mercoledì 26 settembre 2012

Riforma Elettorale: Cambia la Forma, Resta lo Scempio

Prima era Mattarellum,poi cambiò in Porcellum. Sono le due riforme elettorali che hanno regolato il voto degli Italiani negli ultimi vent’anni. La prima si riferisce ad un sistema misto in cui si elegge sia con collegi uninominali,in cui vince il candidato che riceve più voti e sia col sistema proporzionale,senza preferenze e dove la quota di sbarramento per una lista è del 4%,discorso che vale sia per la Camera che per il Senato. La seconda riforma elettorale invece mette in luce un sistema proporzionale con liste bloccate,quindi non ci sono le preferenze ma la quota di sbarramento alla Camera è del 10% per le coalizioni,il 2% per le liste che ne fanno parte,il 4% per le liste che si presentano fuori dalla coalizione.
Oggi siamo di fronte ad una disputa sulla decisione di cambiare o no l’attuale legge elettorale. E come spesso accade,trovare un punto d’intesa è sempre più difficile. Se da una parte il leader dell’Udc,Pier Ferdinando Casini spinge per il ritorno alle preferenze,dall’altra parte Bersani propone i collegi uninominali bocciando le preferenze ed esaltando di più la coalizione che il singolo partito. Ma prima di arrivare alle elezioni vere e proprie che si terranno nella primavera del 2013 ogni partito deve fare i conti con le primarie in cui si sceglieranno i candidati che saranno alla guida del partito stesso. E anche qui c’è molta confusione come  tra Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà perché proprio Vendola risulta dubbioso sulle primarie,e in effetti si chiede se sono le primarie del PD o del centro sinistra tutto.  E ovviamente il presidente della regione Puglia parteciperà soltanto se fossero primarie più generali e non riferito al partito di Bersani. Alcuni parlamentari all’interno del Pd stanno rimarcando il fatto che il partito ha dei programmi e che quindi chi si imbatte in esso deve rispettarli,povero Vendola si potrebbe dire … Fate pace col cervello,come la giri la giri è sempre la stessa frittata! Rimanendo in tema primarie di centro sinistra si sta proponendo sempre con più forza la candidatura di Matteo Renzi, sindaco di Firenze,destinato a voler “rottamare” la vecchia classe politica. E allora come muoversi? Facile,chiedere il voto agli elettori delusi da Berlusconi visto che la parte più cospicua voterà in massa Bersani. Renzi, del resto,affascinato dal mito americano targato Obama si rifà a tutti quei temi cari al presidente a stelle e strisce, solidarietà, accoglienza per gli immigrati e così via ma andando ad analizzare la sua Firenze ci si accorge del degrado che emerge e che quindi rispecchia tutto il suo non lavoro svolto nel capoluogo toscano.
Si vengono così a creare delle alleanze,più di nome che di fatto, in cui da una parte troviamo Pdl,Udc e Lega che preferiscono un sistema proporzionale con preferenze con sbarramento al 5 % e premio di maggioranza al partito vincente. Dall’altra parte c’è il complicato tentativo di coalizione Bersani-Vendola che spinge per i collegi uninominali al posto delle preferenze e il premio lo vorrebbe alla coalizione piuttosto che al partito. Bersani dal canto suo però non vuole una replica del governo Monti,mentre per Casini da sempre l’obiettivo è proprio quello di promuovere il governo dei tecnici.
Quello che sembra delinearsi è quello di piccole modifiche al Porcellum, inserimento delle preferenze per la gioia del centro-destra col premio di maggioranza invariato che piace tanto al pd.
Questa girandola di finte alleanze fino a quanto può durare? Sembrano troppo forzate e rischiano di saltare da un momento all’altro,ma questo è il clima che si respira da molto tempo nella politica italiana. Parlamentari che di fronte alla crisi pensano solo a mantenere i propri privilegi sono lo specchio del nostro attuale quadro politico,c’è poco contatto tra politica e cittadini,questi ultimi anche spiazzati dai continui cambiamenti di fazione di quel particolare politico. E si perché un bel 17% degli attuali parlamentari ha effettuato una variazione di “squadra”,cioè un parlamentare su 6 si è meritato l’appellativo di voltagabbana. Da questo quadro nascono sempre nuovi partiti che cercano di emergere da questo turbine ma alla fine dei conti è sempre la stessa pasta,lo stesso movimento cinque stelle ideato da Beppe Grillo è il frutto dell’attuale sistema democratico che permette a tutti di fare un partito,l’importante è avere soldi ma di questo non c’è problema visto che quando si parla di bilanci di un partito vengono sempre fuori soldi per festini,automobili di lusso e cene di gala e quindi cosa farebbe la famosa società esterna per controllare i tornaconti di un partito proposta dal presidente della Camera Gianfranco Fini? E chissà perché non tutti sono d’accordo … Giudicate voi!
 E se c’è chi adotta un pensiero unico e non mutabile e pensa solo in un determinato modo,c’è chi invece questo pensiero unico lo combatte e cerca mediante l’attivismo sociale di forgiare un nuovo pensiero, c’è un’avanguardia che del binomio pensiero-azione ne fa uno dei suoi punti fondamentali.

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