Quando l’associazione Sempre Domani portò mesi fa avanti una battaglia d’informazione contro il potenziale
disegno politico del governo tecnico di svendita delle ultime quote pubbliche
dei gioielli di Stato (Eni, Enel e Finmeccanica), da molti fu ritenuta come una
campagna a prescindere contro il governo
Monti. Migliaia di cartelli in tutta Roma simulavano la messa in vendita dei
colossi sopracitati,come si mettesse in vendita una casa o una semplice
macchina. In quel momento ancora nessun esponente del “governo tecnico“aveva
dato modo di pensare ad una cosa del
genere. Poteva sembrare solo un azzardo politico.
Il governo fu impegnato in primis nell’inasprimento della
pressione fiscale, nella stipula di accordi, anzi vere e proprie trappole,
finanziarie ed economiche, per la modifica dello Statuto dei Lavoratori. Della
svendita degli ultimi gioielli di Stato ancora non c’era nessuna traccia.
In vista della fine del mandato politico e con
l’approssimarsi delle elezioni, è stato poi tempo di sondaggi. I presuntuosi
tecnici, vuoi per la loro arroganza vuoi per la loro folle linea politica
d’austerità/povertà, si sono dovuti arrendere ad una dato incontrovertibile:
poco meno del 10% degli italiani rinnoverà loro la fiducia. Non saliranno da
soli nuovamente sulla poltrona del governo.
Così, in questi ultimissimi due mesi, hanno dato una scossa
al loro programma politico. E guarda un po’, tra gli ultimi punti ancora non
attuati c’è proprio quello di svendere parte dei settori nevralgici
dell’economia italiana a imprenditori privati soprattutto stranieri. Per far
divenire una volta per tutte, e soprattutto per sempre, l’Italia un paese
liberista e iper capitalista. Un paese figlio del “sogno americano”.
Negli ultimi giorni infatti, ha subito un’accelerata
inspiegabile la vendita dell’ “Ansaldo Energia” controllata da Finmeccanica,
all’azienda tedesca “Siemens”. Una vendita maturata nel silenzio politico più
totale eccezion fatta per alcuni esponenti delle ali più
radicali che definiscono questa mossa come “una scellerata pericolosa vendita
di un
patrimonio tecnologico e produttivo italiano, che andrà a
rinforzare il maggior concorrente produttivo, la Germania , con conseguenze
economiche e occupazionali drammatiche per Genova e l’Italia intera”.
Ci chiediamo come mai l’amministratore delegato di
Finmeccanica Giuseppe Orsi voglia disfarsi delle attività “civili” come treni
ed energia, proprio prima delle elezioni politiche mettendo a rischio il
futuro, già peraltro incerto e complesso, industriale, autonomo e pubblico,
italiano.
Dopo solo qualche giorno però dalla notizia della possibile
cessione dell’ “Ansaldo Energia”, ecco che leggiamo nei quotidiani nazionali
dell’arresto dell’amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, per
uno scandalo di corruzione internazionale che vede protagoniste ricche tangenti
economiche all’India per la vendita di circa 12 elicotteri da parte di
Finmeccanica.
Uno scandalo che avrà sicuramente ripercussioni politiche in
quanto sarà bloccata fortunatamente la vendita dell’ ”Ansaldo Energia” alla
tedesca “Siemens” e ripercussioni giudiziarie in quanto le indagini della
Magistratura hanno ormai invaso le pagine dei maggiori quotidiani italiani e
sono sulle labbra di una attonita opinione pubblica.
Ciò che preme però sottolineare oltre che il silenzio totale
e inaccettabile della classe politica italiana che ancora una volta si dimostra
inefficiente e corrotta, è la difesa che alcuni esponenti e leader di partito
hanno intavolata a favore dell’A.D. Orsi. Per alcuni il sistema delle
“mazzette” nella prassi internazionale è uso consolidato. È un uso che
favorisce “gli affari”. Come a dire:
“Tutti fanno così, quindi noi facciamo così ed è giusto così”. Una
logica primitiva e in malafede. E per fortuna
che la chiamano “Seconda Repubblica Italiana” nata dalle ceneri di
Tangentopoli.
Questa situazione comunque non fa altro che rinvigorire il
nostro giudizio negativo su questi pagliacci in giacca e cravatta. Pagliacci
che in vista delle elezioni stanno tornando a dare spettacolo deliziandoci con
slogan di banale intelligenza e di involontaria ironia.
Vivere nell’Italia della corruzione e della disoccupazione,
del sistema delle mazzette e dei soprusi non è più accettabile. Non esiste più un
partito a difesa dello Stato Sociale, dell’Industria, del lavoratore italiano.
Alle prossime elezioni il voto va radicalizzato. Falli Piangere.
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