domenica 1 dicembre 2013

SVENDESI TRASPORTO PUBBLICO 2.0


Cio’ che sta accandendo a Genova in questi giorni e’ il frutto di una politica inefficiente e appiattita sui diktat europei i quali, con la scusa del risanamento del debito  pubblico, indeboliscono quelli che si presentano come gli asset strategici ed i servizi dei singoli stati dell’UE.

Nella nostra visione lo Stato deve garantire la gestione politica, economica e sociale all’interno di ogni singolo paese. Esso deve difendere lo sviluppo dei servizi per la cittadinanza, mantenendo cosi’ invariato il suo ruolo. In realta’ ci troviamo di fronte alla situazione opposta per la quale lo Stato, privatizzando i servizi, favorisce l’inserimento nei gangli vitali della nazione di interessi non solo privati, ma soprattutto sovranazionali. E’ dunque legittimo credere che il volano della svendita dei beni pubblici sia da ricercare nell’entrata in vigore della moneta unica, che rappresenta sia un sistema monetario integrato, ma in particolar modo la longa mano delle sempre piu’ asfissianti e inappellabili politiche di Bruxelles. A testimonianza di cio’ vi e’ la continua perdita degli ultimi rimasugli della sovranita’ nazionale.

Il paragone tra cio’ che si sta consumando a Genova e cio’ che in maniera piu’ diffusa si e’ verificato in Grecia e’ quantomeno scontato. E’ chiaro che la privatizzazione del trasporto locale e’ solo il primo passo per la svendita di tutti i beni pubblici come l’energia, l’acqua, le infrastrutture e le industrie strategiche.

Il governo Letta ed i principali partiti politici italiani sono l’ennesima compagine che avvalla e perpetra le politiche europee.



Nel caso specifico, a Genova, e’ in corso cio’ che precedentemente si era gia’ palesato a Firenze, dove l’azienda pubblica del trasporto (ATAF), e’ stata svenduta da parte del Sindaco Renzi, il quale oggi invece, per puro interesse politico, dichiara di essere contro le privatizzazioni attuate dal governo. L’ATAF, nonostante sia stata privatizzata, ha avuto forti ricadute negative sulla qualita’ dei servizi per i cittadini fiorentini, non risanando i bilanci ma peggiorando ancora di piu’ la situazione economica. E’ inoltre previsto per i primi giorni di dicembre lo spacchettamento in tre della stessa azienda.

Per  quanto riguarda la situazione genovese, dopo il via libera delle privatizzazioni indette dalla regione Liguria, sono seguite quelle del comune che ha in programma anche la privatizzazione di tutte le aziende con partecipazione pubblica, violando il risultato del referendum contrario alle suddette. Dopo quattro giorni di sciopero generale e manifestazioni dei lavoratori, con la conseguente paralisi della citta’, si e’ raggiunto un accordo tra le parti in causa, con la subdola partecipazione dei sindacati concertativi, i quali rappresentano sempre meno gli effettivi interessi dei lavoratori. Tale accordo, secondo il nostro punto di vista, e’ una vera e propria chimera che testimonia cio’ che inevitabilmente si concretizzera’. Rimarcando il fatto che le aziende sono in deficit, la loro unica soluzione e’ la privatizzazione. In realta’, la risposta a tutto cio’ e’ il risanamento della spesa,che non tocchi i lavoratori, ma gli stipendi d’oro dei dirigenti ed il taglio delle consulenze.


In conclusione e’ necessario riconoscere come le politiche liberiste attuate da qualsiasi partito di governo, senza alcuna distinzione, e la complice attivita’ dei sindacati, rappresentino due facce della stessa medaglia contro i lavoratori e gli interessi nazionali.

 

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