giovedì 28 marzo 2013

New World Disorder

Notizia di poche settimane fa è l’invio di circa tremila soldati francesi in Mali per combattere il terrorismo islamico a difesa del governo democratico attuale in ovvia difficoltà. Il presidente francese François Hollande ha dato ordine al suo esercito di intervenire militarmente in Mali per contenere l’espansione militare dei gruppi fondamentalisti islamici nel paese, alcuni dei quali vicini ad al Qaida. Secondo il benpensante, democratico e liberale Hollande “La francofonia non e' solo una questione linguistica, ma 'uno spazio di valori', che ha come priorita' 'la democrazia, i diritti dell'uomo, il rispetto della liberta' di espressione, l'affermazione che ciascun essere umano deve poter scegliere i suoi dirigenti''.
 
Pochi giorni dopo il bel discorso pronunciato in Congo, l’aviazione francese ha “giustamente” attaccato la città di Gao (in Mali) , dove i gruppi islamici sono molto forti: colpendo l’aeroporto, il quartier generale della polizia islamica e diversi luoghi occupati dai ribelli legati ad al Qaida. I soldati francesi sono arrivati a Bamako (capitale) e in altre zone del paese aiutati dai rinforzi militari africani inviati dai governi di Nigeria, Togo e Benin (circa mille quest’ultimi). L’ONU ha ovviamente approvato e legittimato l’intervento militare francese. D’altronde la causa democratica contro il fondamentalismo islamico è più che nobile.
Notizia di pochi giorni fa, invece, è la volontà ormai divenuta esplicita del governo britannico e francese (ancora una volta presente in prima fila) di inviare munizioni, rifornimenti e aiuti economici all’esercito libero siriano che sta combattendo da due anni a questa parte contro il regime Assad e l’esercito repubblicano. Lo stesso esercito libero che soli pochi mesi fa era stato pubblicamente definito, anche dall’ONU, come un esercito di mercenari non siriani finanziati da paesi esteri come Kuwait, Bahrain, Arabia Saudita. Un esercito composto soprattutto da terroristi islamici legati ad Al Qaida.
Due azioni politiche e militari quindi diverse e assolutamente aberranti ma fatte passare entrambe agli occhi dell’opinione pubblica come due battaglie legittime e di assoluta importanza per la lotta per la democrazia e la pace mondiale. Due notizie che sottolineano ancora una volta l’incoerenza del New World Order, pronto a passare oltre ogni compromesso, in qualsiasi momento e a qualsiasi costo pur di raggiungere il suo fine: assoggettare tutte le nazioni libere ad un governo globale. Un progetto privo di dignità che solo in Siria in due anni di combattimento ha portato alla morte di decine di migliaia di civili. Un progetto che sta portando morte ora anche in Mali.
Il Mali, infatti, indipendente dalla Francia dal 1960, è un paese estremamente ricco di uranio che favorisce da decenni i i traffici delle potenze speculatrici Occidentali, oggi intenzionate dunque a preservare questo “loro” tesoro. Un paese da difendere contro i barbari islamici con smanie di libertà e indipendenza.
 
La Siria, invece, è un paese sovrano sul piano politico, con un leader carismatico eletto regolarmente dal suo popolo. Un paese sovrano sul piano economico perché non succube ai poteri finanziari internazionali o alle banche centrali private, ma che semplicemente stampa la sua moneta, la Lira Siriana. Un pese sovrano sul piano militare e sociale. Un paese unito e libero. Un cattivo esempio per le nazioni dormienti e ammaestrate(vedi: Repubblica Italiana Democratica) Un paese da sconfiggere ad ogni costo. Anche scendendo a compromessi con i fondamentalisti islamici a loro volta intenzionati a rovesciare il governo Assad perché l’unico davvero laico e non fondamentalista e sunnita del Medio Oriente.
 
Due paesi diversi e distanti tra loro ma entrambi finiti nel mirino del NWO. Il progetto mondialista estremamente spietato che ha fatto cadere ormai decine di governi scomodi in tutto il mondo ( vedi Libia, Iraq per fare gli esempi più recenti). Un progetto, però, la cui realizzazione pare fortunatamente ancora un miraggio. Russia, Iran e Cina , infatti, difendono quotidianamente in campo diplomatico e umanitario la Siria, il suo popolo, il suo legittimo governo e ogni nazione libera del globo terrestre. I terroristi dell’esercito libero sono sterminati a dozzine ogni giorno. In tutte le nazioni d’Europa giovani militanti della causa siriana portano avanti la battaglia di contro informazione a favore della sovranità della Siria (ultima azione quella relativa alle bandiere portate a Piazza San Pietro durante il primo Angelus di Papa Francesco I).
L’ipocrisia e la mistificazione della realtà quindi stanno incontrando delle grandi difficoltà. E ad oggi, ad essere sinceri, in questo meschino miscuglio globale di interessi ,il famigerato e spietato Nuovo ordine Mondiale pare più un’utopia che un progetto politico. Un vantaggio per i rivoluzionari di tutto il mondo che combattono ogni giorno a favore della sovranità della propria nazione. La Siria ce lo sta dimostrando: è fallace questo New World Disorder…

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