Al primo turno delle
presidenziali del 2012 in Francia vince il socialista Hollande (28,6%). Perde
l’avvocato di centro destra, Nicolas Sarkozy (27,2%). Eppure la notizia che
rimbalza su tutti i giornali è un’altra: Marine Le Pen, conquista il miglior
risultato della storia del Front National (17,8%). Supera Jean Luc Mélenchon (11,2%), François Bayrou (9%)e l’ecologista Eva Joly (2,3%). Con un
affluenza pari circa all’80% della popolazione transalpina, la leader
indiscussa del partito della destra sociale francese ha, infatti, attirato
l’attenzione di tutto il mondo giornalistico e politico.
Un risultato tanto imprevisto
quanto soddisfacente per il Fronte Nazionale, che nella sua ormai decennale
storia (nato nel 1972), è sempre stato punito dall’odierno sistema elettorale
francese. Infatti, anche quando ha raggiunto buone percentuali è riuscito ad
eleggere solo pochi deputati poiché qualora un candidato del FN riesca a superarlo
sbarramento del primo turno (attualmente al 12,5%) ed accedere al secondo, gli
elettori di sinistra e moderati solitamente fanno convergere i propri voti sui
candidati di qualsiasi altro partito. Per di più i partiti di centro-destra si
sono sempre rifiutati di fare accordi elettorali con il FN, opponendovi il
principio della difesa delle istituzioni repubblicane da forze anti-sistema. Negli
anni ’80, i risultati furono buoni, ma riuscì al massimo ad eleggere due
deputati. Negli anni ’90 invece la sua politica si caratterizzò per l’impegno
nel denunciare la corruzione politica dei socialisti. Vi fu la
"proletarizzazione" del partito, che vide la maggior parte degli
operai votare per il FN e non più per i socialisti e comunisti. Del resto, Jean
Marie Le Pen (padre e fondatore del partito) fece di tutto per presentare il
partito non come un tradizionale partito nazionalista neo-fascista,
ma come una forza politica alternativa: di "destra" per i valori
patriottici, di "sinistra" per i problemi sociali, di "centro" per i valori cristiani. Alle elezioni del 1993,
portò avanti una campagna antieuropeista e per la modifica del trattato di
Maastricht. Ottenne grandi consensi. Ma alle elezioni del 2002 il primo vero
boom elettorale: Le Pen riuscì a giungere al ballottagio superando, a sorpresa, il candidato socialista Lionel Jospin.
Al ballottaggio contro il Presidente uscente, Jacques Chirac,
Le Pen si limitò a confermare il risultato del primo turno, 16%. Tutti i
partiti politici, infatti, compresi quelli di sinistra, fecero confluire i
propri voti sul presidente uscente pur di non far eleggere Le Pen.
Alle ultime presidenziali, invece, il programma del Front
National è stato ancora più applaudito del solito nonostante proposte anti-conformiste, fondamentalmente centrate
su una posizione anti-mondialista
(uscita dall’euro, rinegoziazione dei trattati europei, limitazione radicale
dei poteri delle istituzioni soprannazionali e critica della politica estera
americana) e anti-islamica (fine dell’immigrazione e abolizione del
fondamentalismo islamico in Francia)
Paradossalmente però il bello per il FN viene proprio
ora: infatti, Sarkozy & Company onde evitare una sonora sconfitta saranno
costretti a chiedere l’aiuto e i voti dell’elettorato di Marine Le Pen. Poiché
i numeri, ad oggi, sono ancora a favore del socialista Hollande che potrà
godere dell’aiuto al ballottaggio della Joly e di Melenchon.
Un finale cosi nessuno lo avrebbe
mai pronosticato. I centristi francesi, nonostante le smentite esplicite, in
ginocchio a chiedere voti alla destra sociale nazionale. E il primo maggio,
giorno della sfilata dei militanti del Fn sotto la statua di Jeanne D’Arc a
Parigi, Marine Le Pen svelerà le prossime strategie elettorali: se consigliare
l’astensione o l’appoggio a Sarkozy. Intanto, con la dovuta calma e felicità,
si gode altri importantissimi numeri: il suo Front National è il primo partito
di Francia tra i giovani di 18 e 24 anni.
Che altro dire: Ad Maiora Marine
!
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