Qualche
numero fa avevamo scritto della vicenda dei due Marò trattenuti in India e
avevamo posto alcuni interrogativi riguardanti la sovranità dell’Italia. Ora a
distanza di qualche mese possiamo dire che poco è cambiato e l’unica vittoria
italiana,se proprio vogliamo chiamarla cosi,è stata la concessione dell’Alta
Corte del Kerala di far rientrare i due militari in Italia durante le feste
natalizie per due settimane. Ci si potrebbe dire soddisfatti, ma analizzando
bene i dettagli ci si accorge che la concessione è stata data sotto la cauzione
di oltre 800 mila euro,in più i due militari hanno dovuto fornire indirizzi delle abitazioni in cui
sono andati nonché i loro numeri di cellulare e tutti i dettagli relativi agli
spostamenti che hanno fatto in Italia…beh,non è proprio il massimo per essere
un Paese sovrano propriamente detto! Piuttosto sembra che ci sia stato dato un
contentino così da far sembrare che il governo italiano abbia smosso le acquee.I
due Marò fanno parte di circa 3000 altri nostri connazionali detenuti
all’estero. Ora non è questa la sede per analizzare tutti i casi e giudicare
chi è colpevole e chi invece no, ma i dati che emergono è che la maggior parte
di loro devono essere ancora processati e che solo una piccola parte è in
attesa di essere trasferita in Italia per scontare la pena nelle nostre
carceri. E questo sicuramente non è un bel dato per il nostro Paese e chi lo
governa.
Enrico “Chico” Forti è un italiano trasferitosi
negli Stati Uniti nel 1992,precisamente a Miami in Florida. Fino ad un certo
giorno la sua vita è stata perfetta,degna di quel sogno americano che tanti
sembrano rincorrere; ma nel giugno del 2000
viene ritenuto colpevole dell’omicidio di un suo presunto amico,Dale Pike,
figlio di Anthony,il quale possedeva uno degli alberghi più importanti di
Ibiza. Ma questo albergo col passare del tempo va in rovina ed i Pike cercano
di convincere Chico a comprarne una percentuale e riescono a truffarlo
facendogli credere di aver fatto un affare. Poi arriva il giorno maledetto in
cui Chico e Dale Pike si incontrano
appunto per discutere degli accordi sull’acquisizione dell’albergo. L’incontro
dura pochissimo tempo,giusto l’attimo per conoscersi,separarsi e poi il giorno
dopo il corpo di Pike viene ritrovato senza vita su una spiaggia,ucciso con una
calibro 22. Chico però lo viene a sapere qualche giorno dopo quando avrebbe
dovuto incontrarsi anche con il padre(ucciso pure lui) ed è qui che inizia il
calvario perché viene convocato dalla Polizia come persona informata sui
fatti.Ecco perché precedentemente abbiamo definito come “presunto”
amico,proprio perchè leggendo vari forum è proprio il fatto che Chico ha negato
di averlo incontrato che lo porterà in carcere dove ancora oggi si trova.Quello
che sorprende però è la conclusione a cui giunge la corte americana e di cui
riportiamo di seguito la traduzione: “La
Corte non ha le prove che lei sig. Forti abbia premuto
materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio,
che lei sia stato l’istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati
trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest’uomo
al penitenziario di Stato. Lo condanno all’ergastolo senza condizionale”!Cioè qui si parla di un
verdetto espresso basandosi soltanto su una sensazione,bel sistema di giudizio
quello americano! Ora sempre leggendo i vari forum ci si accorge che gran parte delle persone sono a favore dell’innocenza di
Forti,ma anche qui ognuno può leggere e fare le proprie considerazioni. Quello
che più rammarica è il fatto che siano stati proposti cinque appelli per la
revisione del processo ma in tutti e cinque i casi le varie Corti abbiano
rifiutato senza motivazione. Chissà perché questo accanimento della polizia nel
caso Forti,forse all’origine c’è quel documentario che Forti aveva girato sul
caso dell’uccisione di Versace,nel quale Chico sollevava dubbi sull’operato
della polizia americana?
Ormai sono passati quasi tredici anni dalla sentenza e
dall’entrata in prigione di Forti e negli anni trascorsi l’Italia è stata poco
attiva nel cercare di portarlo a processo nella sua nazione. Ed è qui che si inserisce spontaneo il parallelo
con i due Marò. Si mette in luce purtroppo la poca valenza che l’Italia ha in
ambito estero e sovrano. Siamo un Paese che a parole protegge gli Italiani,ma
che con i fatti li lascia abbandonati a se stessi. E’ di fine dicembre 2012 la
notizia che il ministro degli Esteri Giulio Terzi abbia rilasciato un’intervista nella quale l’Italia si dice pronta a far luce sulla vicenda sostenendo
che il condannato sia innocente. E chissà per quale oscuro motivo questa notizia
è uscita proprio a ridosso delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio che si
sono appena svolte? Va bene la campagna elettorale squallida di tutti i partiti
per accaparrarsi qualche voto, ma addirittura cercar di fa credere alla gente
che si abbia un interesse verso un connazionale che sta in carcere da tredici
anni proprio ora,questo non è davvero un comportamento accettabile.
Fino a quando dovremo accettare questo ruolo
subalterno dell’Italia? Perché nei programmi politici dei “grandi” partiti non
si fa riferimento al ruolo internazionale dell’Italia? E purtroppo i risultati
delle ultime elezioni hanno dimostrato che il popolo italiano si è fatto ancora
una volta abbindolare da tante promesse.Un consiglio per la nostra Italia
vorremmo darlo,quando ci sono nostri connazionali detenuti all’estero facciamo
si che il nostro Paese abbia voce in capitolo. Non si esporta solo cibo e
abiti,ma anche la sovranità di un popolo e forse è questa la cosa più
importante.
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