martedì 24 febbraio 2015

Sintesi del Primo Appuntamento con “Gymnasium”

Il 24 gennaio si è svolto il primo appuntamento di formazione storico-politica con il prof. Roberto Mancini presso la sala "L'Universale". È iniziato così “Gymnasium” , ovvero la nostra palestra per la formazione militante.

Gymnasium è parola latina che deriva dal greco “gymnazo” , termine tradotto con “allenare, esercitare”. Il Ginnasio nasce inizialmente come luogo, palestra per esercizi fisici, ma già nel V secolo in Grecia, diviene centro culturale, sede di studi e discussioni, luogo di istruzione e formazione a tutto tondo per i giovani. Mente e corpo, cultura e azione, identità e movimento, Gymansium è la sigla di sintesi scelta per un percorso di formazione comune rivolto alla gioventù, ma non solo. La Formazione infatti, proprio come quello fisico, è un esercizio costante, costruzione personale, materiale fondamentale per l’azione!

Il primo appuntamento riguardava il periodo dalla formazione dello stato unitario al pensiero politico di Carlo Pisacane e Giuseppe Mazzini. Il Congresso di Vienna, svoltosi tra il 1814 ed il 1815, ebbe lo scopo di riorganizzare l'assetto dell’Europa dopo le guerre napoleoniche e la stipulazione del Patto della Santa Alleanza che vincolava l'Austria cattolica, la Russia ortodossa e la Prussia luterana. Successivamente prese corpo l'idea di un'Italia come stato unitario: difatti fino a quel momento essa risultava suddivisa in piu' Stati. L'unificazione del 1861, raggiunta con la formazione del Regno d'Italia, mise in luce due personalità fondamentali del periodo Risorgimentale: Mazzini e Pisacane.

Il primo, nato nel 1805 a Genova, con le sue idee e le sue azioni politiche contribuì in maniera decisiva all’unificazione del Regno, nonostante il suo grande disaccordo per le modalita' con cui avvenne, poiche' "frutto di compromessi". In termini politici ben spiegato con il concetto di “diplomatizzazione” utilizzato in seguito per giustificare le alleanze tra Cavour e Napoleone III.

Nel 1831 Mazzini fondo' a Marsiglia la Giovine Italia, considerata il primo vero partito politico moderno italiano. Secondo Mazzini l'Italia doveva essere fatta dai giovani e non dalle vecchie generazioni poiche' troppo ancorate al passato ed incapaci di creare nuove premesse per il futuro.

Egli e' stato considerato l'anticipatore del corporativismo fascista, fondato sui concetti di capitale, lavoro e di una nuova via slegata dalla democrazia parlamentare, mercantilistica, oligarchica, borghese e materialista.
Il pensiero di Giuseppe Mazzini e l'esempio risorgimentale verranno poi rinvigoriti dalla Repubblica Sociale Italiana, fondata dopo il tradimento della monarchia, e ultima vera fase del compimento risorgimentale.
Carlo Pisacane, nato a Napoli, si arruolo' ben presto nella Legione Straniera sviluppando un proprio
concetto militare alla base della moderna guerriglia, aderendo in seguito al socialismo utopico. Conobbe a Roma Giuseppe Mazzini con il quale condividera' il mito della "Terza Roma", ovvero la Roma del Popolo, dopo quella dei Cesari e del Papato, contraddistinta da nuovi ideali patriottici ripresi dal Fascismo, il quale realizzo' concretamente il concetto della "Terza Roma" come nascita di una nuova Civiltà.

Vi invitiamo al prossimo appuntamento: Mercoledì 25 Febbraio ore 17.00 presso la sala "L'Universale" in via Caracciolo, 12 a Roma. Si discutera' di destra storica, sinistra risorgimentale e delle origini del nazionalismo italiano.

giovedì 19 febbraio 2015

Nessuna censura: breve storia della Strage di Codevigo



Era tra il 30 aprile ed il 15 maggio 1945, quando a Codevigo, partigiani comunisti della brigata garibaldina, allora guidata da Arrigo Boldrini, eseguirono l’ eccidio di più di 365 fascisti italiani, o presunti tali. Così, il cuore della primavera del 1945, fu macchiata da una vera e propria “caccia al fascista”, portata avanti a suon di arresti, nel padovano, a tutti coloro che a loro parere erano fascisti. Centinaia e centinaia di uomini, che dopo essere appena tornati dalla guerra, vennero strappati dalle loro famiglie e brutalmente massacrati. La stessa fine fu preservata anche per coloro che, pur non avendo combattuto al fronte , avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana.

