giovedì 8 marzo 2012

Siria, una storia già vista

Chi, meglio dell’Italia, conosce la celebre “pax americana”? Chi, meglio dell’Italia, conosce gli effetti di questa vile invasione? Chi, meglio dell’Italia, ha assaporato i suoi lati più falsi e meschini?

Nel 1943, infatti, i marines sbarcarono in Sicilia e un anno dopo ad Anzio. Ci liberarono (secondo molti). Nel 1946 dettarono (seppur non da soli) le norme imperative della Costituzione. La fecero successivamente approvare e ci riempirono d’oro. Tutto ciò in nome della libertà. Contro la tirannia, l’oppressione e la violenza. In cambio pretesero solamente (si fa per dire) la totale soggezione in politica estera ed economica (e forse anche interna a livello sociale) dell’Italia al volere della finanza internazionale (e quindi a stelle e strisce in linea di massima). Hanno privatizzato le banche, ci hanno indebitati e costretti a seguirli in ogni angolo del pianeta per assurde missioni belliche. Ovviamente, sempre in nome della libertà.
Dunque, quando apriamo i giornali, accendiamo la televisione e ascoltiamo i misfatti statunitensi in politica estera noi italiani non dobbiamo certamente meravigliarci. Perché meravigliarsi della aggressioni in Iraq o Afghanistan quando da sessant’anni siamo abituati alle guerre del Golfo, del Vietnam, del Sinai, dei Balcani? Perché meravigliarci di come riescano a fomentare le masse, promuovendo ipocritamente libertà, pace e democrazia quando lo hanno fatto con noi per primi? Lo sapevamo che sarebbe andata così.  Sapevamo in cuor nostro che il loro progetto di dominio del mondo sarebbe stato portato avanti , senza limitazioni morali.
Eppure, nonostante tutti noi fossimo consci di questo loro vile comportamento, siamo sempre stati attenti  a quello che avrebbero prodotto le loro menti.
L’ultima grande missione da attuare è la conquista del mondo arabo e nord africano. Questa larga porzione di spazio l’hanno già mirata e colpita da diversi anni. Hanno cominciato con la Tunisia, per poi arrivare in Egitto e in Libia. Hanno spodestato i vecchi regimi, e ne hanno messi nuovi a loro piacimento. Avevano promesso democrazia (si, sempre questa magica parola) eppure nonostante siano passati diversi mesi ormai, in queste zone c’è tutto tranne che aria di libertà.
Ma non si son certamente fermati li. Devono d’altronde completare l’opera, il progetto di dominio economico del mondo. E così, hanno anche scelto la prossima vittima sacrificale: la Siria di Bashar al-Assad. Come al solito, hanno aizzato la platea con le loro idee liberali. Li hanno portati in piazza, e li stanno tutt’or portando alla rivolta armata. In un anno, la “rivoluzione” (si fa per dire, perché non è cambiato nulla) ha portato la bellezza di novemila morti tra civili (comprese donne e bambini), soldati e ribelli. La regione più colpita è quella di Homs con 3500 morti circa. Dopo poco più di dodici mesi dall’inizio delle ostilità, ancora persistono bombardamenti, attentati, rapimenti. Le forze governative contro l’opposizione armata. Cattivi contro buoni.
Loro, gli U.S.A., ancora non sono scesi in campo a livello militare. Ma solo sul piano politico denunciando più volte le aggressioni e le violenze dell’esercito siriano contro i manifestanti liberali. Hanno invocato anche le sanzioni del loro gioco preferito, l’ONU. Hanno minacciato interventi repentini. Chiedono al governo di Damasco l’accesso al paese per gli operatori umanitari, la cessazione delle violenze e la cooperazione con Kofi Annan inviato speciale dell’ONU. In teoria quindi vorrebbero il dialogo, in pratica stanno ancora una volta ricattando il governo locale ad ascoltare le direttive delle Nazioni Unite, pena la guerra immediata.
Fortunatamente però questa minaccia appare comunque lontana. Infatti, grazie alle recenti elezioni presidenziali in Russia che hanno incoronato ancora una volta Vladimir Putin, la Siria può contare su un valido alleato, anche forse in ambito bellico. Inoltre il supporto della Cina al governo locale di Assad non è si mai esaurito.
Ciò che però preoccupa è appunto il progetto imperialista a stelle e strisce che non conosce ne regole ne limiti. Un progetto che va avanti da decenni. Un progetto incontrastato, truculento. Un progetto vile, falso. Ipotizzare un loro fallimento, una loro disfatta ad oggi appare difficile. Ma è dovere di ogni uomo libero denunciare la loro ipocrisia. Proviamo a fermarli….

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