mercoledì 13 marzo 2013

Il caso Chico Forti


Qualche numero fa avevamo scritto della vicenda dei due Marò trattenuti in India e avevamo posto alcuni interrogativi riguardanti la sovranità dell’Italia. Ora a distanza di qualche mese possiamo dire che poco è cambiato e l’unica vittoria italiana,se proprio vogliamo chiamarla cosi,è stata la concessione dell’Alta Corte del Kerala di far rientrare i due militari in Italia durante le feste natalizie per due settimane. Ci si potrebbe dire soddisfatti, ma analizzando bene i dettagli ci si accorge che la concessione è stata data sotto la cauzione di oltre 800 mila euro,in più i due militari hanno dovuto  fornire indirizzi delle abitazioni in cui sono andati nonché i loro numeri di cellulare e tutti i dettagli relativi agli spostamenti che hanno fatto in Italia…beh,non è proprio il massimo per essere un Paese sovrano propriamente detto! Piuttosto sembra che ci sia stato dato un contentino così da far sembrare che il governo italiano abbia smosso le acquee.I due Marò fanno parte di circa 3000 altri nostri connazionali detenuti all’estero. Ora non è questa la sede per analizzare tutti i casi e giudicare chi è colpevole e chi invece no, ma i dati che emergono è che la maggior parte di loro devono essere ancora processati e che solo una piccola parte è in attesa di essere trasferita in Italia per scontare la pena nelle nostre carceri. E questo sicuramente non è un bel dato per il nostro Paese e chi lo governa.
Enrico “Chico” Forti è un italiano trasferitosi negli Stati Uniti nel 1992,precisamente a Miami in Florida. Fino ad un certo giorno la sua vita è stata perfetta,degna di quel sogno americano che tanti sembrano  rincorrere; ma nel giugno del 2000 viene ritenuto colpevole dell’omicidio di un suo presunto amico,Dale Pike, figlio di Anthony,il quale possedeva uno degli alberghi più importanti di Ibiza. Ma questo albergo col passare del tempo va in rovina ed i Pike cercano di convincere Chico a comprarne una percentuale e riescono a truffarlo facendogli credere di aver fatto un affare. Poi arriva il giorno maledetto in cui Chico e Dale Pike  si incontrano appunto per discutere degli accordi sull’acquisizione dell’albergo. L’incontro dura pochissimo tempo,giusto l’attimo per conoscersi,separarsi e poi il giorno dopo il corpo di Pike viene ritrovato senza vita su una spiaggia,ucciso con una calibro 22. Chico però lo viene a sapere qualche giorno dopo quando avrebbe dovuto incontrarsi anche con il padre(ucciso pure lui) ed è qui che inizia il calvario perché viene convocato dalla Polizia come persona informata sui fatti.Ecco perché precedentemente abbiamo definito come “presunto” amico,proprio perchè leggendo vari forum è proprio il fatto che Chico ha negato di averlo incontrato che lo porterà in carcere dove ancora oggi si trova.Quello che sorprende però è la conclusione a cui giunge la corte americana e di cui riportiamo di seguito la traduzione: La Corte non ha le prove che lei sig. Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l’istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest’uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all’ergastolo senza condizionale”!Cioè qui si parla di un verdetto espresso basandosi soltanto su una sensazione,bel sistema di giudizio quello americano! Ora sempre leggendo i vari forum ci si accorge che gran parte delle persone sono a favore dell’innocenza di Forti,ma anche qui ognuno può leggere e fare le proprie considerazioni. Quello che più rammarica è il fatto che siano stati proposti cinque appelli per la revisione del processo ma in tutti e cinque i casi le varie Corti abbiano rifiutato senza motivazione. Chissà perché questo accanimento della polizia nel caso Forti,forse all’origine c’è quel documentario che Forti aveva girato sul caso dell’uccisione di Versace,nel quale Chico sollevava dubbi sull’operato della polizia americana?
Ormai sono passati quasi tredici anni dalla sentenza e dall’entrata in prigione di Forti e negli anni trascorsi l’Italia è stata poco attiva nel cercare di portarlo a processo nella sua nazione. Ed è qui che si inserisce spontaneo il parallelo con i due Marò. Si mette in luce purtroppo la poca valenza che l’Italia ha in ambito estero e sovrano. Siamo un Paese che a parole protegge gli Italiani,ma che con i fatti li lascia abbandonati a se stessi. E’ di fine dicembre 2012 la notizia che il ministro degli Esteri Giulio Terzi abbia rilasciato un’intervista nella quale l’Italia si dice  pronta a far luce sulla vicenda sostenendo che il condannato sia innocente. E chissà per quale oscuro motivo questa notizia è uscita proprio a ridosso delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio che si sono appena svolte? Va bene la campagna elettorale squallida di tutti i partiti per accaparrarsi qualche voto, ma addirittura cercar di fa credere alla gente che si abbia un interesse verso un connazionale che sta in carcere da tredici anni proprio ora,questo non è davvero un comportamento accettabile.
Fino a quando dovremo accettare questo ruolo subalterno dell’Italia? Perché nei programmi politici dei “grandi” partiti non si fa riferimento al ruolo internazionale dell’Italia? E purtroppo i risultati delle ultime elezioni hanno dimostrato che il popolo italiano si è fatto ancora una volta abbindolare da tante promesse.Un consiglio per la nostra Italia vorremmo darlo,quando ci sono nostri connazionali detenuti all’estero facciamo si che il nostro Paese abbia voce in capitolo. Non si esporta solo cibo e abiti,ma anche la sovranità di un popolo e forse è questa la cosa più importante.


 


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