sabato 31 maggio 2014

In un Mondo che Non Ci Vuole Più


La finale. O meglio l’atto finale. Perché sembra il copione di un film in cui ci si riduce ad esaminare la scena più importante. Ma non è una pellicola, bensì una partita di calcio. Due squadre in campo,due tifoserie sugli spalti. O vittoria o sconfitta. Il palcoscenico è Roma, la capitale. Napoli da una parte,Fiorentina dall’altra.

E in mezzo? La domanda che vale un milione di euro perché del risultato sportivo se ne è parlato veramente poco e con il passare del tempo questa edizione della Coppa Italia verrà ricordata per ben altri motivi. D’altronde si sa, il calcio in Italia è uno degli argomenti che attira di più e proprio per questo motivo in tanti si sentono giustificati a giudicare quello che anche ruota intorno al calcio e che con il pallone vero e proprio sembra non avere niente a che fare. O almeno così ci vogliono far credere alcuni personaggi.  Facile quindi sentire opinioni fuori luogo fatte da persone che neanche sanno di quello che parlano.
Succede tutto nelle vicinanze dello stadio Olimpico, in una via che cade proprio a ridosso dell’impianto. Ci sono tifosi napoletani,c’è una pistola e vengono colpiti tre tifosi di loro tra cui uno rimane molto grave e ancora oggi versa in condizioni critiche. Vogliamo riassumere così ciò che è successo fuori lo stadio perché non è il nostro compito fare nomi e riportare quello che ormai tutti hanno scritto. Ovviamente cosa è successo realmente lo possono sapere solo i diretti interessati e non ci piace dare l’ennesima versione.

Quello che ci da fastidio è sentir parlare subito di alleanze tra estremisti del tifo e della politica “ultradestra” perché è la via più facile per trovare il capro espiatorio. Un disegno già visto in passato anche in occasione del raid ai danni dei tifosi del Tottenham avvenuto a Campo de’ Fiori. Di esempi ce ne sarebbero molti,tutti che hanno pesato sulla giustizia italiana, allora come oggi. Quello che notiamo è che la giustizia,qualora ci sia,è lenta,la verità risulta distorta e di certezze non ce ne sono mai. Il disegno è sempre lo stesso.

Vogliamo però focalizzarci sul movimento ultras in generale e su come si sta rapportando con i tempi di oggi. Una volta scene come quelle viste all’interno dello stadio Olimpico in occasione della finale non si sarebbero mai viste. Era impensabile qualche anno fa avere dei dialoghi con chi non la pensava come te e che invece cercava di metterti i bastoni tra le ruote. Certo sicuramente c’era molta meno repressione e le diffide non erano ancora così pesanti. Quindi vedere un ultras parlare con le forze dell’ordine e con altri funzionari dell’ordine pubblico può fare uno strano effetto. Alla base c’è appunto il discorso su cosa è veramente l’ultras. Non c’è una definizione vera e propria. Possiamo dire però che l’ultras in se per se nasce nelle strade e assume quindi regole imposte dalla strada. Se partiamo da questa affermazione allora non possiamo certo rimanere scioccati se spuntano bastoni,coltelli e pistole,sarebbe da dire che la strada è come la giungla dove vince il più forte.  


 Quando però si arriva a situazioni un po’ più pesanti allora ci si sofferma un attimo. Ed ecco qui che entrano in gioco tutti i benpensanti che vorrebbero farci la morale quando invece sono i primi che dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza. Ci fanno quindi sorridere le parole del ministro dell’interno Angelino Alfano che afferma che lo Stato non tratta con le curve quando invece l’11 aprile si è tenuto un dibattito sulla tessera del tifoso tra tifoserie e delegazioni parlamentari,tra cui m5s,pd,fratelli d’italia,radicali. Si è cercato di affrontare il problema del fallimento di questa benedetta tessera che ha spaccato in due il movimento ultras. Se infatti all’inizio vedeva compatte quasi tutte le tifoserie d’Italia nel giudicare anticostituzionale questa carta ora le tifoserie rimaste che ancora non l’hanno sottoscritta sono pochissime. Qui non vogliamo giudicare chi sceglie una strada rispetto all’altra però è pur vero che nonostante sia stato introdotto questo strumento,gli incidenti sono continuati ad esserci,forse in numero minore,ma poi quando arriviamo all’episodio della finale di coppa Italia allora possiamo affermare che questa tessera non è servita ad evitare altri incidenti.

Il dopo Raciti è stato un periodo di dura repressione e tante curve hanno pagato con diffide il loro troppo amore per la squadra. Ora siamo di nuovo qui a sentire di ennesimi inasprimenti contro i
violenti. Già il famoso articolo 9 della tessera del tifoso è micidiale,chiunque abbia ricevuto condanne da stadio non può più assistere a manifestazioni sportive. In pratica anche chi ha ricevuto condanne e scontato il suo “peccato” è inibito per sempre dall’entrare in un impianto sportivo. E anche una sentenza non definitiva rientra nei motivi ostativi che ti bloccano nel fare la tessera del tifoso. C’è poi il caso che una persona venga diffidata per un anno,ma trascorso il periodo di fermo, il processo può durare cinque anni e quindi per altri quattro anni il soggetto è comunque inibito. Questa purtroppo è la burocrazia italiana che rallenta ogni tipo di cosa. Stiamo parlando quindi di una diffida vita natural durante. Ecco perché abbiamo assistito a manifestazioni in tutta Italia contro la tessera del tifoso. Se non fosse per questo articolo 9 sicuramente il clima sarebbe un po’ più sereno visto che i biglietti nominativi già c’erano prima e naturalmente chi è sottoposto a daspo non poteva comunque entrare fino alla scadenza di questo.

Questa tessera ha svuotato gli stadi,ha diviso i tifosi e il calcio esiste perché ci sono i tifosi,senza tifosi il calcio muore. Ci piacerebbe mollare tutto e vedere come poi si divertono con il loro giocattolo,da soli. Ci stiamo provando con il calcio popolare,riscoprendo quei vecchi valori che ti portano a frequentare le gradinate e a fare sacrifici per la tua squadra. Ci state allontanando ma combatteremo,ripartiremo dal basso ma saremo sempre vivi. Siamo consapevoli di quello che facciamo e se sbagliamo siamo pronti a pagare. Ma il nostro amore non ha prezzo, e dunque…. Vi regaleremo il nostro disprezzo!