martedì 10 settembre 2013

Un Governo di Volpi per un Popolo di pecore

La Storia dirà che il governo Monti non bastò agli Italiani.

L’austero, europeista e ultra liberale moderatismo italiano, capeggiato dal Partito Democratico e dal Popolo della Libertà, nonostante il voto a favore per le inutili manovre del professor Monti che di certo non crearono ne occupazione ne svilupparono la crescita del PIL (e che giusto per ricordare a titolo informativo: aumentarono la pressione fiscale introducendo  l’IMU sulla prima casa, liberalizzarono farmaci e licenze per taxi rendendo sempre più precario il mondo del lavoro, mandarono in pensione in ritardo migliaia di lavoratori creando gli ormai celebri “ esodati ” , aumentarono il prezzo della benzina, del gasolio e dell’elettricità, minacciarono tagli ulteriori a sanità, sicurezza e istruzione, si resero disponibili alla delocalizzazione totale della FIAT) , ottennero alle elezioni nazionali, regionali e comunali ancora una volta larga parte dei consensi degli italiani.
 
Tramite la solita strategia della finzione, durante le campagne elettorali post governo Monti, il PD  e il PDL fecero finta (appunto) di essere avversari.  Ci fu chi promise lo sviluppo della crescita e chi addirittura l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa (forse dimenticando che era stata votata dai propri rappresentanti solo qualche mese prima). Fatto sta, che tra una bugia e un’altra, ottennero in totale quasi il 60% delle preferenze. Le loro coalizioni, da sole, però non ottennero la maggioranza dei voti perché l’antagonista Beppe Grillo riuscì a strappare poco meno del 30% dei voti al centro destra-sinistra. A quel punto non avendo da soli la forza e i numeri per mandare avanti un esecutivo, decisero nuovamente di firmare un nuovo Connubio politico alle spalle dei poveri italiani (l’aggettivo non è casuale). Così affidarono con l’aiuto del “saggio Napolitano” (una figura inutile e complice che costa a noi Italiani 250.000 Euro l’anno, visto che si è anche aumentato lo stipendio), il governo al giovane Enrico Letta, un uomo “super partes”,  con un passato nel centro sinistra ma con diversi parenti importanti nel centro destra, un europeista convinto, un liberale affermato, un democratico conosciuto. E per concludere in bellezza: un membro del gruppo Bilderberg (se non sapete cos’è è preoccupante, ma potete sempre recuperare cercando in internet). Insomma, un servo perfetto del sistema bancario internazionale. Un burattino che dovrebbe portare avanti le riforme strutturali affinché l’Italia divenga colonia completa della speculazione internazionale. E come al solito, il centro destra-sinistra lo presentò come il “Salvatore”, colui che se venisse a mancare provocherebbe il caos sul piano politico italiano (almeno stando a quanto detto dai giornali e dai media controllati dai banchieri internazionali). Il suo governo è necessario, per il Pd e il Pdl. D’altronde un governo stabile, ce lo chiede l’Europa.
Ma dopo circa sei mesi dall’insediamento del governo Letta a Palazzo Chigi, un solo decreto è stato portato avanti: “Il decreto del fare”. Un decreto che tra i punti più importanti abolisce la pignorabilità della prima casa da parte degli enti di riscossione delle tasse come Equitalia (mossa sicuramente dettata dalla rivolta popolare passiva che è costata la vita a decine di disoccupati disperati che vedevano togliersi, da agenti sconosciuti  e spietati, l’unico bene materiale primario della loro vita.), fornisce più borse di studio agli studenti meritevoli universitari. Inoltre, il governo ha ufficialmente abolito l’IMU per la prima casa. Un successo fatto passare all’opinione pubblica come merito del Popolo della Libertà che ha voluto fortemente difendere il diritto all’abitazione. Dimenticando, lo ripetiamo, che l’istituzione di questa tassa l’avevano votata loro stessi pochi mesi prima durante l’esecutivo legislativo del professor Monti.  Infine, il governo Letta è attivissimo per cercar di abbassare il prezzo dell’elettricità agli italiani (si parla di un poderoso risparmio che oscillerebbe tra i cinque e i sette euro l’anno a famiglia) e si batte in prima fila, grazie al ministro Kyenge, per i diritti degli immigrati e la loro integrazione nel mondo del lavoro (a 500 € al mese, trattati da schiavi e costretti a vivere in abitazioni fatiscenti, utili solo per arricchire il padrone italiano).

Insomma , un governo che alla luce dell’aumento della disoccupazione giovanile, dell’ennesimo calo del Pil, delle ennesime previsioni pessimistiche sulla ripresa economica del nostro paese e presentato da tutte le parti politiche come unico "salvatore" del paese, ha già fallito. Niente è stato fatto per creare posti di lavoro (eppure dopo pochi mesi dalla formazione del governo, Letta aveva promesso 200.000 assunzioni a tempo indeterminato per i giovani determinati) e niente è stato fatto per favorire l’industria italiana e rilanciarla nel panorama internazionale (anzi l’ILVA è nella situazione che tutti sappiamo e l’Eni, La Finmeccanica e l’Enel stanno per essere totalmente privatizzate).
Ma nel frattempo si parla del successo dell’ IMU, nascondendo il fatto che per coprire le spese ci saranno anche ulteriori tagli alle linee ferroviaria pubbliche e alle forze di polizia e oscurando il fatto che gli unici due miliardi che lo stato ha incassato dalla tassa sull’abitazione principale li ha devoluti alla banca privata della Montepaschi di Siena in profonda crisi di liquidità per oggettive responsabilità dei dirigenti. Si parla di diritti costituzionali per immigrati, dimenticando il fatto che la stragrande maggioranza degli immigrati in Italia entra povera ed esce schiava. Si parla di processi, grazia giuridica a Silvio Berlusconi e modifica della legge Severino, ma non si parla di riforma elettorale cioè l’unica soluzione pratica a questo status di stand by in cui versa la politica italiana.
E sapete di chi è la colpa? Di chi li ha nuovamente rivotati …

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