lunedì 2 aprile 2012

Hanno disintegrato la Nazione, ora distruggono lo Stato.

Conferenza del 21/03/2012, ore 18:00, presso lo spazio libero Tenaglia. Tenaglia è il nucleo. E’ aggregazione e promozione sociale. E’ officina delle idee. La nostra forgia ha una fiamma che brucia le parole futili. Parole spesso martirizzate rispetto al loro senso. Parole di cui si è spesso abusato, o ignorato il significato. Al Tenaglia si tenta di far suonare le parole “forte e chiaro”, si prova a produrne “poche ma buone”. Cercano di essere attuali, in un momento storico come questo. Parlano di una crisi avanti alla svendita in sordina dello stato nazionale mediante i suoi gioielli industriali.
La Nazione invece, la sua idea, l’hanno distrutta tempo fa.
Quindi se ci chiedono perché è importante esserci quando si parla “poco ma bene” noi amiamo rispondere che:”quando si parla troppo si perde di vista che il tempo d’agire è già giunto”.
Ha parlato al Tenaglia Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice e professore di storia contemporanea; ha parlato Paolo Zanetov, scrittore e ricercatore presso l’Istituto Luce.

Al Tenaglia si parla di Nazione. Dei processi di disgregazione della cultura storica dell’Italia unita rispetto la diffusione, o meglio, della riaffermazione dei particolarismi. Si torna indietro dunque, di quasi duecento anni, all’Italia del 1815, ancora prima a quella dei Comuni; uno spettro lontano secoli rispetto la Nazione della “primavera dei popoli”, del 1848.
Eppure la cultura, anche quella politica, dovrebbe essere il motore dell’evoluzione di uno stato e di una nazione che nata tardi, resta unita e compatta, in un fronte di popolo, davanti le difficoltà che gli si prospettano a spregio di un individualismo cinico e spietato figlio di questo tempo.
Hanno disintegrato la Nazione, ora distruggono lo Stato.
Si è dimenticato che l’Italia, riportando Zanetov :”Non è unita da un legame razziale, bensì da un excursus storico, da un’esperienza comune che trova il proprio riconoscimento nei processi di formazione della sua idea di Nazione e, congiuntamente, di quelle di delegittimazione della stessa.”.
A partire dal 1947, tutto quello che è stato il vero collante di un intero popolo, è stato gettato in pasto al mostro della dimenticanza. Parlato ci spiega come i padri fondatori della Nazione intesa come idea, da Pisacane a Mazzini, passando per Garibaldi erano “troppo fascisti” per permettere alla stessa di mantenere, questi uomini e le loro idee, come bagaglio culturale del proprio popolo. A dispetto di un recente rispolvero di figure come Garibaldi e di tutti i grandi uomini che hanno contribuito a “fare l’Italia”, l’impressione è che di tanti soltanto uno sia stato salvato: il riferimento è a Mameli. Che piuttosto della sua fine eroica, viere ricordato soltanto per il suo talento musicale. L’inno stesso, dello stato italiano è sempre meno l’inno della Nazione. Come se tutto si fosse ridotto ad un momento di folklore da rilegare ad una manifestazione sportiva, ad una commemorazione di facciata ! Bella l’Italia, purché non si parli di quanto sia bella la nazione !

Stiamo perdendo le nostre avanguardie culturali, soggetti alla “piccola Yalta” immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale, dove le nuove forze politiche presenti nello stato hanno spartito in settori i residui di ciò che al paese era rimasto: il PCI la cultura, la DC lo stato ed un terzo polo, di esclusi, ad occupare lo spazio compresso –oggi sempre più- dei temi sociali, tragicamente legati ad un’idea di stato sociale che troppo confluiva in quella liberal-democratica neo-atlantista.
Si é perso, definitivamente, negli anni il concetto di nazione. Si è distorto quello di “fazione”. Una volta considerato nucleo rivoluzionario, identitario, culturale oggi inteso come gruppo di interesse non solo politico ma economico. Testimonianza netta è l’appoggio fornito dai partiti italiani al governo Monti. Come possono forze politiche nazionali contribuire alla formazione prima e alla crescita poi di un’amministrazione banaria e dunque anti nazionale? Le lobby finanziarie comandano le fazioni. La Nazione è praticamente del tutto debellata. Chi vuole essere complice è ancora in tempo ….

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