E
proprio Luigi Di Bella con il suo trattamento di terapia alternativa ha cercato
di curare i tumori rendendosi nemico tutto il mondo scientifico. E si perché
egli ha affermato che le classiche cure basate sulla chemioterapia non
sconfiggono totalmente le cellule tumorali ma una percentuale di esse
sopravvive sempre. Per di più le terapie classiche producevano effetti
collaterali e produzione di radicali liberi che sono fattori cancerogeni. Già
nel 1996 arrivano le prime condanne da molte associazioni(commissione
oncologica nazionale,commissione unica del farmaco,consiglio superiore di
sanità) che affermano che i pazienti sottoposti al trattamento Di Bella non
avevano avuto nessun beneficio da questa cura sia in termini terapeutici che di
allungamento della sopravvivenza. Nel 1999 il ministero della salute dichiarò
l’inefficacia del trattamento. Di Bella affermò che avrebbe potuto prevenire la
formazione della metastasi. Ovviamente l’ambiente politico si divise su chi
fosse a favore e su chi invece era contrario,Alleanza Nazionale per esempio
appoggiò il professore. L’allora ministro della sanità Rosy Bindi impose al
professore di consegnare le cartelle che dimostrassero l’efficacia della
terapia. Ma in cosa consiste tecnicamente questo trattamento?
Gli
“ingredienti” principali erano la somatostatina ossia l’ormone prodotto
dall’ipotalamo,la bromocriptina,il ciclofosfamide e poi la melatonina e le
vitamine(vitamina D,vitamina E,vitamina C). Tutti nomi tecnici ma capiamo
subito che si utilizzavano anche vitamine e quindi non si sta parlando di
sostante pericolose. Le vitamine le prendiamo tutti i giorni con la frutta
quindi non possono essere considerate certo sostanze nocive. E forse è questo
dato che ci fa appoggiare il trattamento del professore,ma forse anche la
speranza che hanno tanti malati terminali nello sperare in condizioni di vita
più dignitose. Purtroppo si parla di sopravvivenza per queste povere persone ,perché
sono destinate comunque a morire. Quello che le spinge a provare nuove
soluzioni è appunto la speranza,vogliamo togliere anche quella? La speranza è
l’ultima a morire si dice,e allora che sperino pure queste povere persone.
Venendo
ai nostri giorni è di qualche tempo fa la notizia di un sit-in di protesta
davanti a Montecitorio da parte di alcuni malati che chiedono che venga
eseguito su di loro il metodo Stamina,una cura a base di cellule staminali.
Questo metodo è proposto da Davide Vannoni
e solo nella primavera appena conclusa è stato varato un decreto
d’urgenza poi convertito in legge che decreta che la fondazione Stamina,di cui
Vannoni è il presidente, non può più inserire nuovi pazienti nel suo
protocollo,ma è autorizzata a continuare a seguire quelli già in cura. Questo
per la fondazione è un grande passo avanti contro il mondo scientifico che
invece boicotta questo tipo di cura. Lo stesso Vannoni ha dichiarato di aver
iniziato questa terapia nel 2004 dopo che gli era stata curata con successo una
paralisi facciale causata da un virus.
Con il
metodo Stamina sono state sottoposte a cura più di ottanta persone malate di
Parkinson,Alzheimer e altre malattie neurologiche facendo uso di cellule
staminali mesenchimali, le cellule del midollo osseo che maturando possono dare
origine a ossa, grasso e tessuto connettivo.
Il
parallelismo con il metodo Di Bella viene subito in risalto,poiché si parla
sempre di metodi alternativi di cura e comunque entrambi hanno suscitato un
clamore mediatico. Alla basa di tutto c’è il fatto che tante persone malate
gravemente cercano in tutti i modi di riuscire a trovare una soluzione al loro
male. C’è chi spera nella completa guarigione e chi invece spera in condizioni
di vita più dignitose.
Per noi il metodo Di Bella è un progetto da condividere e intensificare perché come detto sopra si basa principalmente sull’uso di vitamine. Per il metodo Stamina ci riserviamo dal giudicare perché se da un lato siamo a difesa delle persone malate dall’altro abbiamo paura che sotto ci possa essere una speculazione e uno spreco di soldi. Leggendo però dei tanti casi di malattie particolari l’ago della bilancia lo facciamo pendere più verso l’utilizzo di questo metodo. Il caso di Federica,una bambina malata di atrofia muscolare con gravi problemi respiratori da quando aveva 11 mesi può essere da esempio;dopo tanti anni il tribunale di Patti,un comune italiano della provincia di Messina,ha autorizzato l’uso del metodo stamina. L’unico problema è che l’unico ospedale in Italia in grado di effettuare cure compassionevoli con cellule staminali sta a Brescia e questo è un altro problema che c’è in Italia,la scarsa presenza di strutture idonee a trattare certe malattie. C’è da sottolineare che queste cure devono basarsi sul decreto Turco-Fazio,che autorizza la somministrazione di queste cure anche al di fuori di sperimentazioni cliniche a patto che il paziente ottenga il via libera dal comitato etico dell’ospedale e che le cure siano gratuite.
Ci auguriamo quindi che il nostro paese possa crescere in maniera importante per quel che concerne l’ambito sanitario tutto, purtroppo un problema per noi endemico e generato da una gestione sconsiderata e spesso disonesta. Il malato ha tutto il diritto di esser curato senza dover arrivare a manifestare sotto i palazzi del potere per veder appunto riconosciuto un suo sacrosanto diritto. Un diritto fondamentale.
Per noi il metodo Di Bella è un progetto da condividere e intensificare perché come detto sopra si basa principalmente sull’uso di vitamine. Per il metodo Stamina ci riserviamo dal giudicare perché se da un lato siamo a difesa delle persone malate dall’altro abbiamo paura che sotto ci possa essere una speculazione e uno spreco di soldi. Leggendo però dei tanti casi di malattie particolari l’ago della bilancia lo facciamo pendere più verso l’utilizzo di questo metodo. Il caso di Federica,una bambina malata di atrofia muscolare con gravi problemi respiratori da quando aveva 11 mesi può essere da esempio;dopo tanti anni il tribunale di Patti,un comune italiano della provincia di Messina,ha autorizzato l’uso del metodo stamina. L’unico problema è che l’unico ospedale in Italia in grado di effettuare cure compassionevoli con cellule staminali sta a Brescia e questo è un altro problema che c’è in Italia,la scarsa presenza di strutture idonee a trattare certe malattie. C’è da sottolineare che queste cure devono basarsi sul decreto Turco-Fazio,che autorizza la somministrazione di queste cure anche al di fuori di sperimentazioni cliniche a patto che il paziente ottenga il via libera dal comitato etico dell’ospedale e che le cure siano gratuite.
Ci auguriamo quindi che il nostro paese possa crescere in maniera importante per quel che concerne l’ambito sanitario tutto, purtroppo un problema per noi endemico e generato da una gestione sconsiderata e spesso disonesta. Il malato ha tutto il diritto di esser curato senza dover arrivare a manifestare sotto i palazzi del potere per veder appunto riconosciuto un suo sacrosanto diritto. Un diritto fondamentale.
Nessun commento:
Posta un commento