def infatti, la pressione fiscale crescerà dal 43,7% del 2015 al 44,2% del 2016 e ancora fino al 44,3% del 2017. Altro che abbassare le tasse! Queste potrebbero calare leggermente se il governo disinnescasse davvero le clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento dell'Iva e delle accise. Ma ovviamente nei documenti che sono stati presentati non vi è traccia di come effettuare questi cambiamenti, molto probabilmente perché non si sa da che parte cominciare.
Renzi dunque continua a prenderci in giro; così facendo, in poco tempo, molti più italiani si ritroveranno nel guado, costretti da queste miopi visioni del Presidente che incessantemente sogna un futuro fin troppo incerto. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che per risolvere queste questioni sarebbe opportuno investire tempo e risorse nelle politiche sociali, garantendo così una possibilissima via di salvezza per la Nazione? Evidentemente no, o forse, volutamente no.
Buongiorno
RispondiEliminaSono riuscito ad avere un credito di 50.000€ in signor la Vane Pablo, le condizioni sono buone e il modo di rimborso. È realmente della serietà il tasso d'interesse è di 2%.Si d'altra parte voi avete bisogno di un credito,
per contattarlo ecco il suo indirizzo e-mail: vanepablo@outlook.fr