Dominique Venner, Samurai d'Occidente
Dominique
Venner naque il 16 aprile 1935
a Parigi, a diciotto anni si arruolò volontario come
paracadutista nell’esercito francese durante gli anni della guerra
d’indipendenza Algerina. Militante politico della Jeune Nation e dell’OAS fondò
il gruppo Europe-Acion negli anni sessanta. Storiografo, e saggista vinse nel
1981 un premio dell’Académie Française con un saggio sulla guerra civile russa.
E’ stato autore di numerosi libri, intellettuale d’area e studioso, reso
maggiormente noto al mondo per il suo gesto estremo, sulle orme di Yukio
Mishima, quando, il 21 maggio 2013 si toglie la vita presso la cattedrale di
Notre Dame con un colpo di pistola.
Un gesto estremo che nella sua lettera
argomenta magistralmente, incarnando con il suo gesto un modello di uomo
ideale, di spirito, che è d’esempio per tutti quelli che si riconoscono nelle
denunce di Venner e nelle sue critiche alla società moderna. Venner scrive,
nella sua lettera rinvenuta subito dopo il suicidio:” … ritengo necessario sacrificarmi per rompere la letargia che ci
sopraffà. Offro quel che rimane della mia vita con un intento di
protesta e di fondazione. Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale di
Notre Dame de Paris che rispetto ed ammiro, che fu edificata dal genio dei miei
antenati su dei luoghi di culto più antichi che richiamano le nostre origini
immemoriali. … “
riferendosi all’anestetizzazione del popolo francese avanti ai grandi
avvenimenti riformisti o pseudo tali che li ha visti in prima persona
coinvolti. Un gesto che viene così spiegato:”Mi
do la morte al fine di risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la
fatalità. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invadenti desideri
individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la
famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà plurimillenara.”, come un
ultimo e profondo
gesto di ribellione ai sistemi
massivizzanti e globalisti che distruggono l’identità dei popoli che Venner,
fino al giorno della propria morte, ha sempre tentato di ribadire e di
difendere. Una battaglia generica a favore dell’identità di tutti i popoli
europei, una denuncia che trasmigra la frontiera francese e si estende a tutta
Europa e che noi potremmo allargare ad altri contesti geopolitici anche più
distanti, come la Siria
stessa.
Molti nel riportare la notizia della sua morte, hanno riferito di come
Venner fosse indignato per l’approvazione della legge in favore dei matrimoni
omosessuali e come la sua denuncia fosse in riferimento all’islamizzazione
della società francese. A nostro giudizio l’analisi è riduttiva e non rende
giustizia a quello che è stato il reale intento di Venner: dimostrare con
l’esempio come un uomo debba essere disposto a tutto, anche all’estremo e più
alto gesto umanamente concepibile, il suicidio, pur di affermare con forza il
proprio dissenso. La ribellione di Dominique Venner è nei confronti di una
classe politica lontana dalle istanze del popolo e di una società tutt’altro
che dinamica e “assonnata” ed “ingannata” dai gruppi dirigenti, incapace di uno
slancio attivo e realmente propositivo. Venner denuncia la dispersione dei
valori tradizionali che privando il popolo della propria identità lo svuotano
di quella coscienza idonea a contrastare le iniziative di chi tenta di unire
con l’inganno a vantaggio di interessi individualistici e tutt’altro che
solidali.
Dominique Venner, come Yukio Mishima, ha tentato di dare un
esempio, ha tentato di offrire agliuomini un’occasione per riflettere donando
la propria vita affinchè gl’uomini potessero fermarsi a riflettere. Un gesto
disinteressato, che consacra Dominique Venner ad esempio di coerenza e coraggio
ed a riferimento per tutti quegli uomini che ancora oggi non s’arrendono. Onore
a Dominique Venner, samurai d’Occidente !
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