giovedì 25 aprile 2013

Verba Volant, Politicus Manent: Buon 25 Aprile




Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat, la disoccupazione in Italia si attesterebbe al 11,6%, mentre quella giovanile supera addirittura il 30%. Le delocalizzazioni delle nostre industrie all’estero hanno, inoltre, provocato la perdita di 35000 posti di lavoro in soli due anni. Secondo la Confcommercio, invece, sono ben quattro milioni i poveri in Italia. Quattro milioni di cittadini italiani che non riescono più a sopravvivere dopo l’inasprimento del carico fiscale e la continua crescita della precarietà. Sempre secondo la Confcommercio una famiglia italiana su due non arriva alla metà del mese. Soltanto l’1% è invulnerabile alla crisi. Per l’Inps gli esodati sono molti di più di quelli calcolati dal ministro Fornero e il fondo di solidarietà non basta a coprire le loro pensioni. Per la CGIL sono quasi cinque milioni i lavoratori precari in Italia. Le famiglie hanno perso il loro valore d’acquisto in quanto hanno detto addio ai propri risparmi. Infine, le bollette della luce e del gas non sono mai state cosi salate nella storia d’Italia.

In questo scenario apocalittico, non può essere poi di certo dimenticata la politica italiana. Con i suoi 630 deputati e 315 senatori, con i suoi milionari rimborsi elettorali ai partiti e con le sue infinite spese di mantenimento (auto blu, pensioni d’oro, ecc. ecc.) il quadro diviene sempre più deprimente. La spesa pubblica italiana è ipersatura. È un chiaro insulto alla situazione drammatica delle famiglie italiane.

Eppure, come da solito e decennale copione, ogni buon politico, quindi democratico, moderato e liberale con la giacca, la cravatta e il capello pettinato, e di conseguenza avverso agli “estremismi” e al “populismo” in jeans e  felpa, si ritiene contrario a questa situazione. Ogni buon uomo di partito, solo due mesi fa, infatti, in vista delle elezioni, si era detto assolutamente favorevole all’immediato taglio dei costi della politica (partendo innanzitutto dal proprio salario, passando per il taglio al rimborso elettorale per i partiti e arrivando fino all’abbattimento delle pensioni d’oro e delle auto blu). Passati due mesi, e soprattutto passate le elezioni, tutto ciò stranamente non si è ancora avverato. Ma poche e isolate restano le voci che ricordano a questi intoccabili individui quanto promesso in precedenza.
D’altronde quanto sopra citato non sembra oggi essere una battaglia da portare in parlamento e sulla prima pagina dei quotidiani. Prima della povertà delle famiglie, del sovraccarico fiscale, della disoccupazione e precarietà giovanile, va formato un nuovo governo di responsabilità nazionale anche a costo di scendere a compromessi con l’acerrimo avversario del PD o del PDL. Le elezioni vanno scongiurate, rischierebbero infatti di fargli perdere il posto come alcuni dei loro colleghi in precedenza. Rischierebbero di non trarne vantaggio da questo circo che è la politica italiana. Ma prima ancora di accordarsi su come mantenere i propri privilegi va nominato il Presidente della Repubblica. Questa più che onorevole carica democratica che costa ai cittadini più di 250 mila euro anno, è simbolo di Pace, Libertà e Democrazia. Una carica che firma patti di stabilità con l’Europa costandoci oltre cento miliardi di euro in poco meno di venti anni, che si aumenta lo stipendio in un periodo di collasso economico e finanziario, una carica che permette ad un paese come l’India di arrestare due nostri soldati rei di aver ucciso due pescatori in acque sottoposte al diritto internazionale senza alzare mai la voce. Insomma va nominata una carica fantoccio. Un pupazzo democratico da esibire in giro per il mondo come simbolo di anti sovranità dell’Italia. Un anziano borghese che il 25 Aprile pronuncerà il solito discorso di vittoria e liberazione contro il potere totalitario nazi fascista in Italia augurandosi che questa pace, questa libertà e questa democrazia restino intatte fino alla fine dei tempi. Augurandosi che il populismo sia sconfitto in quanto figlio della demagogia. Augurandosi che la politica italiana trovi una soluzione di unità e compattezza per risolvere i problemi del paese e per spegnere definitivamente questi  sentimenti di rivoluzione.
In definiva quindi passano gli anni, i lustri, i decenni; passano le parole, i programmi e le promesse elettorali ma ciò che rimane sono sempre loro: i politici italiani in giacca e cravatta. Simboli mafiosi, corrotti e succubi di un paese in ginocchio.
Il 25 Aprile pensa a chi ha vinto la guerra  prima di festeggiare.

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