Le vittime di questa strage furono barbaramente massacrate e poi fucilate sulle rive del Brenta e del Bracchiglione per poi essere portati via dalla corrente del fiume. Altre salme furono trovate nei cimiteri nelle vicinanze,che oggi risiedono in un ossario costruito per le vittime della strage.

In ricordo dell’eccidio di Codevigo il 20 Novembre 2014 è uscito nelle sale cinematografiche, il film “Il segreto di Italia” diretto da Antonello Bellucco e con protagonisti Romina Power e Gloria Rizzato. Il film è costruito sul ricordo di Italia ,una donna ormai settantenne che torna dopo 55 anni a Codevigo per partecipare al matrimonio della nipote. Il ricordo atroce dell’incursione dei partigiani e della loro mattanza verso coloro che non condividevano il loro pensiero. Italia è protagonista di un’ amore non corrisposto verso il giovane fascista Farinacci Fontana, che denuncerà alle brigate garibaldine dopo averlo colto in intimità con Ada, una bella vedova fiumana. L’arresto per i due è istantaneo e la fine è la stessa : la morte. Il rimorso per Italia è atroce e abbandona con la sua famiglia Codevigo ,per poi ritornarvi per la prima volta dopo 55 anni.

Le critiche dell’ANPI non sono tardate ad arrivare , cominciando dalla richiesta del legale del figlio del
comandante Arrigo Boldrini di una copia della sceneggiatura prima dell’uscita del film, fino a definire fascisti Romina Power e Antonello Bellucco. In realtà, il film, vuol essere fedele ricostruzione del terribile eccidio di Codevigo, presentatoci tramite uno spaccato della situazione (la storia della tormentata Italia) in chiave romantica, ottenendo così una bella cronaca romanzata appetibile a qualsiasi tipo di pubblico. Per la cronaca, l’afflusso alle sale cinematografiche durante la proiezione è stato positivo. La verità non si può censurare

martedì 17 febbraio 2015

Scandali del Mose e dell' Expo: Il vero volto della Democrazia Italiana

Il 2014 per l’Italia è stato senza dubbio l’anno degli scandali. “Mose”, “Expo” e “Mafia Capitale” sono state le tre grandi macchie che hanno contribuito ad arricchire il curriculum nero del nostro “Bel Paese”. E noi italiani, che non ci facciamo mancare mai niente, abbiamo ottenuto anche un altro primato in questo modo; l’Italia nel 2014 risulta infatti il Paese più corrotto di tutta l’Europa.

Negli ultimi mesi, però, si è parlato e sparlato solo del caso "Mafia Capitale" che ha praticamente fatto dimenticare le altre due inchieste della magistratura che vedono coinvolte tutte le forze politiche moderate e liberali del nostro paese.

L’inchiesta Veneziana del Mose è il classico esempio di bustarelle all’italiana. Il Mose è un progetto di ingegneria civile e ambientale tuttora in fase di realizzazione, finalizzato alla difesa di Venezia e della sua laguna dalle acque alte, attraverso la costruzione di schiere di paratoie mobili a scomparsa. Il Mose, insieme ad altri interventi come il rinforzo dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni, garantirà, presumibilmente, la salvaguardia della città e di tutti i suoi beni storici da qualsiasi evento legato alle maree e agli allagamenti. Il 4 giugno 2014, nell'ambito di un'inchiesta anticorruzione da parte della magistratura italiana, sono scattati 35 arresti e più di 100 sono gli indagati tra politici di primo piano e funzionari pubblici, per reati contestati quali creazione di fondi neri, tangenti e false fatturazioni. Un progetto come quello del Mose che dovrebbe rappresentare l’interesse comune a salvaguardare le ricchezze del nostro Paese si trasforma in un altro dei tanti esempi di strumentalizzazione dei progetti pubblici. Qualsiasi opera pubblica diventa un pretesto per “quelli che stanno in alto” per arricchirsi alle nostre spalle, ed inevitabilmente compromettere la realizzazione dell’opera stessa.

