mercoledì 20 febbraio 2013

C’è Un’Italia da Svendere


Quando l’associazione Sempre Domani portò  mesi fa avanti una  battaglia d’informazione contro il potenziale disegno politico del governo tecnico di svendita delle ultime quote pubbliche dei gioielli di Stato (Eni, Enel e Finmeccanica), da molti fu ritenuta come una campagna  a prescindere contro il governo Monti. Migliaia di cartelli in tutta Roma simulavano la messa in vendita dei colossi sopracitati,come si mettesse in vendita una casa o una semplice macchina. In quel momento ancora nessun esponente del “governo tecnico“aveva dato modo di pensare ad  una cosa del genere. Poteva sembrare solo un azzardo politico.

Il governo fu impegnato in primis nell’inasprimento della pressione fiscale, nella stipula di accordi, anzi vere e proprie trappole, finanziarie ed economiche, per la modifica dello Statuto dei Lavoratori. Della svendita degli ultimi gioielli di Stato ancora non c’era nessuna traccia.

In vista della fine del mandato politico e con l’approssimarsi delle elezioni, è stato poi tempo di sondaggi. I presuntuosi tecnici, vuoi per la loro arroganza vuoi per la loro folle linea politica d’austerità/povertà, si sono dovuti arrendere ad una dato incontrovertibile: poco meno del 10% degli italiani rinnoverà loro la fiducia. Non saliranno da soli nuovamente sulla poltrona del governo.

Così, in questi ultimissimi due mesi, hanno dato una scossa al loro programma politico. E guarda un po’, tra gli ultimi punti ancora non attuati c’è proprio quello di svendere parte dei settori nevralgici dell’economia italiana a imprenditori privati soprattutto stranieri. Per far divenire una volta per tutte, e soprattutto per sempre, l’Italia un paese liberista e iper capitalista. Un paese figlio del “sogno americano”.

Negli ultimi giorni infatti, ha subito un’accelerata inspiegabile la vendita dell’ “Ansaldo Energia” controllata da Finmeccanica, all’azienda tedesca “Siemens”. Una vendita maturata nel silenzio politico più
totale eccezion fatta per alcuni esponenti delle ali più radicali che definiscono questa mossa come “una scellerata pericolosa vendita di un
patrimonio tecnologico e produttivo italiano, che andrà a rinforzare il maggior concorrente produttivo, la Germania, con conseguenze economiche e occupazionali drammatiche per Genova e l’Italia intera”.
Ci chiediamo come mai l’amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi voglia disfarsi delle attività “civili” come treni ed energia, proprio prima delle elezioni politiche mettendo a rischio il futuro, già peraltro incerto e complesso, industriale, autonomo e pubblico, italiano.
Dopo solo qualche giorno però dalla notizia della possibile cessione dell’ “Ansaldo Energia”, ecco che leggiamo nei quotidiani nazionali dell’arresto dell’amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, per uno scandalo di corruzione internazionale che vede protagoniste ricche tangenti economiche all’India per la vendita di circa 12 elicotteri da parte di Finmeccanica.
Uno scandalo che avrà sicuramente ripercussioni politiche in quanto sarà bloccata fortunatamente la vendita dell’ ”Ansaldo Energia” alla tedesca “Siemens” e ripercussioni giudiziarie in quanto le indagini della Magistratura hanno ormai invaso le pagine dei maggiori quotidiani italiani e sono sulle labbra di una attonita opinione pubblica.
Ciò che preme però sottolineare oltre che il silenzio totale e inaccettabile della classe politica italiana che ancora una volta si dimostra inefficiente e corrotta, è la difesa che alcuni esponenti e leader di partito hanno intavolata a favore dell’A.D. Orsi. Per alcuni il sistema delle “mazzette” nella prassi internazionale è uso consolidato. È un uso che favorisce “gli affari”. Come a dire:  “Tutti fanno così, quindi noi facciamo così ed è giusto così”. Una logica  primitiva e in malafede. E per fortuna che la chiamano “Seconda Repubblica Italiana” nata dalle ceneri di Tangentopoli.
Questa situazione comunque non fa altro che rinvigorire il nostro giudizio negativo su questi pagliacci in giacca e cravatta. Pagliacci che in vista delle elezioni stanno tornando a dare spettacolo deliziandoci con slogan di banale intelligenza e di involontaria ironia.
Vivere nell’Italia della corruzione e della disoccupazione, del sistema delle mazzette e dei soprusi non è più accettabile. Non esiste più un partito a difesa dello Stato Sociale, dell’Industria, del lavoratore italiano. Alle prossime elezioni il voto va radicalizzato. Falli Piangere. 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento