giovedì 1 novembre 2012

La MalaSanità e l’incubo Privatizzazione

Quante volte il telegiornale apre con una notizia di malasanità,quante volte si sentono notizie su morti dovute ad errori di dottori oppure a condizioni pessime di igiene presenti in una certa struttura ospedaliera. Praticamente si può benissimo dire che una notizia del genere è presente almeno ogni due edizioni . E là dove il tg non mostra il suo servizio c’è sempre un quotidiano che mette in risalto questo problema.
Entrando più nel dettaglio si è sentito di cose veramente assurde che fanno venire i brividi: giovane che muore per una flebo di cortisone,neonato morto a causa di somministrazione di latte per endovena,sempre un neonato morto per inspiegabili ragioni dopo che la madre lo aveva partorito,e poi ancora pazienti lasciati in attesa su barelle improvvisate in luoghi fatiscenti. L’elenco sarebbe lunghissimo ma abbiamo voluto raccogliere le situazioni più comuni. E l’attuale ministro della salute Renato Balduzzi afferma che i cittadini abusano del pronto soccorso. Frase abbastanza grave potremmo dire. Infatti, seppur è vero che tante persone per un piccolo problema sono pronte a sostenere file interminabili non è certo questa comunque la risposta ai problemi che affliggono la nostra sanità. Sempre il ministro propone che un medico di famiglia sia disponibile sette giorni su sette,come a sottolineare il fatto che meno venite in ospedale e meglio stiamo. Ma come, non è un servizio pubblico quello dell’ospedale? Ogni cittadino ha il diritto di usufruirne e spetta al buon senso di ognuno di noi capire quando è veramente il momento di poter andare in una struttura pubblica sanitaria e quando invece poterne fare a meno.
E cosa succede dopo ogni avvenimento di malasanità? Ecco qui che iniziano inchieste e si istituiscono commissioni per verificare i motivi di quel fatto grave e anche questo fa parte dell’ordinaria amministrazione. Alla luce dei fatti possiamo dire che nel corso del tempo non è cambiato niente e quindi anche le considerazioni  dell’ex ministro della salute Ferruccio Fazio sul fatto che il sistema italiano non fa acqua ,che abbiamo una buona sanità e che siamo uno dei paesi più sicuri al mondo sul fatto dei parti trovano il tempo che trovano.  Allora vorremmo che queste parole vengano dette a quei poveri genitori che hanno vissuto sulla propria pelle questo tipi di drammi. Chissà cosa gli risponderebbero.
E in questo periodo in cui si parla di tagli alla spesa pubblica non poteva certo mancare anche il discorso dei tagli alla sanità,ed ecco che l’ennesima manifestazione figlia del governo Monti vede scendere in piazza anche i “camici bianchi”. I dati dicono che la sanità pubblica è stata privatizzata di trenta miliardi, venti ad opera del Governo Berlusconi, dieci del Governo Monti. A questi tagli poi si sommano migliaia di posti letto in meno negli ospedali e l’aumento dei ticket che comporteranno una paralisi nella sanità. Il ministro Balduzzi critica molto questo aspetto dei tagli alla sanità ma comunque elogia altre scelte proposte nella legge di stabilità. Così facendo rimangono solo parole che se le porta via il vento quando invece ci sarebbe da tramutarle in fatti. E come sempre il pensiero-azione è sempre stato l’anello debole di molti.
Ad alimentare sempre più l’incendio interviene l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini che invoca la privatizzazione totale della sanità,a cui gli fa eco l’imprenditore Della Valle: privatizzare per alleggerire il carico dello stato,ecco il loro piano. Privatizzare la sanità potrebbe portare al rischio che imprenditori investano sulle regioni più ricche che possano permettersi di pagare prima e meglio lasciando le regioni più povere alla deriva. Bella prova di giustizia sociale!
Altro problema è la differenza netta che prevale tra chi è assistito in intramoenia e chi invece decide di seguire la normali prassi per l’assistenza sanitaria. Il paziente del primo caso paga di tasca sua,sceglie il suo medico e riceve maggiori benefici,il paziente del secondo caso paga tasse,viene fatto aspettare in lista d’attesa per mesi e non gode di alcun beneficio. Questo ci fa capire che solo chi ha i soldi può godere in pieno di tutti i servizi ed essere trattato meglio. Intramoenia è legge approvata con la riforma Bindi nel 1999 e sottoscritta dall’attuale ministro della salute. Ma quel’è il vero scopo-obiettivo di questa legge? Medici ospedalieri sottopagati nel pubblico ma che si rifanno sul cittadino privato,medici che convogliano pazienti nelle loro strutture private o addirittura effettuano visite private dentro le strutture pubbliche. E la ciliegina sulla torta è rappresenta dall’evasione fiscale che con l’intramoenia ha raggiunto livelli altissimi.
Ed in questo periodo di grave crisi politica,in cui i grandi partiti continuano a promettere,c’è qualcuno che invece sta cercando di dare una svolta a questo paese,si cerca di uscire fuori da questa politica partitica,si cerca di più il contatto con i cittadini,cosa che ultimamente era andata persa,si cerca di far capire alle prossime elezioni,comunali,regionali o politiche che siano,che stavolta è il momento giusto per mandare a casa tutti e far emergere la voglia di rivoluzione che da anni coviamo dentro.
 

giovedì 25 ottobre 2012

In Kosovo Vendono Organi

Son passati ormai più di dieci anni dal termine del conflitto in Kosovo, ma i postumi della guerra e della infinità crudeltà politica ancora sono ben evidenti. Che il Kosovo, infatti, pur dichiaratosi ufficialmente indipendente dalla Serbia nel 2008, non sia ancora terra di pacifica convivenza tra le varie etnie, è cosa risaputa in Geopolitica. Numerosi, ormai da anni, sono i casi di violenza che interessano (sul lato passivo) soprattutto la minoranza serba all’interno del paese balcanico. Intoccabili e protetti dalla comunità internazionale (NATO e ONU in primis) , invece, ieri come oggi, i terroristi albanesi impegnati nella lotta per la liberazione del Kosovo dalle genti serbe.
Non a caso dal 1999 ad oggi davvero poche son state le notizie apparse nei nostri quotidiani o mass media riguardanti sviluppi della situazione in Kosovo. Il vile mondialismo, infatti, dovendo mistificare in qualche modo gli atti terroristici dei loro alleati nel Balcani ha preferito proprio non parlarne.
E così, non casualmente, ecco che Internet torna ad essere strumento utile ai fini della contro informazione, della resistenza al mondialismo e la battaglia al pensiero unico.
Da qualche mese a questa parte, infatti, apprendiamo da siti praticamente oscurati dal grande palcoscenico dell’informazione occidentale che il senatore svizzero Dick Marty ha denunciato alla commissione europea il traffico di organi in Kosovo messo in atto dai terroristi albanesi ai danni dei prigionieri serbi. Più precisamente, dopo le macabre dichiarazioni (anzi confessioni per la verità) di un ex terrorista albanese dell’AKSH (esercito separatista kosovaro) si è aperta una vera e propria indagine politica che ha rivelato nuovamente le falle di questo progetto di dominio mondiale. In Kosovo, da anni, i prigionieri serbi vengono prima rapiti e poi portati in stanze sotterranee per essere sdraiati in squallidi lettini ed essere privati, da vivi, dei loro organi vitali (reni, soprattutto). Gli strumenti per le amputazioni sono semplici coltelli e pinze. Non solo, inoltre, questa gratuita violenza viene attuata per un ideale politico (l’odio tra albanesi e serbi, infatti, ha visto cose anche peggiori in passato) ma anche per un rendiconto economico: gli organi vengono venduti in ogni angolo del pianeta in un vero e proprio mercato illegale e internazionale.
Già diversi anni fa il giornale tedesco “Spiegel” diffuse la notizia, ma nessun organo istituzionale al mondo dette grande risonanza a queste informazioni. Negli ultimi anni, sulla spinta oltre che del senatore Marty anche di molti e certificati decessi, l’Unione Europea ha finalmente aperto un’inchiesta riguardo questi atroci fatti, la quale ovviamente favorevole il presidente della Repubblica serba Nikolic che ha espresso piena collaborazione e fiducia verso le istituzioni europee, sottolineando che “la Serbia aspettandosi molto dalle indagini di Clint Wlliamson (responsabile operativo di queste indagini) offrirà a lui e ai suoi uomini piena collaborazione”.
Ma il peggio non ha mai fine. Infatti, in un comunicato ufficiale, l’AKSH ha dichiarato che ”se il governo serbo continuerà ad alimentare queste indagini e permetterà ai suoi cittadini residenti in Kosovo di votare per le elezioni parlamentari, una nuova ondata di violenza si abbatterà nei Balcani”.
D’altronde questi “audaci terroristi” son forti dell’appoggio anche del governo kosovaro, il quale in una nota recente ha sostenuto la tesi che le voci riguardo l’espropriazione e la vendita di organi serbi sono solo “pura propaganda da guerra fredda” e che sono notizie false messe in giro da Belgrado nel tentativo di “offuscare un grande giorno per il Kosovo”.
Ma alla luce delle svariate notizie di contro informazione giunte da ogni angolo dell’Europa, appare davvero difficile credere ai terroristi albanesi o al governo kosovaro. Non a caso in Kosovo sono tante le cose che non vanno negli ultimi anni: dalla situazione politica che ancora non riesce a trovare stabilità, al fatto che molti paesi del mondo (anche tra i più importanti come Russia e Cina) non riconoscono la sua indipendenza, passando per una crisi sociale ed etnica senza precedenti e per le continue morti dei militari dell’Onu (tra i quali anche soldati italiani) per svariati motivi (anche accidentali).
Ma il mondialismo mai ammetterà l’errore dell’intervento armato nei Balcani. Continuerà a sostenere l’idea falsa che il Kosovo abbia un diritto alla sua indipendenza, che i terroristi albanesi non sono poi tanto dalla parte del torto, che la Serbia fa pressioni ingiustificate all’Europa per un proprio tornaconto nazionale.
Fortuna, però, che a crederci son sempre di meno.

