martedì 15 dicembre 2015

Il problema immigrazione nelle periferie

Il principale cambiamento che negli ultimi dieci anni hanno dovuto subire le periferie è sicuramente relativo all' ambito migratorio. Sono presenti molti più extracomunitari che in passato. Considerato che le condizioni di vita sono peggiorate, la conseguenza più evidente ma allo stesso tempo drammatica è che sono aumentati spaccio, criminalità, numero campi rom e occupazioni abusive.

Stufi dell'inefficienza politica e di un sindaco che ha voltato le spalle alle priorità politiche della città, molte sono state le manifestazioni che hanno coinvolto reti di liberi cittadini contro il fenomeno immigratorio. Tra queste possiamo ricordare la manifestazione contro i campi rom abusivi a Ponte di Nona e quelle più recenti del Tiburtino III e di Casale San Nicola, dove a pagare con l'arresto sono stati i ragazzi di Casa Pound colpevoli di aver difeso gli italiani dalle cariche della polizia. Ma non sempre le manifestazioni si sono risolte in cortei e sit-in organizzati. Infatti, parecchie volte, la rabbia dei romani è sfociata anche in modi più radicali. Basti pensare a Tor Sapienza che in poche ore è divenuta centro dell'interesse mediatico nazionale.

Ciò che i cittadini rimproverano alla classe politica è sicuramente il fatto di tutelare economicamente e giuridicamente persone che non hanno alcun diritto a stare in Italia, che non fuggono da persecuzioni come vogliono farci credere e che fanno di tutto per non integrarsi isolandosi con gruppi di proprio connazionali.

Il caso mafia capitale non ha insegnato nulla agli italiani e alla politica. Nessuno ha capito che dietro l'immigrazione celano interessi economico-finanziari a vantaggio dei soliti noti. E che, soprattutto, non ci sono preoccupazioni umanitarie per questi soggetti.
Basterebbe poco per cambiare la situazione: fuori dall'Italia i non aventi diritto e ospitati i rifugiati ma messi in condizione di potersi integrare lavorando gratuitamente per la collettività (per esempio pulendo le strade, imbiancando i muri, ecc. ecc.)

Chiamateci pure populisti...

giovedì 10 dicembre 2015

Lo Spazio Libero Tenaglia e le recenti manifestazioni a Roma

Sin dalla sua nascita, il 14 Dicembre 2011, lo Spazio Libero Tenaglia, è stato, ed è tuttora, in prima linea al fianco dei cittadini, per contrastare qualsiasi forma di degrado. Negli ultimi anni, non solo nel quartiere Appio Tuscolano, ma in tutta la città, incuria ed abbandono sembrano aver delineato un connubio indissolubile soprattutto a causa delle evidenti incapacità governative degli organi preposti al decoro della Capitale. Tempi duri per i diversi enti istituzionali: negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una vera e propria paradossale escalation tutt’altro che positiva.

Sebbene l’era Marino sia finalmente tramontata, ciò non si può dire per tutte quelle questioni e problematiche che gravano ancora oggi sulle spalle degli onesti cittadini. Dai centri di accoglienza ai rom, dai trasporti inefficienti alle discariche a cielo aperto, se c’è chi si abbandona a tutto questo, rinunciando in partenza al proprio sacrosanto diritto di vivere la città in totale sicurezza, fortunatamente c’è anche chi, porta avanti, giorno dopo giorno, numerose battaglie per assicurare ai cittadini dignità e rispetto.

In questi quattro anni lo Spazio Libero Tenaglia è sceso in campo più e più volte per denunciare, sensibilizzare, rimediare a tutti quei disagi che le singole istituzioni non sono riusciti a risolvere, mettendo ben in evidenza questioni di massima importanza per i singoli abitanti, non soltanto del quadrante. Con tenacia, impegno e volontà, sono state organizzate decine di manifestazioni contro il degrado dilagante della Capitale, sono stati creati degli sportelli sociali in grado di soddisfare le esigenze dei residenti, sono state portate all’attenzione dei media questioni che nessun altro era
riuscito a porre così tanto in evidenza. Senza ombra di dubbio una delle più importanti battaglie che il Tenaglia ha sostenuto, e continua a sostenere ancora oggi, riguarda la ben nota situazione all’interno dell’ex cartiera di Via Assisi, stabile più volte occupato, divenuto nel corso del tempo sede di spaccio e microcriminalità. Attraverso una serie di azioni mirate, grazie anche all’incessante voce degli attivisti, la cartiera è stata finalmente sgomberata ed è tuttora in corso la bonifica dell’area. Una vittoria meritata, che si concretizzerà ancor meglio nel momento in cui verranno presi seriamente in considerazione tutti quei progetti che proprio lo Spazio ha realizzato in questi mesi per far sì che l’intero stabile sia messo a disposizione dei cittadini tramite la realizzazione di luoghi aggregativi.
Non si ferma qui l’operosità degli attivisti, impegnati anche nella restituzione di un polo sanitario, mancante nel quartiere, grazie alla riqualificazione della struttura polivalente situata ad Arco di Travertino.

