domenica 23 dicembre 2012

Tutti contro Tutti, Tutti per Uno

 
Questo è un articolo che sembra quasi irriverente. Un articolo che può anche strapparci un sorriso ma soprattutto deve farci riflettere. Riflettere se rinnovare o meno tra pochi mesi la fiducia nei loro confronti oppure dargli un segnale definitivo di distaccamento completo. È un articolo, per chi ancora non l’avesse capito, che parla dell’attuale situazione politica italiana.
Che la politica parlamentare, democratica, altolocata abbia perso ormai la fiducia da parte dei cittadini è un dato scontato. Che quei benpensanti borghesi abbiano perso la faccia cadendo in innumerevoli scandali lavorativi e privati è altrettanto scontato. Ma che continuino a cercare (invano, per fortuna) di prendere in giro ancora una volta il popolo italiano per mantenere i loro sporchi privilegi è davvero ridicolo.
 
A pochi mesi dalla elezioni, infatti, stanno davvero dando spettacolo. Sono tutti contro tutti. È perfino nato il “partito degli arancioni” di De Magistris. Senza contare che Montezemolo è sceso in politica, Grillo si definisce il salvatore della democrazia e il cuscinetto contro l’ascesa del ”passo dell’oca” nazista. Berlusconi invece ha promesso di togliere l’IMU. Non importa se qualche mese fa i suoi colleghi l’hanno votata in Parlamento. Ora c’è da gettare fumo negli occhi. E con ogni mezzo ci stanno provando. Il Partito Democratico invece esulta per le primarie. Ha vinto il meno favorito: Bersani (si ironizza). I vinti, da Renzi a Vendola, invece, essendo tutti estremamente democratici, hanno accettato con grande spirito collettivo la sconfitte e ora vanno tutti verso la stessa direzione per il bene dell’Italia. Casini e l’UDC invece cercano validi alleati moderati (chissà che significa, in Italia chi non è moderato?). Fini non ha un’identità. Sta lì. Ma se non ci fosse chi se ne accorgerebbe? La Lega e l’Italia dei Valori, ai quali comunque dobbiamo dare l’unico merito per l’opposizione all’illegittimo governo Monti in tutti questi mesi, promettono battaglia. Ma in realtà, sotto sotto, gratta gratta, una qualche coalizione per piazzare qualche parlamentare in più certo non gli dispiacerebbe e quasi esplicitamente la stanno cercando. La Russa in una trasmissione televisiva ha annunciato la nascita di un suo partito “Fratelli d’Italia”. Come se far politica significasse dare spettacolo. Pannella indice lo sciopero personale della sete contro le condizioni primitive delle carceri italiane.
Eppure questi acerrimi nemici (eccezion fatta alcuni già sopra citati) casualmente, per innato senso di responsabilità, son tutti grati al buon liberal capitalista governo tecnico. Quasi tornano a litigare per accaparrarsi in quest’ultimo più simpatie. Quasi si odiano pur di avere nelle proprie file uno di loro (o magari più di uno). Tutti che promettono continuità alle riforme. Tutti che tornano nei propri passi se si sono azzardati a fare dichiarazioni discordanti con Monti & Co.
 
Che simpatici esemplari questi nostri politici. Mai concordi in nessun punto. Nemmeno per la riforma elettorale che avrebbe permesso di mantenere e rafforzare magari le loro poltrone. Anche lì dovevano far finta di discutere. Perché parliamoci chiaro: non sono per nulla avversari. Sono infatti al massimo due facce della stessa medaglia. Danno spettacolo: discutono, promettono, illudono e poi rispettano. Non il popolo sovrano. Ma le lobby finanziarie internazionali. I liberali, i capitalisti, i privati in parole povere. I detentori della ricchezza mondiale. Rispettano il loro volere, si inginocchiano ai loro programmi politici futuri votando a favore delle loro riforme.
 
