lunedì 24 agosto 2015

Intervista sul microcredito al professor Mario La Torre

Qualche settimana fa abbiamo contattato il professor Mario La Torre, docente di "Economia degli intermediari finanziari" nell’ateneo romano de "La Sapienza" per farci rilasciare un'intervista su una tematica ancora non approfondita in Italia, che può diventare in futuro un’ottima proposta politica se affrontata con attenzione e professionalità: il microcredito. L’intervista, come tutte le precedenti, servirà a spiegare al lettore, attraverso la voce autorevole del professore, grande conoscitore in merito all'argomento, vantaggi e le conseguenze di una politica pubblica tesa a favorire e finanziare il microcredito. Lo Ringraziamo, a nome di tutta la redazione, per la disponibilità e l'esaustitvità delle risposte che senza dubbio hanno arricchito le nostre conoscenze in merito.

Dunque professore...

- Che cos'è il microcredito?

Tecnicamente è un prestito di piccolo importo erogato, senza garanzie tradizionali, a soggetti svantaggiati; in un’ottica strategica è un prestito inclusivo, ovvero concepito in modo da facilitare l’accesso al finanziamento a persone capaci e volenterose, dotate di un progetto di lavoro autonomo ma non in condizioni di essere assistite dall’intermediario finanziario tradizionale.

- Nei vari paesi del mondo che ne hanno fatto uso, hanno avuto effetti positivi?

Il microcredito ha dimostrato di essere un potente strumento di inclusione finanziaria ma anche una via per valorizzare attitudini ed energie di soggetti che non hanno disponibilità finanziarie o garanzie reali per dialogare con il sistema finanziario. I dati ci raccontano di un basso tasso di default e di una forte capacità di penetrazione tra soggetti quali donne e giovani, generalmente meno serviti da banche e finanziarie.

-In Italia è mai stato utilizzato?
L’Italia è uno dei Paesi più avanzati in tema di microcredito; il mercato è ancora emergente (si veda per dettagli il Rapporto dell’Ente Nazionale Per il Microcredito) ma il legislatore italiano ha definito un quadro legislativo e regolamentare ad hoc introducendo il microcredito nel Testo Unico Banche e prevedendo specifici intermediari abilitati alla erogazione microcreditizia. Inoltre, l’Italia è tra i pochissimi Paesi ad avere dato continuità all’invito delle Nazioni Unite del 2005 – Anno Internazionale del Microcredito – trasformando il Comitato del Microcredito del 2005 in un Ente pubblico non economico con scopo di promozione del mercato microcreditizio e diffusione della cultura della inclusione finanziaria. Anche grazie all’Ente Nazionale per il Microcredito la riforma legislativa ha potuto venire incontro alle diverse esigenze degli operatori, non ultima l’estensione del Fondo Centrale di garanzia per le pmi alle operazioni di microcredito.

- Qualcuno in Italia (partiti, associazioni, sindacati) l'ha mai proposto seriamente?

Il Microcredito è ormai da tempo nelle politiche comunitarie per l’inclusione sociale e la job creation; l’UE ha messo a disposizione fondi dedicati attraverso specifici programmi – gestiti tramite il FEI – come pure tramite i più classici fondi strutturali. La programmazione 2014-2020 ha riorganizzato la struttura delle misure dedicate al microcredito potenziandone la funzionalità. Inoltre, lo stesso piano Junker, nell’asse riferito alle pmi, prevede come specifica attività finanziabile quella del microcredito.

-Nel passato bimestre il nostro giornale ha affrontato il tema delle monete alternatiche che in questi giorni è tornato in voga nei quotidiani di tutta Europa per via delle ipotesi che balenavano nella testa di Varoufakis, ci chiedevamo se, secondo lei, sarebbe produttivo concedere il microcredito con moneta alternativa stampata da una banca pubblica?

In Italia il microcredito è una forma di credito regolamentata dal TUB, dunque è una attività interna al perimetro della vigilanza e, in quanto tale, è difficile immaginare un microcredito con moneta alternativa. Anche prescindendo da questo aspetto, mi sembra poco interessante l’idea di confinare il microcredito in una dimensione isolata rispetto al sistema finanziario tradizionale. Il microcredito è una soluzione efficacissima per la lotta all’esclusione finanziaria ma, in quanto tale, deve essere considerata come soluzione ponte, volta, cioè, a traghettare nel medio periodo i beneficiari da una situazione di esclusione finanziaria ad una dimensione di bancabilità. In questa prospettiva è bene che il microcredito cresca e si sviluppi con le proprie peculiarità ma dentro i confini – anche monetari - del sistema finanziario tradizionale.

Perfetto professore. Grazie ancora per il tempo che ci ha dedicato. Se ci saranno aggiornamenti in futuro, non esiteremo a contattarla per commentarli insieme.

1 commento:

  1. Buongiorno
    Sono riuscito ad avere un credito di 50.000€ in signor la Vane Pablo, le condizioni sono buone e il modo di rimborso. È realmente della serietà il tasso d'interesse è di 2%.Si d'altra parte voi avete bisogno di un credito,
    per contattarlo ecco il suo indirizzo e-mail: vanepablo@outlook.fr

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