L’inchiesta sull’Expo di Milano offre invece un chiaro esempio di corruzione nell’ambito degli appalti. E’ paradossale pensare che l’Expo, evento importantissimo che nell’estate 2015 dovrebbe contribuire a rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo, ha alle spalle una serie di eventi che tutto rappresentano fuor che l’immagine di un Paese pulito e in linea con le leggi vigenti. La cosa più sconcertante è pensare che la Prefettura di Milano avrebbe potuto benissimo impedire l’ingresso negli appalti Expo di società che sono senza alcun dubbio invischiate con la criminalità organizzata, e tuttavia ha deciso di non farlo. E’ stato dato il via libera alla criminalità e si è puntato piuttosto che alla legalità, alla realizzazione dell’evento nei tempi prestabiliti. Oggi il Prefetto di Milano si trova infatti a dover scegliere se difendere la legalità con la conseguenza di rallentare i lavori e mettere a rischio l’intera manifestazione, oppure chiudere un occhio alleggerendo le norme antimafia e lasciando così il via libera a manovre del tutto illegali.


La più grande opera pubblica del momento, che conta al momento quasi tre miliardi di spesa totale, diventa così la metafora di un Paese alla deriva, un Paese che si regge su una falsa democrazia, un sistema fantoccio dove tutti, ma in realtà nessuno, hanno le stesse possibilità, gli stessi diritti e gli stessi obblighi sociali rispetto agli altri cittadini e allo Stato.



martedì 10 febbraio 2015

ESSERE O NON ESSERE...ESEMPIO!



Nella vita è giusto scegliere degli esempi da seguire,non da imitare ma riferimenti da cui estrarre caratteristiche che noi crediamo siano adatte a portare avanti un pensiero di vita vero e non ipocrita. Purtroppo oggigiorno la nostra società sembra volerci imporre una visione della vita molto consumistica e priva di spirito. Ci vogliono omologati al sistema. Chi ci governa non ha niente di positivo da donarci perché le attuali figure politiche sono esse stesse schiave di un sistema che racconta falsità. Vogliamo in questo articolo concentrarci su tre personaggi che hanno reso e continuano a rendere il nostro Paese privo di qualunque valore, ma che nonostante ciò sotto elezione per la Presidenza della Repubblica, l’intera classe politica indicava come esempi di uomini ligi al dovere.

Il primo è Giorgio Napolitano che , ha lasciato da poco la presidenza della repubblica ma  in ogni suo anno da presidente ha partecipato in prima persona alla distruzione dell'Italia. Citando solo per un attimo le trattative Stato-Mafia che lo hanno coinvolto in prima persona, l’aumento di stipendio per la sua carica e i suoi successori, la legittimità a tre governi consecutivi non eletti dal popolo, la ratifica di Trattati che hanno ridotto ancora di più la nostra sovranità, c'è una cosa che fa trapelare ancora di più la falsità di quest'uomo, cioè che fa parte di quella classe di uomini che hanno cambiato colore politico. Recita così il sito del Quirinale riguardo alla biografia di Giorgio Napolitano: «Fin dal 1942,a Napoli,iscrittosi all’Università,ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti e ha aderito,nel 1945,al Partito Comunista Italiano,di cui è stato militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra». Come mai un sito così importante scrive una menzogna così grande? Napolitano era un fascista che nel 1942 ha aderito VOLONTARIAMENTE al GUF (gruppo universitario fascista) e sicuramente i mass media di regime hanno voluto occultare questa notizia VOLONTARIAMENTE.

