Cio’ che
sta accandendo a Genova in questi giorni e’ il frutto di una politica
inefficiente e appiattita sui diktat europei i quali, con la scusa del
risanamento del debito pubblico, indeboliscono quelli che si presentano
come gli asset strategici ed i servizi dei singoli stati dell’UE.
Nella
nostra visione lo Stato deve garantire la gestione politica, economica e
sociale all’interno di ogni singolo paese. Esso deve difendere lo sviluppo dei
servizi per la cittadinanza, mantenendo cosi’ invariato il suo ruolo. In
realta’ ci troviamo di fronte alla situazione opposta per la quale lo Stato,
privatizzando i servizi, favorisce l’inserimento nei gangli vitali della
nazione di interessi non solo privati, ma soprattutto sovranazionali. E’ dunque
legittimo credere che il volano della svendita dei beni pubblici sia da
ricercare nell’entrata in vigore della moneta unica, che rappresenta sia un
sistema monetario integrato, ma in particolar modo la longa mano delle sempre
piu’ asfissianti e inappellabili politiche di Bruxelles. A testimonianza di
cio’ vi e’ la continua perdita degli ultimi rimasugli della sovranita’
nazionale.
Il paragone
tra cio’ che si sta consumando a Genova e cio’ che in maniera piu’ diffusa si
e’ verificato in Grecia e’ quantomeno scontato. E’ chiaro che la
privatizzazione del trasporto locale e’ solo il primo passo per la svendita di
tutti i beni pubblici come l’energia, l’acqua, le infrastrutture e le industrie
strategiche.
Il governo
Letta ed i principali partiti politici italiani sono l’ennesima compagine che
avvalla e perpetra le politiche europee.
Nel caso
specifico, a Genova, e’ in corso cio’ che precedentemente si era gia’ palesato
a Firenze, dove l’azienda pubblica del trasporto (ATAF), e’ stata svenduta da parte
del Sindaco Renzi, il quale oggi invece, per puro interesse politico, dichiara
di essere contro le privatizzazioni attuate dal governo. L’ATAF, nonostante sia
stata privatizzata, ha avuto forti ricadute negative sulla qualita’ dei servizi
per i cittadini fiorentini, non risanando i bilanci ma peggiorando ancora di
piu’ la situazione economica. E’ inoltre previsto per i primi giorni di
dicembre lo spacchettamento in tre della stessa azienda.
Per
quanto riguarda la situazione genovese, dopo il via libera delle
privatizzazioni indette dalla regione Liguria, sono seguite quelle del comune
che ha in programma anche la privatizzazione di tutte le aziende con
partecipazione pubblica, violando il risultato del referendum contrario alle
suddette. Dopo quattro giorni di sciopero generale e manifestazioni dei
lavoratori, con la conseguente paralisi della citta’, si e’ raggiunto un
accordo tra le parti in causa, con la subdola partecipazione dei sindacati
concertativi, i quali rappresentano sempre meno gli effettivi interessi dei
lavoratori. Tale accordo, secondo il nostro punto di vista, e’ una vera e
propria chimera che testimonia cio’ che inevitabilmente si concretizzera’.
Rimarcando il fatto che le aziende sono in deficit, la loro unica soluzione e’
la privatizzazione. In realta’, la risposta a tutto cio’ e’ il risanamento
della spesa,che non tocchi i lavoratori, ma gli stipendi d’oro dei dirigenti ed
il taglio delle consulenze.
In
conclusione e’ necessario riconoscere come le politiche liberiste attuate da
qualsiasi partito di governo, senza alcuna distinzione, e la complice attivita’
dei sindacati, rappresentino due facce della stessa medaglia contro i
lavoratori e gli interessi nazionali.
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