lunedì 11 agosto 2014

Carcere o strutture alternative? Questo è il dilemma…



Quattro mura possono essere un luogo accogliente in cui trascorrere parte della nostra vita in modo comodo e con l'affetto dei nostri cari. Quattro mura, però, possono rappresentare allo stesso tempo anche un luogo meno accogliente in cui trascorrere un giorno,un mese,un anno o un periodo più lungo della nostra vita.

Nel corso della vita può accadere di commettere degli errori e che si venga "sbattuti dentro"come punizione. Generalmente non è un’esperienza da augurare a nessuno. In Italia, poi, figuriamoci.

La realtà del nostro paese, in merito al questo tema, parla di un sovraffollamento nelle carceri superiore al 100%. Cioè in una cella si riesce ad entrare a malapena; basti pensare che tre detenuti sono già troppi,il che vuol dire che ognuno di loro ha a disposizione meno di tre metri quadrati come spazio personale. E già qui si notano condizioni non certo positive per chi è "ospite". C'è anche un alto numero di suicidi dovuti probabilmente a queste pessime condizioni ed in più spesso si verificano decessi non proprio di natura ordinaria,detenuti che muoino senza però avere un minimo di notizie sul perché e sul come di questa morte.
Tutte cause che hanno portato alla sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo del 8 gennaio 2013 che ha condannato l'Italia e il suo sistema penitenziario. A finire sotto i riflettori è la violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea,ovvero condizioni pessime nelle nostre carceri: mancanza d'acqua,di luce e ventilazione su tutti. L'Italia è stata disposta a pagare una cifra di 100.000 euro per tutti i ricorrenti contro lo stato.

Ma “stranamente” poco dopo, ecco all’improvviso notizie sorprendenti in cui l'Italia viene addirittura
promossa dalla Corte di Strasburgo: le carceri risultano migliorate in termini di infrastrutture e sovraffollamenti; è infatti, calato il numero dei carcerati quindi ora una cella sembra essere più vivibile rispetto a prima. Pensare che questo risultato si potrebbe ancora ridurre considerato che un terzo della popolazione carceraria è straniero. Sarebbe pensabile quindi far scontare la pena nei loro paesi d'origine!
In Italia,il carcere è senza dubbio un ambiente diseducativo,chi esce dal carcere viene trasformato in una persona sicuramente peggiore,quindi possiamo dire che è una struttura punitiva. Sicuramente ogni caso andrebbe analizzato con molta cura ma siamo sicuri che punire è l'unica soluzione ammessa? Abbiamo mai pensato invece a strutture alternative al carcere in grado di recuperare un soggetto che ha commesso un errore? Certo,siamo d'accordo con un primo stadio di punizione,ma purché la punizione sia proporzionata al danno commesso dal carcerato. Soprattutto per alcuni reati minori il carcere dovrebbe essere un momento temporaneo e anche breve per così dire,un momento di transito in cui riflettere e capire per poi essere mandati in centri di recupero. Il recupero di un carcerato sarebbe una grande vittoria. Il reinserimento nella società già di per se sarebbe un'alternativa al carcere a vita.

Ricominciare una nuova vita,lavorare,studiare,forse non sarebbe una soluzione da scartare. Ma è il popolo italiano che è influenzato e che vede al di sopra di ogni problema il carcere come soluzione. La nostra politica è anch'essa schiava dell'opinione pubblica,i magistrati se ne fregano. Una piccola parte però lotta per i diritti umani,arrivando perfino a fare scioperi della fame e della sete e ingaggiando battaglie che spesso vengono sottaciute da molti giornali. Una manifestazione che forse porterà il popolo italiano ad aprire gli occhi perché in fondo basterebbe educare la gente,così come si fa con ogni cosa. Sarebbe ora di finirla con il ragionamento del luogo comune,sarebbe anche ora di smetterla di andare a votare sempre i soliti buffoni che si scambiano le poltrone. Perfino l'Onu ha proposto all'Italia misure alternative alle carceri.

Questo dovrebbe far riflettere tutti. Ma la situazione carcere è un tassello del mosaico. ci sono altri tasselli che ugualmente andrebbero visti con un'ottica diversa,non omologata. Non vi auguriamo il carcere ,ma siete proprio sicuri che questa finta democrazia non sia già il vostro carcere?

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