 

martedì 16 ottobre 2012

Spazio Libero Tenaglia: Sportelli 2012-2013

Con l'estate si è chiusa la prima stagione politica di "Spazio Libero Tenaglia", vissuta all'insegna della cultura, con conferenze e presentazioni di libri svoltesi nel nostro spazio, ma anche di importanti battaglie sociali e raccolte firme, come quelle riguardanti la riqualifica del quadrante di Via Assisi, e l'applicazione dell'aliquota minima dell'IMU per le prime case.


Riprendendo questo percorso, pertanto, dal mese di settembre "Spazio Libero Tenaglia" si è aperto ai cittadini. E lo ha fatto riprendendo la stagione degli sportelli sociali, che l'anno scorso avevano riscosso un notevole successo tra gli abitanti della zona. Sportelli sociali che, quest'anno, varieranno sia per qualità che per quantità: i giorni coperti non saranno più 5 (lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato) bensì 3 ( giovedì, venerdì e sabato), e in questi tre giorni verranno svolti rispettivamente:


 
-GIOVEDI': sportello di assistenza fiscale e tributaria (Equtalia); ripetizioni di lingua francese, inglese, italiana, tedesca; corso base di lingua italiana dei segni
- VENERDI': Assistenza computer, consulenze in architettura ed arredamento giardini.
- SABATO: Sportello di assistenza legale, sportello di assistenza fiscale e tributaria (Equitalia), ripetizioni di lingua francesce/inglese/italiana/tedesca, consulente del lavoro.
 