Napolitano ha collaborato attivamente al settimanale dei fascisti universitari di Napoli "IX maggio". Sebbene si sente in giro tutta altra storia nei suoi confronti,possiamo dire che Napolitano non ha fatto alcuna guerra di resistenza al nazifascismo, a differenza di tanti altri. E soltanto a conflitto terminato (dicembre 1945) ha aderito al Pci. Un'adesione al fascismo quella di Napolitano maturata all'apice dei vent'anni di dittatura mussoliniana. L'argomento è scomodo per molti e quindi meglio non parlarne per non destabilizzare l'ambiente...facile così! Addirittura Napolitano è riuscito a dire che il Guf era un vivaio di energie intellettuali antifasciste. Un consiglio al buon Giorgio glielo vogliamo dare: è cosa poco gradevole nascondere il proprio passato,soprattutto quando questo stesso passato è usato per fare carriera. Non si sputa su chi ha davvero creduto in un'idea!

Legato a questo personaggio ce ne è un altro altrettanto negativo per il nostro Paese. Romano Prodi ha lasciato tracce oscure e proprio sotto la presidenza Napolitano ha ricoperto per la sua seconda volta il ruolo di Presidente del Consiglio. Parliamo di colui che ha fatto carte false per la moneta unica e che poco meno di un anno fa si è permesso di dire che la colpa della crisi che sta investendo l'Europa viene dalle politiche di austerity della Germania. Cioè il fautore dell'Ue,di questa Europa mercante sembrerebbe invece colpito da quello che sta succedendo. Chissà cosa pensano tutti quegli imprenditori che sono rimasti "vittime" del cambio lira/euro. La politica economica che andrebbe svolta viene sostituita dalla politica monetaria,non c'è quindi nessun beneficio nei confronti dei cittadini. Poi ci stupiamo se le aziende italiane chiudono o vengono delocalizzate. Un altro dato abbastanza inquietante:prima che Prodi andò al governo eravamo la settima potenza del mondo. Oggi grazie anche alla sua politica siamo semplicemente servi e quel suo forte europeismo lo stiamo pagando sia internamente a suon di tasse e debiti sia esternamente facendo figure meschine in ambito di politica estera(vedi per esempio caso Marò). E pensare che il ministro dell'economia Padoa Schioppa del governo Prodi pronunciò la simpatica frase:"Le tasse sono bellissime". Sarebbe bello sentire cosa ne pensano gli Italiani! Le sue trovate sulle liberalizzazioni furono talmente geniali che provocarono proteste da ogni settore culminando con numerose manifestazioni contro il governo. Meglio non toccare il tasto dolente delle privatizzazioni:Eni,Telecom sono solo alcune aziende che ormai non sono più di "competenza" statale. Ma può un uomo solo rovinare il nostro paese? Ovviamente no ed ecco gli aiuti a questo disastro da parte delle "banche d'affari" e sfilano nell'ordine Bilderberg, Rothschild e Goldman Sachs che hanno smantellato le imprese italiane. Pensiamo che possa bastare per dare un giudizio negativo al suo operato,anche se potremmo scrivere purtroppo ancora molto. Il "mortadella" ha contribuito a rendere avariato il nostro paese.

Altro personaggio che esaminiamo è Mario Draghi che guarda caso è stato vicepresidente Goldman per l'Europa. Insomma,la stessa faccia della stessa medaglia. Il suo nome è tornato alla ribalta proprio in questo periodo in cui si sono svolte le elezioni per la nomina del presidente della repubblica. Era un candidato ideale perché si andava ad inserire al centro tra i due partiti maggiori. Era il classico caso di una serena pace per l'Italia,sempre secondo i mass media. Ben inserito nell'Europa e quindi ben adatto a far percorrere all'Italia la strada della schiavitù,perché è bene sempre ricordare che noi siamo schiavi dell'Europa quindi ben venga Draghi. Ma Draghi è stato scalzato da Mattarella. Cambiano i nomi,ma la sostanza resta sempre la stessa. Ma Draghi si dichiara non politico bensì tecnico e preferisce rimanere tale. Forse per non assumersi responsabilità nei confronti degli Italiani? E poi siamo stufi di sentire che grazie alla Bce si è evitato il disastro e che la strada delle riforme è quella giusta per azzerare il debito pubblico. Ma ci rendiamo conto di quanta ignoranza c'è nelle menti di chi ci governa? Ah giusto! Quasi dimenticavamo il piccolo particolare che a governarci sono le banche. Quindi ha ragione Draghi a non scendere in politica tanto "tecnicamente" mette sempre il suo veto sull'andamento del nostro paese. L'unione bancaria per arrivare alla vera unione europea,questo è il progetto triste che ci vogliono presentare.

