Era tra il 30 aprile ed il 15 maggio 1945, quando a Codevigo, partigiani comunisti della brigata garibaldina, allora guidata da Arrigo Boldrini, eseguirono l’ eccidio di più di 365 fascisti italiani, o presunti tali. Così, il cuore della primavera del 1945, fu macchiata da una vera e propria “caccia al fascista”, portata avanti a suon di arresti, nel padovano, a tutti coloro che a loro parere erano fascisti. Centinaia e centinaia di uomini, che dopo essere appena tornati dalla guerra, vennero strappati dalle loro famiglie e brutalmente massacrati. La stessa fine fu preservata anche per coloro che, pur non avendo combattuto al fronte , avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana.
Le vittime di questa strage furono barbaramente massacrate e poi fucilate sulle rive del Brenta e del Bracchiglione per poi essere portati via dalla corrente del fiume. Altre salme furono trovate nei cimiteri nelle vicinanze,che oggi risiedono in un ossario costruito per le vittime della strage.

Le critiche dell’ANPI non sono tardate ad arrivare , cominciando dalla richiesta del legale del figlio del
comandante Arrigo Boldrini di una copia della sceneggiatura prima dell’uscita del film, fino a definire fascisti Romina Power e Antonello Bellucco. In realtà, il film, vuol essere fedele ricostruzione del terribile eccidio di Codevigo, presentatoci tramite uno spaccato della situazione (la storia della tormentata Italia) in chiave romantica, ottenendo così una bella cronaca romanzata appetibile a qualsiasi tipo di pubblico. Per la cronaca, l’afflusso alle sale cinematografiche durante la proiezione è stato positivo. La verità non si può censurare
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