 
Gli sportelli saranno fruibili dalle ore 17 fino alle 19.30 il Giovedi e il Venerdi,
mentre il Sabato saranno fruibili dalle ore 10.30-12.30


Riaffermando l'impegno degli sportelli sociali, la Comunità Militante Sempre Domani e Spazio Libero Tenaglia vuole ribadire anche l'impegno nell'affrontare la questione della riqualifica di via Assisi, continuando la lotta intrapresa fino alla pausa estiva e rinsaldando quel rapporto con le istituzioni e la comunità di quartiere, che nella conferenza del luglio scorso aveva vissuto un momento apicale. Ci concentreremo, pertanto, nel mantenere alta l'attenzione degli organi decisionali del comune su questo problema, cercando inoltre di sviluppare delle soluzioni adeguate partendo dal dossier realizzato nei mesi scorsi proprio su questo argomento.

martedì 9 ottobre 2012

No all’aggressione Turca: Siria Fronte degli Uomini Liberi

Che l’esercito libero siriano (ESL), oppositore del governo Assad, fosse finanziato e addestrato direttamente dalla Turchia, Qatar e Lega Araba, ormai non fa più notizia. Che il premier turco Erdogan da mesi cercasse un “casus belli” per aprire un conflitto armato contro la Siria, non fa ormai più altrettanta notizia. Che però nelle ultime ore, la Turchia avesse finalmente trovato il pretesto per bombardare il regolare esercito siriano può far notizia.

Infatti, notizie recenti dal Vicino oriente ( e non solo) confermano quanto detto dai nostri media negli ultimi giorni: la Turchia ha bombardato delle basi militari siriane nella città di Tel Abyad al confine uccidendo cinque militari e ferendone almeno il triplo. Motivo: secondo Erdogan l’esercito regolare siriano pochi giorni fa nell’intento di uccidere una formazione armata di oppositori al regime, ha commesso un grave errore di valutazione: colpi di mortaio hanno attraversato il confine Meridionale e hanno ucciso cinque civili turchi.

Per ore e ore la stampa occidentale ha diffuso la falsa notizia che il governo Assad si fosse assunto la responsabilità dell’accaduto e avesse chiesto scusa alla Turchia. Notizia fortunatamente smentita dalle pohe voci di contro informazione in internet che riportano le parole del ministero degli esteri siriano: “Non abbiamo chiesto scusa alla Turchia. È da accertare il fatto che i colpi di mortaio fossero dei nostri uomini e non dell’esercito libero. Abbiamo semplicemente espresso condoglianze”.
Per diversi giorni, dunque la stampa omertosa liberista non ancora sicura del fatto che i colpi di mortaio direttamente responsabili dell’attentato fossero di provenienza degli uomini di Assad ha comunque diffuso la notizia della responsabilità dell’esercito regolare siriano per mistificare l’attentato agli occhi dell’opinione pubblica . In quella porzione di Terra infatti si trovano (non casualmente) numerosi uomini dell’ESL impegnati a rovesciare con ogni mezzo il governo siriano e con buone probabilità anche la loro responsabilità poteva essere messa in discussione (come riporta, per amor della verità, un interessante articolo uscito pochi giorni fa sul “New York Times”). Ma niente di tutto ciò è accaduto: da subito comunità internazionali e governo turco, impegnati nel cercare questo vile pretesto di guerra, hanno denunciato il legittimo governo siriano per l’accaduto. Hanno minacciato un intervento militare, hanno spinto il Parlamento Turco a votare favorevolmente la mozione di permesso di esecuzione bellica in Siria, hanno continuato a nascondere le altri stragi che quotidianamente avvengono in terra siriana. Infatti, solo negli ultimi cinque giorni, ben quaranta persone ad Aleppo e più di venti a Damasco son morte per attacchi terroristici del libero e democratico esercito d’opposizione. Nessuno ovviamente ne ha mai parlato.