Il Tenaglia è anche solidarietà, partecipazione e collaborazione attiva con altre associazioni appartenenti ad altri quartieri di Roma. Recentemente si è svolta nella Capitale una manifestazione a favore delle persone diversamente abili. Contro i tagli del governo Renzi, gli attivisti sono scesi in piazza per ribadire il loro incondizionato sostegno nei confronti di “tutti coloro che non devono chiedere ma avere diritto”.
Ed è con lo stesso spirito che gli attivisti dello Spazio hanno partecipato ad una grande manifestazione il 24 maggio scorso contro la presenza di numerosi campi nomadi in altrettanti quartieri romani, hanno pesantemente denunciato l’abbandono dei vecchi capannoni lungo Via della Stazione Tuscolana, carichi di amianto e per questo motivo estremamente dannosi per la salute dei residenti, hanno protestato per la chiusura del teatro di Villa Lazzaroni ed hanno organizzato diverse giornate ecologiche per migliorare la vivibilità del quadrante. Continuano quotidianamente a portare avanti le proprie battaglie politiche forti delle proprie idee, consapevoli che oggi, lo Spazio Libero Tenaglia, rappresenta una realtà territoriale fondamentale per i cittadini.

martedì 8 dicembre 2015

Intervista a Emanuele Mancini, presidente del comitato Appio-Tuscolano di Roma

Nel bimestre di Novembre e Dicembre approfondiremo il tema delle periferie delle metropoli italiane e dei loro principali problemi legati al degrado e alla microcriminalità. A riguardo abbiamo contattato Emanuele Mancini, presidente del comitato Appio-Tuscolano di Roma, una delle associazioni di quartiere più attive nella capitale. Abbiamo rivolto lui qualche domanda al fine di farci capire meglio come agisce il comitato, da chi è composto, con quali finalità e soprattutto quali risultati abbia raggiunto riguardo le problematiche territoriali. Lo ringraziamo fin da subito per la disponibilità a rilasciarci l'intervista.

- Ciao Emanuele, cominciamo subito con la prima domanda: Quando, perché e con che finalità è nato il comitato di quartiere Appio-Tuscolano?

- Ciao ragazzi, intanto grazie a voi per l'intervista che di sicuro è una possibilità di diffusione maggiore per le iniziative del comitato, allora risposto immediatamente: Il comitato di quartiere Appio Tuscolano nasce nel 2010 con l'intento di affrontare direttamente le molteplici problematiche legate al quartiere ed in particolare il degrado, l'abbandono delle aree verdi, la sicurezza, il trasporto pubblico. Nasce cosi in quel periodo lo sportello per il territorio attivo tutti i venerdì presso via assisi dove i residenti segnalano le diverse problematiche al comitato il quale attraverso lettere e comunicazioni o petizioni sollecita le istituzioni locali per risolvere tali problematiche. Il comitato in assenza delle istituzioni diventa il controllore e l'intermediario tra residenti e municipio.

-Quali sono state Le prime battaglie e le più importanti vittorie?

-Le vittorie in questi anni sono state molteplici: siamo riusciti attraverso un progetto a costo zero a deviare nel quadrante di Via assisi/ via Nocera Umbra la linea Atac 665 dando sollievo e agevolando centinaia di residenti che si trovavano da sempre tagliati fuori dalle stazioni metro ponte lungo e Furio o Camillo e dai treni della stazione tuscolana.Un altra vittoria è  stato il riposizionamento dei cassonetti dei rifiuti spostati per diversi mesi a centinaia di metri di distanza creando disagi ai cittadini soprattutto anziani che erano costretti a percorrere più di 600 metri per gettare i propri rifiuti.
Attraverso le giornate ecologiche svolte in questi anni abbiamo sensibilizzare con le nostre azioni volontarie i cittadini e le istituzioni locali ad una maggiore pulizia del territorio...ma su questo c'è ancora molto da fare.

