Oggi siamo di fronte ad una disputa sulla decisione
di cambiare o no l’attuale legge elettorale. E come spesso accade,trovare un
punto d’intesa è sempre più difficile. Se da una parte il leader dell’Udc,Pier
Ferdinando Casini spinge per il ritorno alle preferenze,dall’altra parte
Bersani propone i collegi uninominali bocciando le preferenze ed esaltando di
più la coalizione che il singolo partito. Ma prima di arrivare alle elezioni
vere e proprie che si terranno nella primavera del 2013 ogni partito deve fare
i conti con le primarie in cui si sceglieranno i candidati che saranno alla
guida del partito stesso. E anche qui c’è molta confusione come tra Partito Democratico e Sinistra Ecologia e
Libertà perché proprio Vendola risulta dubbioso sulle primarie,e in effetti si
chiede se sono le primarie del PD o del centro sinistra tutto. E ovviamente il presidente della regione
Puglia parteciperà soltanto se fossero primarie più generali e non riferito al
partito di Bersani. Alcuni parlamentari all’interno del Pd stanno rimarcando il
fatto che il partito ha dei programmi e che quindi chi si imbatte in esso deve
rispettarli,povero Vendola si potrebbe dire … Fate pace col cervello,come la
giri la giri è sempre la stessa frittata! Rimanendo in tema primarie di centro
sinistra si sta proponendo sempre con più forza la candidatura di Matteo Renzi,
sindaco di Firenze,destinato a voler “rottamare” la vecchia classe politica. E
allora come muoversi? Facile,chiedere il voto agli elettori delusi da
Berlusconi visto che la parte più cospicua voterà in massa Bersani. Renzi, del
resto,affascinato dal mito americano targato Obama si rifà a tutti quei temi
cari al presidente a stelle e strisce, solidarietà, accoglienza per gli
immigrati e così via ma andando ad analizzare la sua Firenze ci si accorge del
degrado che emerge e che quindi rispecchia tutto il suo non lavoro svolto nel
capoluogo toscano.
Si vengono così a creare delle alleanze,più di nome
che di fatto, in cui da una parte troviamo Pdl,Udc e Lega che preferiscono un
sistema proporzionale con preferenze con sbarramento al 5 % e premio di
maggioranza al partito vincente. Dall’altra parte c’è il complicato tentativo
di coalizione Bersani-Vendola che spinge per i collegi uninominali al posto
delle preferenze e il premio lo vorrebbe alla coalizione piuttosto che al
partito. Bersani dal canto suo però non vuole una replica del governo
Monti,mentre per Casini da sempre l’obiettivo è proprio quello di promuovere il
governo dei tecnici.
Quello che sembra delinearsi è quello di piccole
modifiche al Porcellum, inserimento delle preferenze per la gioia del
centro-destra col premio di maggioranza invariato che piace tanto al pd.
Questa girandola di finte alleanze fino a quanto può
durare? Sembrano troppo forzate e rischiano di saltare da un momento
all’altro,ma questo è il clima che si respira da molto tempo nella politica
italiana. Parlamentari che di fronte alla crisi pensano solo a mantenere i
propri privilegi sono lo specchio del nostro attuale quadro politico,c’è poco
contatto tra politica e cittadini,questi ultimi anche spiazzati dai continui
cambiamenti di fazione di quel particolare politico. E si perché un bel 17%
degli attuali parlamentari ha effettuato una variazione di “squadra”,cioè un
parlamentare su 6 si è meritato l’appellativo di voltagabbana. Da questo quadro
nascono sempre nuovi partiti che cercano di emergere da questo turbine ma alla
fine dei conti è sempre la stessa pasta,lo stesso movimento cinque stelle
ideato da Beppe Grillo è il frutto dell’attuale sistema democratico che
permette a tutti di fare un partito,l’importante è avere soldi ma di questo non
c’è problema visto che quando si parla di bilanci di un partito vengono sempre
fuori soldi per festini,automobili di lusso e cene di gala e quindi cosa
farebbe la famosa società esterna per controllare i tornaconti di un partito
proposta dal presidente della Camera Gianfranco Fini? E chissà perché non tutti
sono d’accordo … Giudicate voi!
E se c’è chi
adotta un pensiero unico e non mutabile e pensa solo in un determinato modo,c’è
chi invece questo pensiero unico lo combatte e cerca mediante l’attivismo
sociale di forgiare un nuovo pensiero, c’è un’avanguardia che del binomio pensiero-azione
ne fa uno dei suoi punti fondamentali.
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