Per quanto riguarda poi la posizione degli altri paese dell’allenza atlantica, manco a farlo apposta, subito hanno cominciato a far la gara a chi lanciasse più messaggi minatori nei confronti del legittimo governo Assad e di solidarietà alla Turchia di Erdogan. Stati Uniti, Onu, Lega Araba, nonostante non intenzionati per ora ad un diretto attacco militare alla Siria, hanno sostenuto in ogni sua scelta il governo turco. Erdogan, dal canto suo, ha sostenuto ipocritamente la tesi di non voler procedere assolutamente a nessun attacco bellico alla Siria ma che le misure del suo governo sono solo simboliche perché “La Turchia è in grado di proteggere i suoi cittadini” . Trattasi solo di bugie però, visto che lo stesso premier turco solo fino a qualche mese fa in intervista rilasciata alla CNN ribadiva il fatto che: “Ora come ora ci si aspettano alcune cose dagli Stati Uniti, ma loro fino ad ora non hanno ottemperato queste aspettative. A mio avviso le dichiarazioni “contro le armi chimiche” fatte dalle autorità di Washington, non sono sufficienti.” “Forse è per le elezioni - ha detto ancora Erdoğan - forse per la loro situazione pre-elettorale, potrebbe essere questa la ragione della mancanza di iniziativa”. Insomma, una esplicita manifestazione di volontà verso un intervento militare e un incitamento al più importante partner del mondo, gli Stati Uniti.

Al fianco del governo Assad, invece, si son schierati immediatamente la Russia, che ha denunciato l’accaduto ma anche il vergognoso comportamento delle Nazioni Unite impegnate a cercare l “casus belli” a tutti i costi e l’Iran che ha rinnovato la piena fiducia nel legittimo governo siriano e il totale appoggio militare in caso di conflitto (non sono poche le voci che parlano di soldati iraniani già disposti sul confine con la Turchia). Anche un parte di popolo turco nella giornata di Giovedì è scesa in piazza per manifestare contro il prepotente atteggiamento di Erdogan nei confronti della Siria.

Per quanto riguarda l’Italia, governata dai bankster, inutile dire che il ministro degli affari Esteri Giulio Terzi ha chiamato personalmente Erdogan per ribadire il pieno appoggio dell’Italia alla linea di condotta turca. Questi meschini soggetti non fanno mai i conti però con il popolo. Nella giornata di Giovedi, infatti, diversi striscioni sono stati affissi in tutta Roma dal Comitato Italia Siria per ribadire il pieno appoggio della gioventù italiana al Governo di Damasco per quella che a tutti gli effetti sta divenendo una guerra politica, sociale ed ideologica: uomini liberi e nazioni sovrane contro organizzazioni massoniche sovrannazionali e con un progetto di dominio globale. Ed allora è utile ribadirlo ancora una volta: LA GIOVENTù ITALIANA è CON QUELLA SIRIANA: DAMASCO RESTERà SOVRANA!  

mercoledì 3 ottobre 2012

IL FUTURO DEL CALCIO E’ COMINCIATO

Nata a Roma nell’agosto del 2009, da un idea dell’Ass.ne Culturale Emmetrentanove, l’A.S.D. Pro Appio con tanta volontà e sacrificio si sta imponendo come una realtà consolidata del IX Municipio.
 
Ciò che porta l’A.S.D Pro Appio a essere punto di riferimento non è l’affermarsi a livello produttivo ed economico, ma la formazione dell’individuo attraverso la ricerca di valori umani come la cultura, la partecipazione sociale, l’amicizia, la disciplina nel rispetto dei ruoli.
A completare questo quadro ci sono i Viarium Crew, tifosi e facenti parte dell’Associazione Culturale Emmetrentanove, che seguono la squadra con passione ed interesse.
 
