venerdì 3 agosto 2012

La chiamano Spending Review


Mentre in Germania la Corte costituzionale tedesca ha annunciato di prendere la decisione sul Meccanismo di stabilità europeo (Esm) e sul fiscal compact per il prossimo 12 settembre (ricordiamo sono in gioco manovre da 40 miliardi di euro ogni anno per ridurre il nostro debito pubblico) in Italia l’aumento di tasse e tagli ai più svariati settori dell’economia non incontra alcun ostacolo. Il governo tecnico, infatti, forte dell’appoggio della Troika e del succube silenzio dei partiti nostrani,i sta pian piano attuando il suo progetto di distruzione definitivo dello stato sociale per ridurre ancor di più la nostra sovranità politica e monetaria.

Per fare un breve excursus storico, dopo i provvedimenti presi ad inizio incarico nel Dicembre 2011 ed inseriti nella manovra finanziaria (reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, aumento dell’IVA negli anni, aumento dell’età pensionabile per dipendenti pubblici e privati, aumento del gasolio e della benzina,aumento dell’Irpef, blocco dei fondi alle infrastrutture di Venezia, Napoli, Taranto) si aggiunsero ben presto nei mesi di Gennaio e Febbraio gli aumenti di luce e gas, del pedaggio autostradale, e una tassa sulla “fortuna” (che puniva e punisce chi vinceva una qualsiasi cospicua somma di denaro). Successivamente, non ancora appagati e forti dell’appoggio in Parlamento dei camerieri delle banche di PD, PDL, UDC & Co. , presentarono l’emendamento sulle liberalizzazioni chiamandolo “Salva Italia” che andava a colpire  le categorie dei farmacisti, notai, avvocati e tassisti. Non contenti, spianarono la strada all’unione Europea per l’attacco alla normativa italiana del Golden Share (per il quale appositamente “Il Maestrale” scrisse un articolo), e riformarono (se non abolirono del tutto) l’articolo 18 sulla tutela dei lavoratori.

Oggi questo governo sta tornando all’attacco. La nuova arma è la “spending review”. Cioè un’azione di revisione della spesa pubblica (cosi dice il sito del governo italiano). Un’azione che andrà a tagliare (tanto per cambiare) quindi altri settori fino adesso solo sfiorati dalle manovre demoniache dei tecnici.

Ben cinquanta Province scompariranno (tra cui Terni, Isernia e Matera) in quanto non soddisfano i due requisiti stabiliti dal governo riguardo il minimo numero di abitanti (350 mila) e un minimo numero di chilometri quadrati. I Farmaci dovranno essere prescritti dal medico insieme ad una breve motivazione e il farmacista dovrà obbligatoriamente attenersi alla clausola di non sostituibilità del prodotto appunto prescritto. Il medico ha infine la facoltà di prescrivere prodotti di marca.

Capitolo Università. Poiché i fondi proveniente dallo Stato ogni anno diminuiscono, il “buon governo” ha quindi deciso di aumentare le tasse degli studenti sia fuori corso che in regola con gli esami. Agli atenei il compito di decidere in che modalità e con quali aliquote. Si salveranno solo gli studenti fino al 2016 che hanno un reddito familiare inferiore a 40 mila euro.

Infine tagli anche per la spesa pubblica. Il 20 % del salario base per i dirigenti e il 10% per tutti gli altri dipendenti. Gli strumenti a disposizione sono due: prepensionamenti e mobilità ( con il rischio di finire per due anni all’80% dello stipendio base).

In definitiva dunque nuovi sacrifici chiesti agli italiani, nuovi tagli ai settori e nuovo aumento delle tasse. Tutto questo non per risanare le casse dello Stato bensì per cercar di ottenere il pareggio di bilancio nel prossimo anno. Manovre dure che hanno sollevato numerose polemiche. Manovre che però nemmeno se accorpate raggiungo ricavi per 40 miliardi.

E allora ci chiediamo: se nemmeno questo basta per raggiungere quella cifra e se dovesse passare come legittimo in Germania il trattato ESM e il Fiscal Compact, come faremo noi a ripagare ogni anno per venti lunghi anni la cifra di 40 miliardi euro per ridurre il debito pubblico? Possibile che ancora nessuno in Italia ne parli (se non qualche sito di controinformazione, emarginato dai mass media)?

Nel frattempo l’attuale manovra l‘hanno chiamato Spending Review, come per gettarci altro fumo negli occhi. Anche in questo caso sembra che l’abbiano passata liscia. Ma come il Presidente Monti ha recentemente dichiarato: “Siamo alla fine del tunnel”, anche noi crediamo che questo sistema di iper usura abbia le ore contate.




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