domenica 9 settembre 2012

Nuove Tasse, Vecchie Scuse

Nell’ultimo decreto del governo Monti, quello firmato dal Ministro della Salute Balduzzi, non è presente un solo articolo (tra i ventisette) condiviso dalle parti sociali. È stato giudicato come un totale fallimento. Elencare tutti, o alcuni, tra questi punti sarebbe ad oggi inutile proprio perché il premier Monti ha rimandato agli inizi di Settembre (dunque in questi giorni) la verifica (e speriamo la modifica) del decreto sulla Salute.
 
Ciò che preme invece sottolineare e che ci fa pensare, da menti e penne libere quale siamo, è il clima politico, sociale ed economico nel quale versa il nostro bel paese e soprattutto il nuovo ingresso in campo di ennesime inutili tasse. Questo decreto, infatti, non fa altro che delineare sempre meglio quelli che sono i tratti generali del sistema usuraio odierno.
 
Per ordinare le idee ancora una volta: al governo c’è un gruppo di tecnici, non eletto dal popolo (nessuno ha parlato in merito della violazione dei “principi fondanti della Costituzione”), che sta attuando la distruzione di tutti gli ultimi istituti che componevano ormai lo Stato sociale. Non essendo politici, ma grandi banchieri, finanzieri e massoni stanno mettendo in atto la loro politica antinazionale a favore delle grandi lobby economiche internazionali consapevoli del fatto che pur non avendo il sostegno dell’elettorato poco importa, tanto a fine mandato tornano tutti nelle loro poltrone. Per compiere questo programma ben definito, stanno avendo il pieno appoggio dalla classe politica italiana che come ben sappiamo, si dimostra ancora una volta succube ai poteri forti finanziari del resto del mondo. Alla faccia della sovranità (venite a dirci poi che siamo un paese democratico che da la possibilità al cittadino di votare chi governa; al massimo ci danno l’opportunità, tra l’altro tutta da verificare, di eleggere chi serve in silenzio gli affamati banchieri internazionali). Da mesi, inoltre, questo fantomatico gruppo di grandi tecnici (così definiti dalla stampa di regime) sta riducendo il popolo italiano alla povertà più totale. Tasse, tagli, tasse, tagli e ancora tasse. D’altronde la motivazione è semplice (ma non esaustiva e onesta): “Vogliamo ottenere il pareggio di bilancio, e dobbiamo ridurre il debito pubblico. Ce lo chiede l’Europa”.
Il popolo italiano, del resto come è nella sua indole, è ancora ammaestrato e addomesticato dalla fandonie raccontate da deputati e giornalisti al soldo del regime bancario. Poche volte scende in piazza, e se lo fa è solo perché è stato toccato un suo interesse materiale. Poche volte denigra questo sistema democratico ormai destinato al fallimento, e anzi continua a non credere alle alternative di politica sociale e nazionale. Moltissime volte invece apre bocca e alle belle parole non fa seguire coerentemente dei concreti fatti.
 
Pare un incubo dal quale non si può più uscire. Eppure c’è sempre quella gioventù che non crede alle loro parole, che sa che stiamo pagando qualcosa che non riusciremo mai a saldare definitivamente, che non ci sarà crescita e occupazione, che questo sistema democratico è una trappola ben costruita ma che sta per essere smascherata, che ad un pensiero fa seguire un’azione, che lotta per la difesa dell’identità nazionale contro la globalizzazione sfrenata, che cerca giustizia sociale contro giustizia divisa per caste.
Da che parte stare tocca a voi deciderlo. Nel frattempo, che ci tassino anche le bibite gassate e l’alcool. Che ci dicano ancora che ce lo chiede l’Europa. Noi tanto abbiamo un’altra sete: la Rivoluzione!

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