Questo progetto continuando a crescere ha richiamato l’attenzione della squadra più antica al mondo, lo Sheffield FC.
L’A.S.D Pro Appio e l’Associazione Culturale Emmetrentanove, in collaborazione con il Club Inglese, sono stati promotori di varie iniziative come il “Trofeo anglo – Italiano” disputatosi a Sheffield il 17 marzo del 2010 ed a Roma il 24 maggio 2011, proseguendo con il Trofeo Anglo – Celtico tenutosi a Sheffield il 12 maggio presso il Local Business Stadium di Dronfield. Nello specifico un triangolare, partecipanti la squadra gallese del North Wales Dragon e gli scozzesi dell’ Ayrshire Outsider , dove l’A.S.D Pro Appio ne è uscita vincitrice;terminando la manifestazione con una partita amichevole tra i tifosi ospiti e di casa.  
Questo evento,data l’ottima riuscita, si rinnoverà ogni anno.
 
L’importanza di queste manifestazioni è rinnovare un cammino di lealtà sportiva, valori morali e allo stesso tempo di solidarietà come nel “Trofeo Anglo – Celtico” dove oltre che rafforzare attraverso lo sport e un terzo tempo i rapporti di amicizia, si è sostenuta la causa di Rinascita Onlus di ricostruzione di un’ aula multimediale nella scuola elementare del comune terremotato di Goriano Sicoli, obiettivo pienamente raggiunto.
 
Sempre in collaborazione con L’Associazione Culturale Emmetrentanove non sono mancate occasioni per ribadire un fermo no all’uso di sostanze stupefacenti, con l’iniziativa “emozioniamoci liberi dalle droghe” che ha visto la confortante partecipazione di tanti giovani sportivi.
 
Inoltre l’A.S.D Pro Appio, da tre anni iscritto al campionato di “Terza Categoria”, dopo un ottimo lavoro da parte di tutto lo Staff, è stata promossa al campionato di Seconda Categoria, confermando il giusto cammino intrapreso. Allontanandosi dal “pensiero unico” che contraddistingue il calcio e lo sport in generale, basato solo ed esclusivamente su interessi economici e produttivi, a favore di un progetto costruito su una base socio – culturale e formativa.
 
Il Pro Appio in questi anni oltre ad essere un punto di riferimento del quartiere si è esteso anche oltre, attraverso il tesseramento di ragazzi venuti da altre zone e realtà romane per condividere questo progetto comune e fiorire come realtà cittadina e non solo di quartiere.
Tutto quello che si sta portando avanti, per rendere partecipi tutti i residenti della zona e non, è un Azionariato Popolare , perché la partecipazione degli abitanti del quartiere e oltre, è l'unica strada di successo che garantisce una vera collaborazione tra associazione sportiva e cittadini, creando un legame legame tangibile e raggiungere obiettivi importanti in termini di impegno sociale e risultati sportivi.
Il futuro del calcio è cominciato:  PARTECIPA ALL’ABBRACCIO.

martedì 2 ottobre 2012

Hermann Hesse, la vita militante e il placido mare della mediocrità Borghese

Riportiamo qui un estratto de "Il Lupo della Steppa", romanzo di Hermann Hesse pubblicato nel 1927.

"Ora la "borghesia", condizione immanente nell'umanità, non è altro che un tentativo di equilibrio, l'aspirazione a una via di mezzo tra gl'innumerevoli estremi e poli contrapposti della vita umana. Prendiamo per esempio un paio di questi poli antitetici, poniamo quello del santo e del gaudente, e comprenderemo facilmente la similitudine. L'uomo ha la possibilità di darsi tutto allo spirito, al tentativo di avvicinarsi alla divinità, all'ideale della santità. Viceversa può anche darsi tutto alla vita istintiva, al desiderio dei sensi, e rivolgere tutte le sue aspirazioni all'acquisto di piaceri fugaci. Una di queste vie porta alla santità, al martirio dello spirito, all'annullamento in Dio. L'altra porta al godimento, al martirio dell'istinto, all'annullamento nella putredine. Il borghese cerca di vivere nel mezzo fra l'una e l'altra. Egli non rinuncerà mai a se stesso, non si abbandonerà né all'ebbrezza né all'ascesi, non sarà mai un martire, non acconsentirà mai al proprio annullamento: al contrario, il suo ideale non è la dedizione, bensì la conservazione dell'io, la sua tendenza non mira né alla santità né al contrario, l'assoluto gli è intollerabile, egli vuol servire Iddio ma anche l'ebbrezza, vuol essere virtuoso ma anche passarsela bene e comodamente su questa terra. Tenta insomma di insediarsi nel mezzo tra gli estremi, in una zona temperata e sana, senza burrasche e temporali, e ci riesce, ma rinunciando a quell'intensità di vita e di sentimento che offre una vita rivolta all'assoluto e all'estremo. Vivere intensamente si può soltanto a scapito dell'io. Il borghese però non stima nulla quanto l'io (certo un io di sviluppo soltanto rudimentale).
 
