
L’austero, europeista e ultra liberale moderatismo italiano,
capeggiato dal Partito Democratico e dal Popolo della Libertà, nonostante il
voto a favore per le inutili manovre del professor Monti che di certo non
crearono ne occupazione ne svilupparono la crescita del PIL (e che giusto per
ricordare a titolo informativo: aumentarono la pressione fiscale
introducendo l’IMU sulla prima casa,
liberalizzarono farmaci e licenze per taxi rendendo sempre più precario il mondo
del lavoro, mandarono in pensione in ritardo migliaia di lavoratori creando gli
ormai celebri “ esodati ” , aumentarono il prezzo della benzina, del gasolio e
dell’elettricità, minacciarono tagli ulteriori a sanità, sicurezza e
istruzione, si resero disponibili alla delocalizzazione totale della FIAT) ,
ottennero alle elezioni nazionali, regionali e comunali ancora una volta larga
parte dei consensi degli italiani.

Ma dopo circa sei mesi dall’insediamento del governo Letta a
Palazzo Chigi, un solo decreto è stato portato avanti: “Il decreto del fare”.
Un decreto che tra i punti più importanti abolisce la pignorabilità della prima
casa da parte degli enti di riscossione delle tasse come Equitalia (mossa
sicuramente dettata dalla rivolta popolare passiva che è costata la vita a
decine di disoccupati disperati che vedevano togliersi, da agenti
sconosciuti e spietati, l’unico bene
materiale primario della loro vita.), fornisce più borse di studio agli
studenti meritevoli universitari. Inoltre, il governo ha ufficialmente abolito
l’IMU per la prima casa. Un successo fatto passare all’opinione pubblica come
merito del Popolo della Libertà che ha voluto fortemente difendere il diritto
all’abitazione. Dimenticando, lo ripetiamo, che l’istituzione di questa tassa
l’avevano votata loro stessi pochi mesi prima durante l’esecutivo legislativo
del professor Monti. Infine, il governo
Letta è attivissimo per cercar di abbassare il prezzo dell’elettricità agli
italiani (si parla di un poderoso risparmio che oscillerebbe tra i cinque e i
sette euro l’anno a famiglia) e si batte in prima fila, grazie al ministro
Kyenge, per i diritti degli immigrati e la loro integrazione nel mondo del
lavoro (a 500 € al mese, trattati da schiavi e costretti a vivere in abitazioni
fatiscenti, utili solo per arricchire il padrone italiano).

Ma nel frattempo si parla del successo dell’ IMU,
nascondendo il fatto che per coprire le spese ci saranno anche ulteriori tagli
alle linee ferroviaria pubbliche e alle forze di polizia e oscurando il fatto
che gli unici due miliardi che lo stato ha incassato dalla tassa
sull’abitazione principale li ha devoluti alla banca privata della Montepaschi
di Siena in profonda crisi di liquidità per oggettive responsabilità dei
dirigenti. Si parla di diritti costituzionali per immigrati, dimenticando il
fatto che la stragrande maggioranza degli immigrati in Italia entra povera ed
esce schiava. Si parla di processi, grazia giuridica a Silvio Berlusconi e modifica
della legge Severino, ma non si parla di riforma elettorale cioè l’unica
soluzione pratica a questo status di stand by in cui versa la politica
italiana.
E sapete di chi è la colpa? Di chi li ha nuovamente rivotati
…
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