Ma questo non è il giusto modo per andare avanti,questi sono gli esempi negativi. Non possiamo affidarci a loro nonostante ogni giorno i media controllati dal potere, propugnano la loro lode. Non esistono riforme che possano far cambiare il paese in meglio se non si riforma prima lo spirito. Occorre prima formare l'uomo e poi si può procedere a costruire un nuovo domani. Il nostro consiglio è quindi quello di scegliervi bene i modelli da seguire,guardate a quei paesi che lottano per garantire la propria sovranità,la propria
indipendenza. Noi lo spunto ve lo diamo,sta a voi capire che è giunto il momento di alzare la testa. Cominciando dalla scelta dagli esempi…

giovedì 5 febbraio 2015

Matteo Renzi perde il pelo ma non il vizio.



Ha promesso una riforma al mese. Lavoro, burocrazia, tassazione e via dicendo: “Ci siamo dati una cadenza ordinata per le nuove iniziative di legge. A gennaio abbiamo provvedimenti su economia e finanza. A febbraio tocca alla scuola. A marzo il Green Act – sull’economia e l’ambiente in vista della grande conferenza di Parigi 2015. Aprile sarà il mese di cultura e Rai. A maggio tutti i riflettori sul cibo, agricoltura, turismo, made in Italy: arriva l’Expo. A giugno i provvedimenti sulle liberalizzazioni e prima dell’estate il punto sullo sport anche in vista della candidatura per le Olimpiadi del 2024“. Ed ancora diritti, unioni civili e ius soli temperato.

A quanto pare Matteo Renzi perde il pelo ma non il vizio: continua inesorabilmente ad essere affetto da questa strana forma di inconcludente sproloquio. E nonostante il clima sia fervente per l’ elezione del Presidente della Repubblica, non possiamo far finta di nulla, ed è pressoché impensabile distogliere l’attenzione dall’imponente castello di carte costruito in tutti questi mesi dal Premier. Ma procediamo per gradi, analizziamole davvero queste “promesse”.

Legge elettorale: nei giorni scorsi l’Italicum, che contiene l’accordo di maggioranza ed il patto con Forza Italia, è passato al Senato. Renzi come al solito esulta, si autoproclama paladino di non si sa cosa, lancia e rilancia tweet ed hashtag privi di qualsiasi tipo di logica. Un classico; ormai poco gli importa delle sempre più numerose bagarre in Aula, dei senatori della minoranza Pd che hanno volutamente deciso di non prendere parte alla votazione: cosa farsene dei dissensi se questa è #lavoltabuona?


Altro interrogativo imperante: cosa cambia fondamentalmente in questa legge elettorale? Il nome. Da Porcellum ad Italicum la sostanza è la stessa: verranno favoriti i partiti con più potere come centro-sinistra e centro-destra, verrà svantaggiato il Movimento 5 Stelle, ed i partiti minori avranno una sempre più impercettibile probabilità di essere rappresentati istituzionalmente.  Italicum legato indissolubilmente alla riforma che interessa il Senato: alla ricerca di un monocameralismo spinto che si confà come una sorta di dittatura del Premier stesso.

Vogliamo parlare delle auto blu? Della fantomatica riduzione garantita dal Presidente la scorsa primavera, contemplata e mai attuata? Solo ora si scopre che la Camera aveva disposto degli strumenti di legge per svuotare i parchi auto degli enti statali. E il “decreto stadi”? In poche parole prevedeva di assegnare le auto alle forze dell’ordine. Emendamento approvato ma mai pervenuto. Che fine abbia fatto non è dato sapere: l’ennesima ridicola vendita spacciata per chissà quale grande manovra.