A spese dell'intensità egli ottiene dunque conservazione e sicurezza, invece che ossessione divina raccoglie tranquillità di spirito, invece che piacere agio, invece che libertà comodità, invece che ardenza mortale una temperatura gradevole. Per sua natura dunque il borghese è una creatura di debole slancio vitale, paurosa, desiderosa di evitare rinunce, facile da governare. Perciò ha sostituito al potere la maggioranza, alla violenza la legge, alla responsabilità la votazione."

Il "borghese" visto come punto d'irradiazione della decadenza morale e spirituale dei tempi moderni, come elemento fondante degli odierni concetti di "massa", "opinione pubblica", "maggioranza democratica"; ma anche come forma mentis connaturata all'uomo e alle sue paure, come archetipo naturale e necessario alla conservazione dell'umanità moderna:
Sono questi gli spunti che questo prezioso estratto ci offre. Nel delineare la figura del borghese, con rara maestria, Hesse ci mostra un vasto panorama di piccolezze, di sfumature e di verità sulla natura umana. Un' umanità che, oggi più che mai, vive tra i due poli del "santo e del gaudente", cercando in ogni momento una "trasgressione sicura", che faccia sentire le persone "speciali" ma allo stesso tempo che conservi le apparenze e le tranquillità del vivere civile. Questa ambiguità comportamentale e morale porta ad un altro, triste, risultato, e cioè: definirsi anti-borghesi ma esserlo a tutti gli effetti; credere di essere liberi e ribelli quando in realtà siamo saldamente legati al guinzaglio del consumismo, della pigrizia e della mediocrità.
In un contesto di vita militante, invece, impariamo cosa significhi e cosa implichi essere anti-borghese, o quanto meno lottare in modo reale per non esserlo.
Riconsiderare il concetto di comodità come elemento utile ma non indispensabile, elevarsi fino allo strenuo al di sopra del proprio ego e del proprio arrivismo, incarnare la solidarietà verso i nostri camerati e verso i deboli, temprarsi nello stoico mantenimento dei compiti e della "posizione", cercare sempre di fare le cose con amore ed entusiasmo: Sono questi gli elementi che aiutano a strapparsi di dosso i costumi, esteriori ed interiori, del borghese.
E' una condotta, questa, che naturalmente tutti possiamo adottare nella nostra vita, a patto di avere una ferrea disciplina e un limpido senso di ciò che è giusto e sbagliato, di ciò che deve essere fatto e di quello che può aspettare.
Come ci insegna Hesse, tranne in rari casi, borghesi si nasce:
Non serve il look stravagante o l'aria da intellettuale eccentrico per riscattare questa condizione, ma la perseveranza e la disciplina nell'azione e nel pensiero!

giovedì 27 settembre 2012

Primavera o Inverno Arabo?

