domenica 15 dicembre 2013

Manolis e Giorgos Martiri d’Europa

 
Alba Dorata viene fondata nel 1993 da un matematico greco, l’attuale segretario Michaloliakos. Per circa quindici anni, però, i risultati politici furono di quelli insperati ( tra il 1996 e il 2004 era appena allo 0,07%)e fecero sì che il movimento restasse ai margini del grande elettorato politico.

Il suo programma che presenta il partito come “movimento laico di nazionalisti greci”, si batte principalmente per la creazione di un’area economica mediterranea al cui centro vi sia la Grecia, e che prevede l’uscita dall’Euro per la riconquista della sovranità politica e monetaria nazionalizzando le banche greche e ritenendo illegale il debito verso l’Europa. Sostiene il bisogno di un finanziamento statale per l’agricoltura, e di un fondo di incentivi per la maternità. Inoltre si batte contro il potere democratico corrotto che attanaglia il Parlamento greco ormai da decenni proponendo referendum popolari per ogni decisione fondamentale della politica sociale ed economica. Condanna, infine, la sfrenata immigrazione clandestina che sta distruggendo definitivamente l’identità e l’economia greca.
 
In poche parole, è un movimento non conforme rispetto alle politiche neoliberali del governo europeista di Antonis Samaras che sta privatizzando e svendendo ogni bene pubblico ai famosi “investitori internazionali”. Un partito scomodo che alla luce della profonda crisi economica che ha afflitto il popolo greco (la disoccupazione, per esempio, ha raggiunto livelli inauditi) ha ottenuto il 7% delle preferenze durante le ultime elezioni nazionali entrando in Parlamento per la prima volta. Un partito da debellare visto i crescenti consensi che sta ancora riscuotendo (le ultime stime, secondo il New York Times sarebbero del 15 – 17 % dei voti, mentre per l’agenzia di stampa greca Zougla, Alba Dorata, sarebbe già il primo partito greco al 25,5%).


Ma nel Settembre del 2013 un vero e proprio fulmine a ciel sereno colpisce il partito dei nazionalisti greci. Durante una partita di calcio di Champions League dell’Olimpiacos, in un pub di Atene scoppia una rissa per motivi calcistici e politici. Unica vittima di quella tragica serata fu un giovane rapper antifascista ucciso da colpi di pistola da parte di un quarantacinquenne greco iscritto ad “Alba Dorata”. Come solita prassi democratica, la strumentalizzazione politica di quell’omicidio non tardò ad arrivare. Tutto il mondo politico e giornalistico, greco e europeo, colse la palla al balzo per colpire l’intero movimento che nel frattempo aveva già giustamente preso le distanze dall’accaduto (d’altronde non fu un’esecuzione politica programmata ma probabilmente una reazione personale da parte dell’assassino contornata da motivi politici). Ben presto anche le organizzazioni internazionali vollero far sentire il loro disprezzo, tanto che Amnesty International condannò l’accaduto come violenza nazi fascista.

La magistratura, giustamente, arrestò l’assassino e i suoi complici (una quindicina di ragazzi presenti all’aggressione) ma inspiegabilmente emise più di trenta mandati di arresto nei confronti delle più alte cariche di “Alba Dorata”. Ben presto, perfino il leader Michaloliakos finì in manette con l’accusa di essere al vertice di un’organizzazione criminale. Chiaramente, come da prassi democratica, senza uno stralcio di prova o di sentenza passata in giudicato.
 
Ma Alba Dorata non pagò quell’errore (se poi così può chiamarsi) solo con l’arresto dei suoi leader ma durante il pomeriggio del 1 Novembre 2013 due giovani militanti (Giorgos e Manolis rispettivamente di 20 e 23 anni) rimangono uccisi a colpi di pistola mentre stavano parlando con amici davanti la loro sezione politica nel quartiere di Neo Eraklio, ad Atene. Ad ucciderli un boia, sceso dalla sua moto, con una scorpion in mano e con il casco a copertura del viso.



Le reazioni furono questa volta molto pacate. C’è chi espresse un timido cordoglio e chi invitò la magistratura a fare degli accertamenti. Nei giornali uscì addirittura la vergognosa tesi che i giovani
militanti furono uccisi durante una sparatoria. Un tesi poi fortunatamente smontata dal video di una telecamera di un commerciante della zona che mostrò come le vittime non avevano alcuna arma a disposizione per difendersi da quel vile attacco terroristico.

Ma la risposta di Alba Dorata a questa serie di attacchi istituzionali e mafiosi nei suoi confronti è stata magistrale: nei giorni seguenti per celebrare le vittime, sono stati organizzati una serie di banchetti sociali nei quali venivano distribuiti viveri di prima necessità (finanziati dagli stipendi dei parlamentari di Alba Dorata stessa) alle famiglie greche in difficoltà. Alla faccia di chi li accusava di essere un’organizzazione criminale!

A noi Italiani, comunque, i recenti fatti greci non possono non farci tornare alla mente i nostri anni ’70 quando i servizi segreti al servizio della Repubblica democratica, ordivano ed emettevano esecuzioni terroristiche nei confronti dei militanti rossi e neri scomodi per il sistema politico attuale e soprattutto tesi a favorire la strategia della tensione che ovviamente favoriva politicamente (in termini pratici di consensi elettorali) i soliti partiti moderati.

Ci pare, dunque, alquanto anomala la rivendicazione antifascista dell’omicidio di Giorgos e Manolis avvenuta pochi giorni fa e motivata come pura vendetta nei confronti del rapper antifascista ucciso pochi giorni prima. Non ci sorprenderemmo affatto se i mandanti (e forse chissà anche gli esecutori) di questo duplice omicidio fossero proprio quegli oscuri uomini in giacca e cravatta seduti dietro una scrivania piena di pratiche burocratiche manovrate a loro piacimento, con folti occhiali da vista e il ghigno terroristico ci chi ambisce a mantenere il proprio potere assoluto.


In attesa di prove e delucidazioni migliori riguardo l’accaduto, esprimiamo comunque, solidarietà ad Alba Dorata e alle famiglie di Manolis e Giorgos. Ricordando per un attimo solo anche Mikis Mantakas, giovane ragazzo greco iscritto al FUAN ucciso nel 1975 a Roma da un vile plotone d’esecuzione antifascista, vorremmo concludere l’articolo citando le parole di una famosa canzone degli “Amici del Vento” che dedichiamo ai ragazzi di Alba Dorata e a tutti martiri d’Europa:

“… Le idee fanno paura a questa società, ma ancora più paura può far la Fedeltà. La Fedeltà a una terra, la Fedeltà a un amore, son cose troppo grandi per chi non le ha nel cuore …”

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