La più grande vittoria comunque rimane lo sgombero e la bonifica dello stabile dell'ex cartiera una battaglia portata dal sottoscritto e dal comitato a tutti i livelli cittadini e nazionali....una battaglia durata più di sei anni che ci ha visto in primissima linea per la risoluzione di un problema diventato grave per la sicurezza e la salute pubblica dei cittadini risolto dopo esposti, dirette televisive, petizioni, interpellanze municipali e interrogazioni parlamentari.

- Il comitato è legato a qualche partito o movimento politico?

- Il comitato non è mai stato legato a nessun partito o movimento politico....ma negli anni ha sempre collaborato con lo spazio libero tenaglia in quanto lo stesso ha messo a disposizione dei cittadini il proprio locale ogni venerdì pomeriggio per riunioni o assemblee e per le segnalazioni di cui sopra.

- Avete contatti con altri comitati? E avete mia organizzato qualche iniziativa insieme?

-Sì abbiamo contatti con altri comitati ....nel novembre del 2014 abbiamo organizzato un incontro presso la sede di via assisi per creare una rete comune sul territorio e collaborare insieme su più zone di Roma. Abbiamo contatti con il tiburtino, ponte di nona, torre angela, appio Claudio, Tor sapienza, comitato popolare appio latino etc...le iniziative in questi anni sono state molte manifestazioni contro il degrado e la chiusura dei campi Roma, manifestazioni su ex cartiera su barriere architettoniche dei disabili, spreco edilizio ecc. ...

- Allarghiamo il raggio: Roma città diventata negli anni  molto complicata per i cittadini, con pochi servizi, tanto degrado ed un enorme tasso di microcriminalità, come ci si è arrivati secondo te? colpa dei sindaci, dei romani o delle politiche nazionali?

- Io credo che le responsabilità come nelle aziende siano piramidali...sicuramente i primi responsabili sono il governo centrale che sia attraverso le scellerate politiche economiche di austerità e sia per le scellerate politiche sull'immigrazione abbiamo creato seri problemi soprattutto in quei quartieri periferici dove il disagio sociale è maggiore ovviamente poi le responsabilità a pioggia sono arrivate fino alle istituzioni locali...le quali dovrebbero dare delle priorità ai problemi primari dei cittadini : lotta al degrado, pulizia aree verdi, assistenza anziani e disabili.
Noi come cittadini abbiamo sempre considerato la priorità per gli italiani in difficolta e poi in caso per gli altri ospiti di questo paese.

- Cosa può fare un normale cittadino per Roma? Si può cambiare la città con piccoli gesti e azioni simboliche?

- Sì la città si può cambiare con la partecipazione diretta dei cittadini, la responsabilità degli stessi e il sacrificio e la disponibilità da parte di tutti al miglioramento anche solo del quartiere dove si vive. L'errore più grande è pensare sempre di delegare ad altri lamentandosi senza agire

- Quali sono le principali Urgenze che il prossimo sindaco dovrà affrontare nella città di Roma per migliorare le condizioni di vita nelle periferie?

Secondo me le urgenze che il prossimo sindaco dovrebbe prendere in considerazione sono:
sicurezza, lotta degrado e all'abusivismo, trasporto pubblico, bonifica aree verdi, assistenza anziani e disabili, chiusura tutti i campi rom

- Ci sono Futuri progetti del comitato Appio- Tuscolano?

-Il comitato appio tuscolano da qualche mese e sta seguendo una nuova battaglia legata ad una struttura polifunzionale terminata due anni fa ma mai aperta.....un vero spreco edilizio.
Inoltre porteremo avanti battaglie a favore dei disabili costretti a subire sempre continui tagli sui servizi, continuiamo a monitorare la situazione del quartiere e stiamo pianificando una serie di giornate ecologiche per la prossima primavera


Grazie Emanuele sei stato assolutamente esaustivo e in bocca al lupo per le attività del comitato.

domenica 6 dicembre 2015

Le principali proposte politiche e territoriali dello Spazio Libero Tenaglia


Lo Spazio Libero Tenaglia è uno spazio sociale situato a via Assisi 140 e da 4 anni ormai è il fulcro di tutta una serie di iniziative che vedono impegnati i volontari del “Tenaglia” stesso, nel quartiere.

Pensiamo infatti che la nostra città sia vittima della negligenza e trascuratezza della classe politica capitolina e da faro di civiltà sia stata ridotta a simbolo di degrado e criminalità. La risposta alla Roma di Suburra è quella di riprendersi la nostra città e farlo significa riappropriarsi di ogni quartiere, rione, sampietrino e monumento. Per questo la lotta parte proprio da quei quartieri ed i loro cittadini con questi, come l’Appio tuscolano, che tra l’altro si trova ad appena 10 minuti dal centro di Roma, abbandonati a se stessi.