Pochi giorni fa (come molti già sanno) sono stati uccisi in Libia l’ambasciatore americano e tre dei suoi uomini (tra cui due marines). A scatenare l’orda terroristica è stata la divulgazione di un film, ritenuto ingiurioso dai musulmani, sul profeta Maometto. Situazione analoga agli anni ’80 quando furono pubblicati i versetti satanici di Salman Rushdie allusivi alla figura dello steso profeta musulmano e ritenuti blasfemi dagli islamici. In quel caso nei confronti dello scrittore indiano (poi naturalizzato inglese successivamente al suo esodo nel Regno Unito per salvarsi la vita) cadde la “Fatwa”, la condanna a morte islamica. Oggi, invece, uccidere il diretto responsabile dell’offesa alla loro religione non è bastato. Infatti, in molti paesi del Medio Oriente e dell’Africa Centrale soprattutto c’è stata (e continua ad esserci) una vera e propria mobilitazione generale dei fedeli musulmani intenti a cacciare la maggior parte delle ambasciate americane (e non solo) dal loro territorio.
Dunque è facile pensare che il motivo di questa collera non è stato unico come vuol far credere la stampa atlantica. Una serie di problematiche ideologiche, politiche e sociali sono alla base di questi atti terroristici.
 
Questo agglomerato di problematiche è stato alimentato sicuramente negli ultimi mesi di politica medio orientale dalle potenze liberali mondiali con la ormai famigerata “primavera Araba”. Per la loro sfrenata sete di conquista e imperialismo hanno fomentato le masse islamiche egiziane, tunisine e libiche a rivoltarsi contro i loro decennali regimi (forse ormai scomodi perché autarchici e nazionalisti o forse semplicemente da rinnovare per una nuova strategia di potere israelo americana) e portandoli alla “vittoria”.
 
Il fatto principale però è che forse questa politica estera a stelle e strisce si sta dimostrando ancora una volta miope e irrazionale. Da queste ultime proteste contro i regimi consolidati Arabi pensavano di poter trarne vantaggio mantenendo sia quell’ordine e quella tolleranza con il mondo islamico che avevano difficilmente conquistato proprio grazie ai “vecchi dittatori” (Da Mubarak a Gheddafi) sia riuscendo a movimentare le masse popolari con lo stendardo della pace e della democrazia.
Ovviamente come volevasi dimostrare hanno giocato col fuoco. Ignari del fatto che i fedeli islamici non sono gli agnostici e materiali cittadini borghesi Occidentali, hanno promesso cose che non hanno mantenuto. Se si aggiunge il fatto che in quei paesi movimentati dal loro gioco, attualmente non c’è ordine, , non c’è lavoro, non c’è democrazia ma ci sono per lo più gruppi terroristici, guerra civile e fame il cerchio della disperazione è chiuso.
Insomma, altro che proteste solo per la divulgazione del film su Maometto.
 
Eppure questa loro linea di condotta ci appare davvero anomala e inspiegabile. Preso atto che loro stessi esplicitamente e direttamente hanno alimentato la “Primavera Araba” spodestando regimi che gli erano comodi in quanto moderati in politica estera (vedi Egitto in primis) non capiamo con quale logica hanno permesso l’instaurasi al potere di gruppi islamici come i “Fratelli Musulmani” (fino a poco tempo fa a loro avversi e dunque considerati terroristi). Ci chiediamo come mai venga sempre sotto elezione rievocato il “mito del terrorismo” quando i veri terroristi che hanno portato disperazione e fame in una larga porzione del mondo sono loro stessi. Ci chiediamo se questo periodo possa essere davvero considerato una rinascita del Mondo Arabo tale da guadagnarsi l’appellativo di “Primavera”.
 
Poi però analizziamo la posizione degli americani e degli israeliani da un parte e dei fondamentalisti islamici dall’altra, cosi avversi in certe questioni di politica estera e sociale ma cosi stranamente d’accordo sempre e comunque per l’aggressione militare alla Siria di Assad e capiamo che in questo mondo ci sono piccole e grandi cerchie di uomini che da secoli stanno combattendo contro i paesi sovrani per instaurare un governo unico globale.
È per questo che, quali militanti liberi da logiche partitiche, rinnoviamo ancora la lotta al mondo massone, liberale e fondamentalista. Per gli Uomini Liberi, e le Nazioni Sovrane!