E della Legge di Stabilità che continua a paralizzare la grande distribuzione? Risultato delle scelte sbagliate del governo che causano danni ancora più ingenti alle imprese, oramai praticamente a secco di liquidi. I ritardi nei pagamenti pesano sul fatturato delle aziende per 34 miliardi di euro. Un male al quale si rischia di aggiungere il carico delle nuove norme sul pagamento dell’Iva. Raffiche di licenziamenti ed imprese sull’orlo del fallimento. Per evitare che centinaia di migliaia di contribuenti possano ritrovarsi a pagare un’imposta doppia è obbligatoria una modifica della Legge di Stabilità. Subito.

Come ignorare infine la “Buona Scuola”, il decreto che fa acqua da tutte le parti. Il dissenso in merito a questo punto nevralgico continua ad essere ignorato. Poco importa, basta trovare mille persone “innamorate della scuola” ed il gioco è fatto. Non a caso il 22 febbraio Renzi incontrerà davvero i “Mille” rappresentanti del mondo scolastico: perché “la riforma non la fa solo il governo, si fa con l’opinione pubblica, perché questa è la riforma delle persone.” Solita propaganda demagogica, solita inopportuna copertura all’incultura che avanza. 

“La parola del 2015 è Ritmo; l’Italia deve tornare a correre. (…) Mi sento come Al Pacino in Ogni maledetta domenica.” Lo stesso Al Pacino che nel ruolo di Tony D’amato affermava: “Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso « certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare. »”. Ecco, fermiamoci qui.

lunedì 2 febbraio 2015

Intervista al “Finnish Resistance Movement”



Proseguendo la nostra rubrica di interviste ai responsabili dei movimenti politici identitari e rivoluzionari in Europa, abbiamo questo mese contattato Juuso Tahvanainen, leader del “Finnish Resistance Movement” per conoscere meglio la loro realtà militante e politica. Un’intervista breve ma come sempre esaustiva.
 

Ciao Juuso, intanto grazie della disponibilità

Ciao Ragazzi, grazie a voi per la possibilità concessaci di rispondere alle vostre domande.

Allora, Juuso cominciamo subito con una breve introduzione sul vostro movimento


Il Movimento di Resistenza finlandese è nato nel 2008. L'idea di collaborare con il Movimento di Resistenza svedese si è originario di Richard Scutari (Movimento di Resistenza / L'Ordine) che stava scrivendo lettere per i radicali finlandesi e svedesi. La ragione per costruire questo movimento era la stessa in tutte le nazioni occidentali: contro  masse immigrazione e il capitalismo globale che stanno distruggendo il nostro patrimonio, la cultura, e la sovranità. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’ Unione Sovietica ha vietato per "motivi di sicurezza” tutti i movimennti nazionalisti, patriottici, e paramilitari finlandesi. La catena del radicalismo nazionale è stato quindi interrott per molti decenni, e il Movimento di Resistenza finlandese ha dovuto ripartire da zero. Il Movimento di Resistenza svedese ci ha offerto un grande sostegno, dato che loro avevano acquisito una notevole esperienza nel corso degli anni precedenti.

E quali sono le vostre principali battaglie politiche?

In Finlandia l'immigrazione di massa è diventata una questione centrale nella politica negli ultimi anni. Nonostante la grande richiesta per meno immigrazione, i partiti di destra non hanno avuto il coraggio di ridurre effettivamente il numero di profughi provenienti in Finlandia. Hanno troppo paura di essere etichettati come "razzisti". Noi non siamo un partito, ma una organizzazione extraparlamentare. Ciò significa che portiamo avanti battaglie anche contro il contesto politico istituzionale. L'anno scorso ci fu un'ondata unica di criminalità ad Helsinki degli immigrati violenti nei confronti di bambini bianchi e adolescenti. Giovani finlandesi sono stati brutalmente picchiati, perché la loro pelle era bianca. I Partiti populisti hanno detto che avrebbero fatto tutto il possibile per ridurre l'afflusso di immigrati. Eppure hanno mentito. Così abbiamo organizzato pattuglie di strada dei cittadini a Helsinki per inviare un segnale forte agli immigrati: Se l'istituzione e la polizia non vi arresta - lo faremo noi. Le nostre pattuglie hanno fatto notizia per molte settimane in Finlandia. In questo modo si vuole scuotere le coscienze delle persone finlandesi per resistere al multiculturalismo forzato.