Il nostro spazio fin da subito si è caratterizzato per una forte impronta sociale, al di là degli sportelli offerti di altro tipo(ripetizioni di lingue, assistenza legale gratuita, calcolo del CAF, “Bacheca Sociale” ed altri aiuti nel cercare lavoro), ha riservato uno dei giorni di apertura alle segnalazioni della cittadinanza riguardo i problemi del quartiere.

Una delle prime iniziative fu proprio la proposta di riqualificazione del c.d. Quadrante(formato da quattro vie limitrofe a via Assisi essa compresa) che passava attraverso 5 punti fondamentali. Questo progetto presentato ai cittadini era frutto non solo del lavoro dei volontari, ma delle perizie di architetti ed esperti del settore.

Punto chiave dei 5 citati, era proprio la riqualifica della Ex Cartiera a via Assisi che prevedeva si lo sgombero della struttura, ma anche l’offerta effettiva e dignitosa di una soluzione abitativa per le famiglie italiane lì dimoranti da più di 8 anni. Ora il problema ha avuto il suo risalto mediatico e quindi le istituzioni sembrano aver seguito i riflettori delle televisioni e finalmente sembra si siano interessate a risolvere tale situazione di degrado. Proprio nel corso degli anni sempre il Tenaglia organizzò un’importante fiaccolata di solidarietà per la donna(tra l’altro madre) che per un colpo ricevuto da uno dei “frequentatori” dell’Ex Cartiera finì in coma, che vide la partecipazione di 300 cittadini. Alla fiaccolata seguì infine una Petizione popolare prima cartacea, poi anche on-line che ha raccolto migliaia di firme ed è stata anche oggetto di un intervento parlamentare.

Da ormai 2 anni poi, lo Spazio Libero Tenaglia organizza con scadenza regolare delle “Domeniche ecologiche” ove cittadini e volontari, armati di scope e ramazze, ripuliscono le vie più degradate del quartiere e non solo.

Recentemente poi, è stata iniziata una seconda Petizione popolare questa volta riguardante la struttura “fantasma” di Arco di Travertino: un centro polifunzionale mai reso accessibile al pubblico dopo 10 anni di lavori e milioni spesi per i lavori.

Insomma se ancora non fosse chiaro, laddove le istituzioni e politicanti vari latitano lo Spazio Libero Tenaglia è sempre pronto a supportare fattivamente i cittadini nelle loro legittime proteste, senza se e senza ma come fa ormai da 4 anni a questa parte.

In allegato trovate i link delle petizioni attualmente on-line che potete firmare con un semplice “click”:

- Ex Cartiera via Assisi: https://www.change.org/p/comune-di-roma-capitale-sindaco-ignazio-marino-presidente-vii-municipio-susana-ana-maria-fantino-petizione-pubblica-per-il-risanamento-dell-ex-cartiera-situata-in-via-assisi-157-163

- Arco di Travertino: https://www.change.org/p/presidente-regione-lazio-nicola-zingaretti-direttore-direttore-direzione-regionale-salute-e-integrazione-sociosanitaria-comune-di-roma-asl-roma-c-presidente-vii-municipio-susana-ana-maria-fantino-centro-arco-di-travertino-attivazione-della-strut

martedì 1 dicembre 2015

Breve storia dello sviluppo delle metropoli italiane

Il più significativo cambiamento che negli anni ha modificato il volto delle città italiane è senza dubbio il passaggio dal centro urbano tradizionale alle aree metropolitane moderne, contornate da diversi comuni limitrofi. Assistiamo oggi all’aumento di cittadini  in "continuo movimento” per motivi occupazionali. È questo quello che gli esperti chiamano il fenomeno di espansione-dispersione nel modello della “città diffusa” o “città infinita”.

Ma come siamo arrivati a questo stadio evolutivo? Nel corso del tempo possiamo immaginare un’espansione sempre maggiore con una sequenza a catena. Quelli che oggi sono i comuni "esterni",domani potrebbero addirittura diventare il "centro" di altre aree metropolitane. Un’espansione divenuta inevitabile con il crescere del fenomeno dell’immigrazione che ha aumentato notevolmente la densità delle nostre città.

È il novecento il periodo in cui si comincia a parlare di periferie. Architettura e urbanistica sono le parole chiave di crescita urbana ininterrotta e costruzione intensiva di nuovi quartieri. La periferia moderna vede un’alternanza suburbana tra case,zone rurali e zone industriali. Le case erano pensate per dare alloggio agli operai che lavoravano nelle fabbriche. Dagli anni trenta e con un picco nel dopoguerra si ha questa esplosione di movimenti di massa che portano alla migrazione verso fuori città e di conseguenza alla creazione delle periferie. Succede che il centro storico si accresce di valore economico,dato positivo quindi,ma dal punto di vista sociale abbiamo l’espulsione della classe media e della popolazione meno facoltosa che è obbligata a trasferirsi all’esterno della grande città, ovviamente questa migrazione è dovuta anche alla ricerca di condizioni di vita migliori e anche di costi abitativi  alla portata di tutti.

