lunedì 17 giugno 2013

Primavera Turca, Chi semina Vento Raccoglie Tempesta


Risalgono solamente a pochi mesi fa le dichiarazioni del presidente sunnita turco Erdogan riguardo la situazione in Siria, in un incontro politico con Obama:”Vogliamo una Siria libera dalla tirannia di Assad, siamo in pieno accordo con gli Stati Uniti. Bisogna porre fine a questa sanguinosa crisi ed istituire un nuovo Governo”. Durante quella giornata Erdogan si schierò esplicitamente anche contro il potenziale uso di armi chimiche da parte del “dittatore siriano” contro i ribelli democratici e propose l’istituzione di una “no fly zone” con il supporto della NATO.

Con quelle dichiarazioni si meritò il plauso della stampa occidentale, della finanza mondiale (interessata a mettere le mani sui giacimenti di gas siriani), e dei leader politici fedeli al New World Order. Finalmente, così, l’Occidente poteva contare su un fortissimo alleato in Medio oriente (oltre all’Egitto dei Fratelli Musulmani, che Erdogan ha più volte elogiato e forse anche finanziato) nella guerra portata avanti contro Assad.

Ma come scriveva Brasillach: “L’opera dei malvagi è caduca”. Fortunatamente aggiungiamo.
 
Fortunatamente perché la crisi siriana sta forse giungendo al termine con l’esercito repubblicano ormai dominatore di quasi tutta la Siria (anche quella Meridionale con la conquista avvenuta pochi giorni fa di Qusayr, vecchia roccaforte dei ribelli)  e perché in Medio Oriente le cose non stanno andando affatto bene ai fomentatori della”Primavera Araba”: in Libia bande criminali terroristiche quasi ogni giorno commettono attentati contro le forze governative uccidendo anche e soprattutto civili; in Egitto la situazione politica non si è mai placata e l’opposizione a Morsi diventa sempre più forte e in Turchia sta scoppiando una vera a propria Rivoluzione.

Pochi giorni fa, infatti, è scoppiata la collera dei cittadini turchi per difendere Gezy Park (ad Istanbul) dalla costruzione di un nuovo centro commerciale (che prevede l’abbattimento di circa 600 alberi) per volere diretto del governo. Una goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno di problematiche mai risolte da Erdogan: la politica estera filo americana, la vicinanza mostrata più volte ai terroristi mercenari in Siria e ai gruppi armati sunniti, un economia poco brillante e tutt’altro che in ascesa. 
Manifestazioni d’opposizione al governo scoppiate su tutto il territorio turco (da Ankara a Istanbul passando per Adana) che hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di cittadini e che non esitano a cessare, nonostante il pugno di ferro della polizia. Migliaia di cittadini turchi feriti, centinaia di arresti per gli scontri con la polizia, e tre morti tra i civili, tra cui un militante ventenne del Partito Repubblicano. 
Una risposta governativa durissima: con la polizia pagata per non fare un passo indietro e che, forse (come testimoniano alcuni manifestanti alla stampa locale e internazionale), ha usato più volte anche sostanze chimiche mischiate ai lacrimogeni per disperdere i facinorosi. Una risposta politica però inefficace a giustificare queste atrocità: qualche contromanifestazione indetta dai fedelissimi di Erdogan (pochi, visti anche i consensi in discesa dal 50% al 38% dell’AKP il partito islamico di Erdogan), qualche sciocca dichiarazione contro twitter (“il male assoluto della società”) e social network vari a cui va la colpa di aver provocato prima e alimentato poi gli scontri e qualche inutile minaccia con fini velleitari di far cessare le manifestazioni in cui vengono avvisati gli oppositori che: “la pazienza del governo sta per finire”.
E l’asse politica Occidentale tanto fedele al premier Turco? Quell’asse politica in prima fila per denunciare Assad e i suoi “crimini” contro i civili per garantire la pace dell’umanità? Per ora non si sbilancia a schierarsi (come al solito in attesa di buttarsi sul carro dei vincitori) ma lancia qualche banale appello al dialogo politico, al bene della democrazia, etc etc.
E la stampa internazionale? Perché non denuncia Erdogan esplicitamente per l’uso della forza contro i civili come ha fatto con Assad, quasi fosse una caccia all’uomo? Perché si limita a narrare i fatti con una fredda distanza e non a commentarli come ha fatto con le stragi in Siria (peraltro mistificate e attribuite ad Assad e al suo regolare esercito di leva)? Perché non denuncia approfonditamente l’uso di sostanze chimiche contro i manifestanti come ha fatto con la Siria che, in realtà, mai le ha usate?

Insomma, che imparino la lezione questi pagliacci al servizio della finanza mondiale e del New World Order: chi semina vento, raccoglie tempesta …
 

Nessun commento:

Posta un commento