mercoledì 2 aprile 2014

Marine Le Pen: Regina d’Europa


Già nel nostro articolo di Aprile 2012 evidenziammo i grandi risultati elettorali del Front National alle elezioni nazionali (che proclamarono presidente della Repubblica francese il “socialista” Hollande) poiché raggiunse il massimo storico del 17,8%. Sottolineammo anche come nonostante il pessimo sistema elettorale francese, con un ballottaggio al secondo turno messo a punto per punire i partiti non conformi al liberismo, i suo voti crescevano di tornata elettorale in tornata elettorale. Già nel 2002, il Front National fu sconfitto solo de Chirac in quanto i partiti di dentro destra e centro sinistra, nella fase finale del ballottaggio, fecero confluire i loro voti sul presidente uscente per non far eleggere il nazionalista Jean Marie Pen (padre della odierna leader del “Front National”, Marine Le Pen).

Dunque non si siamo rimasti certo stupiti quando pochi giorni fa il Front National di Marine le Pen ha conquistato ben tredici comuni stracciando il vecchio record di quattro comuni conquistati nel 1995 e nel 1997, nonostante il partito nazionalista francese fosse candidato in soli 600 comuni su oltre 3.600 totali.

Punti cardine del programma di Le Pen sono l’uscita dall’Euro e dall’Unione Europea tramite referendum nazionali consultivi e abrogativi e ritorno alla sovranità monetaria, politica interna di protezionismo del’industria pubblica francese che negli ultimi decenni ha subito un processo graduale di smantellamento, cancellazione degli accordi di Schengen per diminuire l’aberrante flusso immigratorio che sta contaminando la Francia, la priorità e la superiorità delle norme interne su quelle internazionali, freno totale ai piani di privatizzazioni delle aziende francesi.
Grazie a questi punti programmatici radicali il Front National si colloca nelle proiezioni elettorali come il primo partito nazionale sfiorando di poco il 20%. Ben più indietro si collocano “UMP” ( il centro Destra) al 17%   e “PS” (il centro sinistra) al 15%. Senza considerare il fatto che tra i giovani dai 18 ai 25 anni, Le Pen è il leader politico più apprezzato e votato.

In questo scenario di assoluto ottimismo, con previsioni solari per noi contrari a questa Unione Europea comandata da lobby finanziarie e banche spietate,  l’unica nota negativa, paradossalmente viene sempre e comunque dai media e dalla politica italiana, perché come al solito, non hanno perso l’occasione per accendere il cervello e chiudere la bocca. I primi, sempre pronti a etichettare i movimenti antiliberali come razzisti, xenofobi, omofobi e chi più ne ha più ne metta per servire il padrone che li paga. I secondi sempre pronti a strumentalizzare le vittorie altrui per gettarsi sul carro dei vincitori. Addirittura partiti che propugnano la frantumazione dell’unità statale hanno provato a chiedere strane alleanze in chiave antieuropea ai nazionalisti francesi. Oppure partiti che fino a ieri sedevano al tavolo delle grandi coalizioni liberal-democratiche italiane, complici di governi illegittimi e filo europeisti, oggi improvvisamente, a due mesi dalle elezioni per il Parlamento Europeo, hanno trovato nella battaglia contro l’euro un valido motivo per racimolare qualche voto in più e per chiedere anomale alleanze con i patrioti transalpini.

Insomma, mentre Marine Le Pen sta per essere incoronata regina d’Europa, loro non perdono occasione di dimostrarsi degli umili servitori.

Ad Maiora Marine!

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