Insomma quello che per decenni è stato millantato è tutto falso. La democrazia (o meglio questa forma illusoria di potere) non da la possibilità al popolo di eleggere i loro governanti, bensì solo i camerieri dei veri padroni. I padri fondatori della Repubblica democratica italiana fondata sul lavoro(?) hanno svenduto l’Italia e la sua sovranità politica ed economica. L’ultimo governo tecnico ne è la prova. Andando a votare questi meschini soggetti non solo non avrete mai speranza di un futuro libero e dignitoso ma contribuirete sempre più al rafforzamento di questo sistema usuraio.
 
Alle prossime elezioni rifletti bene. Nessuna loro promessa economica vale quanto la nostra dignità popolare. Il vero estremista è chi ancora crede loro.

lunedì 3 dicembre 2012

Comunità Studentesca Augustea

Alla gioventù di oggi si sta togliendo tutto: il lavoro, la sicurezza, la scuola, la sanità, in una parola il futuro. Questa è una verità che è sotto gli occhi di tutti. 

Accanto a questa realtà palese, tuttavia, ne troviamo una strisciante, subdola, che pochi vedono ma i cui effetti si avvertono in modo netto: ai giovani è stata tolta la Giovinezza.
Può sembrare una contraddizione in termini, eppure è proprio così: i ragazzi oggi sono educati a snobbare il sacrificio, a sguazzare nella superficialità e nel disinteresse, a godere di entusiasmi artificiali e futili, a tendere sempre di più verso il mediocre e il meschino. Contro questa tendenza, è necessario più che mai riaffermare parole e valori quali: coscienza politica, azione disinteressata, fratellanza, solidarietà, partecipazione, azione, gioia, entusiasmo. In una parola: Giovinezza. 


Su questi presupposti nasce, nel luglio del 2012 in seno alla comunità politica Sempre Domani Roma, la volontà di creare un nucleo giovanile rivolto ai licei.

Un progetto che nasce in modo totalmente nuovo rispetto ad altre realtà politiche giovanili: al centro di tutto c'è, infatti, il concetto di "Comunità Studentesca". La "comunità" è un aspetto centrale, in quanto esprime un modo gerarchico, aristocratico (nel senso dei termini greci "areté", virtù, e "kratos", potere, potere ai virtuosi), solidarista di intendere la vita e i rapporti con gli altri. La nostra "comunità" è, tuttavia, "studentesca". Studentesca perchè è dagli studenti che questo progetto prende vita. Studentesca perchè è dalle scuole che bisogna partire e ri-partire. Studentesca perchè soprattutto i giovani, gli studenti, hanno bisogno di riscoprire dei valori che sono stati fatti volutamente e metodicamente dimenticare. Basandosi su questo concetto, ogni comunità studentesca, agirà in modo autonomo per evidenziare e combattere i problemi peculiari del liceo in cui si troverà ad operare, senza doversi conformare obbligatoriamente ad un rigido programma imposto su scala macroscopica. 

Il percorso delle Comunità Studentesche è iniziato dal liceo classico Augusto, uno storico riferimento per l'appio latino/tuscolano, dentro il quale si è già formata una piccola ma ben organizzata comunità militante, attorno alla quale si sono poi aggregati studenti provenienti da altre scuole di Roma, come per esempio il Manara o il Santa Teresa.

Una piccola unità d'azione e d'intenti, quella della Comunità Studentesca Augustea, che è riuscita a diventare un riferimento politico all'interno del liceo, sia a livello elettorale, portando a casa uno tra i quattro seggi della rappresentanza d'istituto, sia a livello pratico, con una miriade di iniziative che vanno dallo sport (CSA Sport) fino alla cultura (conferenze ed eventi di solidarietà organizzati con associazioni culturali e di promozione sociale). Per ultima, ma non meno importante, la presenza della CSA all'interno delle proteste studentesche che hanno riguardato l'Augusto (manifestazioni, occupazione), una presenza fatta di impegno e volontà, per aiutare gli studenti nell'affermare il loro diritto allo studio, in difesa della scuola pubblica.
L'impegno di CSA, pertanto è solo iniziato: davanti a noi si delinea un anno di lotta e di vittoria per migliorare noi stessi e la scuola in cui ci troviamo, con uno sguardo sempre rivolto alle realtà che ci circondano, perchè le Comunità Studentesche non si fermino solo all'Augusto.