Questa crescita delle periferie fu vista con entusiasmo fino agli settanta. Ci si immagina l’integrazione delle classi meno abbienti da un lato e la maggiore sensibilità politica,sociale e sindacale dall’altra. Ma il tempo pian piano ha cambiato le carte in tavola. Ed è stato alla fine del novecento che si è rotto questo finto equilibrio con la crisi del modello urbano moderno e di conseguenza delle periferie. Si svilupparono cosi le prime forme di degrado e microcriminalità che portarono addirittura, in alcuni casi, alla demolizione di molti quartieri periferici realizzati tra gli anni cinquanta e settanta. Per esempio tra il 1997 e il 2003 sono state demolite tre delle sette vele di Scampia a Napoli che erano state costruite tra il 1962 e il 1975 da Franz Di Salvo.


Dalla metà degli anni settanta quindi si ha un dietrofront sul concetto delle periferie. Sorgono progetti più simbolici che sociali,come lo Zen a Palermo o Corviale a Roma,e la periferia diventa quella parte di città in cui esplodono tutte le problematiche a noi note oggi. Come, per dirne una su tutte, la falsa integrazione tanto voluta dalla politica è il "regalo" che hanno fatto solo ed esclusivamente alle periferie. Oppure il problema dei campi rom, ormai noto a tutti. Veri centri abitativi con tanto di sorveglianza in cui i casi di delinquenza non fanno più notizia. Nelle zone adiacenti a questi campi rom si manifestano furti,scippi,rapine,spaccio. Queste sono le periferie volute dalla politica,letteralmente abbandonate e fatte gestire dalla criminalità organizzata. Scompare la distinzione tra periferia legale e periferia illegale.
Per quanto riguarda Roma, va sottolineato che la classe politica chiamata a guidarla tra gli anni 60 e 70 ci ha messo il carico con la sanatoria delle borgate abusive nel 1975. Nel decennio 1950-1960
abbiamo assistito al periodo di maggiore crescita edilizia della nostra città,la popolazione si è praticamente raddoppiata passando da poco più di un milione di abitanti a più di due milioni. È in questo periodo che è avvenuto il contrario di quello che sta accadendo oggi. Abbiamo quindi Roma al centro di tutto e dalle campagne e dai comuni limitrofi si riversano tutti nella capitale. Iniziarono a sorgere i primi nuclei isolati immersi nelle campagne e per colmare i vuoti vennero costruite le grandi vie consolari. Aumentavano gli alloggi,aumentava anche la popolazione di migranti. Quest’ultimi venivano impiegati come manodopera non qualificata nell’edilizia. Già a quei tempi era presente una forte speculazione immobiliare che causava la nascita di abitazioni di scarsa qualità. L’amministrazione comunale non pianificò questa nuova fase e quindi l’edilizia venne presa in mano dai palazzinari che ritroviamo anche oggi a dettare legge. Dal dopoguerra quindi si vennero a creare periferie di matrice speculativa e a bassa qualità insediativa causando problemi che ancora oggi ci portiamo dietro come per esempio la mobilità e i pochi collegamenti con il centro città. Oggi le periferie sembrano terra di nessuno perché abbandonate,in cui regna il degrado e in cui ogni forma di Stato sembra non essere mai esistita. Si è costruito troppo e troppo in fretta perdendo di vista l’aspetto più importante,ossia quello umano.




Il "pezzo forte" delle periferie di oggi,sia di Roma che di altre città,sono gli enormi blocchi di cemento che vanno a sostituire parchi e aree verdi. Mega palazzoni in cui ognuno ha il suo buco in cui vivere e dove viene a mancare completamente il rapporto con gli altri residenti. La società ci ha regalato questo,si va sempre di corsa,non ci si ferma mai. Sembra come se fossimo trasportati da una scala mobile e tutto si ripete ogni giorno allo stesso modo.

Eppure i residenti non chiedono molto: solo periferie ben collegate con il centro,rivalorizzate e umanizzate. Chiedono più spazi ricreativi e culturali in modo da poter indirizzare nella giusta strada i ragazzi più giovani. Si chiama tutela del bene pubblico, del bene collettivo. Non so se ci spieghiamo...