lunedì 5 dicembre 2011

Zippo Libero !

Nella giornata di mercoledì 30 Novembre, al ritorno da una missione umanitaria in Birmania volta all’aiuto del popolo Karen, Alberto Palladino, per gli amici “Zippo”, militante romano ventitreenne di CasaPound impegnato nel sociale, oltre che nella vita politica, studente universitario, incensurato, viene arrestato dalle forze dell’ordine. Bloccato all’uscita dell’aeroporto da una decina di uomini in borghese, viene portato al carcere di Regina Coeli, in attesa di giudizio. Tutto questo sotto gli occhi attenti delle telecamere dei giornalisti, accorsi entusiasticamente all’evento come se fosse stato, dopo diverso tempo, arrestato un temibile latitante.

Il capo d’accusa a lui rivolto è la presunta aggressione di qualche settimana fa perpetrata ai danni di alcuni giovani del Partito Democratico a Monte Sacro durante una semplice affissione. Una delle vittime, nonché capogruppo del Pd al IV municipio della capitale, Paolo Marchionne ha, infatti, dichiarato alla polizia prima e alla stampa poi che la violenza sarebbe stata effettuata da circa venti ragazzi “fascisti”, tutti a volto coperto e armati o con bastoni o con mazze ferrate. Uno di loro, però, durante l’aggressione si sarebbe scoperto il viso per farsi riconoscere appositamente (?). Costui è Alberto, il quale avrebbe anche schernito il buon Marchionne con frasi del tipo:”Noi due ci conosciamo bene”.

Effettivamente, almeno di nome, i due si conoscevano. Il buon esponente del Pd, infatti, durante l’occupazione a scopo abitativo di CasaPound a Val D’Ala (Roma, IV Municipio) aveva più volte denunciato (esplicitamente e pubblicamente) queste azioni “fasciste” e tutti i suoi responsabili (Zippo compreso) alimentando quel clima d’odio, poi sfociato in diverse manifestazione (non certo pacifiche e democratiche) contro l’occupazione dei militanti di CasaPound.

Una cosa, però, il buon Marchionne non ha raccontato: pochi settimane fa (durante l’occupazione di Val D’Ala, appunto), la famiglia di Zippo ha subito davanti la sua abitazione un attentato incendiario a chiaro titolo intimidatorio. Da chi non si sa, ma crediamo sia facile immaginarlo.
Oltre a Marchionne e i giovani democratici del PD, la loro “onesta” figura l’hanno fatta le forze dell’ordine e gli inquirenti. Non solo perché, nel far riconoscere alle vittime le immagini degli aggressori avevano disposto solo foto di militanti neofascisti, ma anche perché, con una semplice dichiarazione, e quindi senza uno stralcio di prova, hanno incarcerato (ormai quasi una settimana) un giovane incensurato. Senza contare il fatto che le armi a testimonianza dell’aggressione sono state portate in questura dalle stesse vittime e non ritrovate dagli inquirenti.
Così, ancora una volta la democrazia mostra la sua reale faccia, cioè quella di tirannia borghese: ipocrita e mistificatrice. E prendendo spunto dalla voce della fiaccolata organizzata al Gianicolo dalla Comunità Militante di Alberto per la sua stessa libertà, non ci resta che urlare ancora più forte: ZIPPO LIBERO!    

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