sabato 1 dicembre 2012

Svendesi Sanità Pubblica Italiana

Nel nostro ultimo articolo (“Malasanità e Incubo Privatizzazioni”) datato primo Novembre 2012 sottolineavamo come il rischio della privatizzazione totale della sanità italiana fosse non solo un problema da non trascurare ma che, con al governo un banchiere di fama internazionale, diventasse proprio una realtà da combattere.
 
Così, quando nella giornata di Martedì 27 Novembre, il premier Monti ha affermato che il sistema nazionale sanitario è diventato insostenibile per le casse dello Stato, noi non ci siamo di certo sorpresi. D’altronde come può un uomo al servizio della lobby finanziare, in una posizione ghiotta come quella di Presidente del Consiglio, non provare a mettere le mani su un servizio pubblico in linea di massima efficiente?
A dire la verità comunque numerose son state le critiche arrivate da ogni parte sociale. In primis dai sindacati come la CGIL «Se il governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo. Ma non può affamare la bestia per poi svenderla». Oppure Costantino Troise, segretario dell’Anaao-Assomed (Associazione medici dirigenti): «In sostanza dice che i soldi sono finiti e che la sanità se la devono pagare i cittadini, come già ora avviene con la non autosufficienza. Niente di nuovo sotto il sole».
 
Immediate successivamente, viste le reazioni, e come da classico copione democratico, le smentite dei tecnici: «Nessuno pensa alla privatizzazione del servizio sanitario nazionale» ha affermato il ministro Balduzzi«Monti ha parlato solo di nuove forme di finanziamento».
Una linea difensiva però che ci appare ancora una volta insufficiente visto che il banchiere Monti aveva esplicitamente dichiarato «Le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità dei sistemi sanitari, potrebbe non essere garantita se non ci saranno nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni».
Insomma, una minaccia bella e buona. Una sorta di esca per sondare il terreno. E se poi a queste parole ci aggiungiamo che buona parte della politica italiana, del settore industriale (Della Valle in primis) e degli intellettuali accademici ( Guido Tabellini ex rettore della Bocconi) stanno aspettando a braccia aperte nuove manovre di privatizzazione per le loro sporche speculazioni, il quadro diventa drammatico.
 
Già dal governo Berlusconi che consentì ai privati di finanziare il servizio di sanità pubblica mettendo le mani sull’amministrazione di quest’ultima e già dai primi tagli alla sanità del governo Monti che ha visto scendere in piazza anche i “camici bianchi”,possiamo dedurre quale sia, quindi, lo scenario futuro della sanità pubblica italiana.
Una privatizzazione graduale inevitabile con questi meschini soggetti. Cosi come per la scuola e l’università. Una spesa insostenibile perché facente parte dello Stato sociale da smantellare per i mondialisti banchieri.
 
Eppure pochi mesi fa hanno firmato e sottoscritto ESM e Fiscal Compact (manovre economiche da circa quaranta miliardi l’anno di Euro che andranno solamente a rinsaldare le casse della Banca Centrale Europea) eppure continuano a finanziare il pagamento dei Caccia ultramoderni (circa 10 miliardi in totale) ad oggi fortunatamente inutili (ma chissà, il mondialismo riserba sempre grandi sorprese) .
In definitiva, ci stanno svendendo. Vogliono consegnarci un paese gestito e controllato da pochi privati che fanno gli interessi delle lobby internazionali, dove lo Stato sociale sia totalmente smantellato, dove a scuola, all’università e all’ospedale potrai andare solo se sarai ricco, dove a lavoro sarai considerato sempre più come un oggetto, sostituibile da uno più giovane quando non produrrai più come prima.
A chi affidare il tuo futuro sta solo a te decidere.