giovedì 5 febbraio 2015

Matteo Renzi perde il pelo ma non il vizio.



Ha promesso una riforma al mese. Lavoro, burocrazia, tassazione e via dicendo: “Ci siamo dati una cadenza ordinata per le nuove iniziative di legge. A gennaio abbiamo provvedimenti su economia e finanza. A febbraio tocca alla scuola. A marzo il Green Act – sull’economia e l’ambiente in vista della grande conferenza di Parigi 2015. Aprile sarà il mese di cultura e Rai. A maggio tutti i riflettori sul cibo, agricoltura, turismo, made in Italy: arriva l’Expo. A giugno i provvedimenti sulle liberalizzazioni e prima dell’estate il punto sullo sport anche in vista della candidatura per le Olimpiadi del 2024“. Ed ancora diritti, unioni civili e ius soli temperato.

A quanto pare Matteo Renzi perde il pelo ma non il vizio: continua inesorabilmente ad essere affetto da questa strana forma di inconcludente sproloquio. E nonostante il clima sia fervente per l’ elezione del Presidente della Repubblica, non possiamo far finta di nulla, ed è pressoché impensabile distogliere l’attenzione dall’imponente castello di carte costruito in tutti questi mesi dal Premier. Ma procediamo per gradi, analizziamole davvero queste “promesse”.

Legge elettorale: nei giorni scorsi l’Italicum, che contiene l’accordo di maggioranza ed il patto con Forza Italia, è passato al Senato. Renzi come al solito esulta, si autoproclama paladino di non si sa cosa, lancia e rilancia tweet ed hashtag privi di qualsiasi tipo di logica. Un classico; ormai poco gli importa delle sempre più numerose bagarre in Aula, dei senatori della minoranza Pd che hanno volutamente deciso di non prendere parte alla votazione: cosa farsene dei dissensi se questa è #lavoltabuona?


Altro interrogativo imperante: cosa cambia fondamentalmente in questa legge elettorale? Il nome. Da Porcellum ad Italicum la sostanza è la stessa: verranno favoriti i partiti con più potere come centro-sinistra e centro-destra, verrà svantaggiato il Movimento 5 Stelle, ed i partiti minori avranno una sempre più impercettibile probabilità di essere rappresentati istituzionalmente.  Italicum legato indissolubilmente alla riforma che interessa il Senato: alla ricerca di un monocameralismo spinto che si confà come una sorta di dittatura del Premier stesso.

Vogliamo parlare delle auto blu? Della fantomatica riduzione garantita dal Presidente la scorsa primavera, contemplata e mai attuata? Solo ora si scopre che la Camera aveva disposto degli strumenti di legge per svuotare i parchi auto degli enti statali. E il “decreto stadi”? In poche parole prevedeva di assegnare le auto alle forze dell’ordine. Emendamento approvato ma mai pervenuto. Che fine abbia fatto non è dato sapere: l’ennesima ridicola vendita spacciata per chissà quale grande manovra.

E della Legge di Stabilità che continua a paralizzare la grande distribuzione? Risultato delle scelte sbagliate del governo che causano danni ancora più ingenti alle imprese, oramai praticamente a secco di liquidi. I ritardi nei pagamenti pesano sul fatturato delle aziende per 34 miliardi di euro. Un male al quale si rischia di aggiungere il carico delle nuove norme sul pagamento dell’Iva. Raffiche di licenziamenti ed imprese sull’orlo del fallimento. Per evitare che centinaia di migliaia di contribuenti possano ritrovarsi a pagare un’imposta doppia è obbligatoria una modifica della Legge di Stabilità. Subito.

Come ignorare infine la “Buona Scuola”, il decreto che fa acqua da tutte le parti. Il dissenso in merito a questo punto nevralgico continua ad essere ignorato. Poco importa, basta trovare mille persone “innamorate della scuola” ed il gioco è fatto. Non a caso il 22 febbraio Renzi incontrerà davvero i “Mille” rappresentanti del mondo scolastico: perché “la riforma non la fa solo il governo, si fa con l’opinione pubblica, perché questa è la riforma delle persone.” Solita propaganda demagogica, solita inopportuna copertura all’incultura che avanza. 

“La parola del 2015 è Ritmo; l’Italia deve tornare a correre. (…) Mi sento come Al Pacino in Ogni maledetta domenica.” Lo stesso Al Pacino che nel ruolo di Tony D’amato affermava: “Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso « certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare. »”. Ecco, fermiamoci qui.

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