Complimenti davvero. E quali sono i vostri progetti in politica nazionale?

Come detto, non prendiamo parte alla politica parlamentare nazionale siamo una organizzazione di base. Abbiamo più progetti in corso, al fine di svegliare, di educare, e organizzare i finlandesi per costruire un movimento di strada e persino una "società all'interno della società" che potrebbe sfidare e rovesciare l'establishment attuale. I nostri attivisti diffondono il nostro materiale e l'esercizio fisico (in particolare le arti marziali) localmente ogni settimana. Si organizzano anche attività come il trekking, la discussione politica, e gli eventi culturali per attrarre nuovi aspiranti membri e per educare quelli già nelle nostre file. Abbiamo un sito web che è in streaming con notizie, articoli e rapporti di azione su base giornaliera al fine di diffondere il nostro messaggio. Abbiamo anche eseguito un negozio di libri e hanno pubblicato libri e riviste che trattano con l'ideologia, la politica, e la storia. A livello nazionale si organizzanomanifestazioni, campagne pubbliche, eventi sportivi, seminari, trovate pubblicitarie, e azioni di solidarietà. Abbiamo lavorato anche raccogliendo viveri per le famiglie in difficoltà, al fine di aiutare coloro che il governo ha abbandonato. Così miriamo a cambiare il clima sociale in Finlandia e offrire un'alternativa radicale per coloro che hanno perso la fede nella politica ordinaria.

Secondo voi quali sono le dinamiche in Europa che possono facilitare i vostri progetti?

Quello che sta accadendo in Europa è incoraggiante per noi. L'ascesa di movimenti nazionalisti radicali come laGolden Dawn” mostra come le persone comuni possono supportarci realmente. Penso che i nazionalisti finlandesi hanno attirato un sacco di fiducia dal cambiamento in Europa. Almeno in Finlandia è più accettabile per essere un nazionalista di quanto non fosse qualche anno fa. Inoltre, la rovina economica senza fine in Europa ha convinto molte persone che il nazionalismo sarebbe la cura per la nostra economia. Mentre la disoccupazione vola e come le grandi banche mangiano i soldi dei contribuenti, molti finlandesi hanno iniziato a lungo per i tempi prima di aderire all'Unione europea. Sono sicuro che l'accordo TTIP faccia sprofondare l'Europa ancora più in basso nella miseria. Alla fine, tuttavia, può essere una buona cosa. Solo la povertà, l'amarezza e la paura del futuro può mobilitare le persone per le strade per chiedere per una rivoluzione. Penso che in questo momento l'Unione europea involontariamente sta attualmente lavorando a vantaggio dei nazionalisti. A causa di tutto questo, i nazionalisti europei dovrebbero cooperare tra loro e seguire da vicino ciò che sta accadendo in altri paesi europei. Siamo tutti nella stessa barca.

Appunto. Quindi quali sono i vostri progetti e le vostre battaglie comuni con i movimenti italiani?

Abbiamo avuto ospiti italiani in due dei nostri eventi. Nel 2011 il movimento di resistenza finlandese ha organizzato un seminario nazionalista con relatori provenienti da Svezia, Germania e Italia.  Il Leader CasaPound Gianluca Iannone ha tenuto una conferenza. Nello stesso anno i nostri attivisti si sono recati a visitare la sede di CasaPound Verona. Abbiamo imparato molto da loro ampio concetto di attivismo. Lo scorso dicembre, il giorno dell'Indipendenza finlandese, Matteo Caponetti dell’ Associazione Culturale Zenit ha parlato della lotta comune europea. A livello individuale esiste una grande  corrispondenza finlandese-italiana da anni. Penso che i nazionalisti finlandesi e italiani condividono gli stessi valori e gli obiettivi fondamentali. Anche se i nostri paesi differiscono tra loro in molti modi, nazionalisti finlandesi e italiani hanno collaborato già nel 1920 e 1930. Secondo noi, questo legame deve essere rafforzato!