martedì 2 ottobre 2012

Hermann Hesse, la vita militante e il placido mare della mediocrità Borghese

Riportiamo qui un estratto de "Il Lupo della Steppa", romanzo di Hermann Hesse pubblicato nel 1927.

"Ora la "borghesia", condizione immanente nell'umanità, non è altro che un tentativo di equilibrio, l'aspirazione a una via di mezzo tra gl'innumerevoli estremi e poli contrapposti della vita umana. Prendiamo per esempio un paio di questi poli antitetici, poniamo quello del santo e del gaudente, e comprenderemo facilmente la similitudine. L'uomo ha la possibilità di darsi tutto allo spirito, al tentativo di avvicinarsi alla divinità, all'ideale della santità. Viceversa può anche darsi tutto alla vita istintiva, al desiderio dei sensi, e rivolgere tutte le sue aspirazioni all'acquisto di piaceri fugaci. Una di queste vie porta alla santità, al martirio dello spirito, all'annullamento in Dio. L'altra porta al godimento, al martirio dell'istinto, all'annullamento nella putredine. Il borghese cerca di vivere nel mezzo fra l'una e l'altra. Egli non rinuncerà mai a se stesso, non si abbandonerà né all'ebbrezza né all'ascesi, non sarà mai un martire, non acconsentirà mai al proprio annullamento: al contrario, il suo ideale non è la dedizione, bensì la conservazione dell'io, la sua tendenza non mira né alla santità né al contrario, l'assoluto gli è intollerabile, egli vuol servire Iddio ma anche l'ebbrezza, vuol essere virtuoso ma anche passarsela bene e comodamente su questa terra. Tenta insomma di insediarsi nel mezzo tra gli estremi, in una zona temperata e sana, senza burrasche e temporali, e ci riesce, ma rinunciando a quell'intensità di vita e di sentimento che offre una vita rivolta all'assoluto e all'estremo. Vivere intensamente si può soltanto a scapito dell'io. Il borghese però non stima nulla quanto l'io (certo un io di sviluppo soltanto rudimentale).
 
A spese dell'intensità egli ottiene dunque conservazione e sicurezza, invece che ossessione divina raccoglie tranquillità di spirito, invece che piacere agio, invece che libertà comodità, invece che ardenza mortale una temperatura gradevole. Per sua natura dunque il borghese è una creatura di debole slancio vitale, paurosa, desiderosa di evitare rinunce, facile da governare. Perciò ha sostituito al potere la maggioranza, alla violenza la legge, alla responsabilità la votazione."

Il "borghese" visto come punto d'irradiazione della decadenza morale e spirituale dei tempi moderni, come elemento fondante degli odierni concetti di "massa", "opinione pubblica", "maggioranza democratica"; ma anche come forma mentis connaturata all'uomo e alle sue paure, come archetipo naturale e necessario alla conservazione dell'umanità moderna:
Sono questi gli spunti che questo prezioso estratto ci offre. Nel delineare la figura del borghese, con rara maestria, Hesse ci mostra un vasto panorama di piccolezze, di sfumature e di verità sulla natura umana. Un' umanità che, oggi più che mai, vive tra i due poli del "santo e del gaudente", cercando in ogni momento una "trasgressione sicura", che faccia sentire le persone "speciali" ma allo stesso tempo che conservi le apparenze e le tranquillità del vivere civile. Questa ambiguità comportamentale e morale porta ad un altro, triste, risultato, e cioè: definirsi anti-borghesi ma esserlo a tutti gli effetti; credere di essere liberi e ribelli quando in realtà siamo saldamente legati al guinzaglio del consumismo, della pigrizia e della mediocrità.
In un contesto di vita militante, invece, impariamo cosa significhi e cosa implichi essere anti-borghese, o quanto meno lottare in modo reale per non esserlo.
Riconsiderare il concetto di comodità come elemento utile ma non indispensabile, elevarsi fino allo strenuo al di sopra del proprio ego e del proprio arrivismo, incarnare la solidarietà verso i nostri camerati e verso i deboli, temprarsi nello stoico mantenimento dei compiti e della "posizione", cercare sempre di fare le cose con amore ed entusiasmo: Sono questi gli elementi che aiutano a strapparsi di dosso i costumi, esteriori ed interiori, del borghese.
E' una condotta, questa, che naturalmente tutti possiamo adottare nella nostra vita, a patto di avere una ferrea disciplina e un limpido senso di ciò che è giusto e sbagliato, di ciò che deve essere fatto e di quello che può aspettare.
Come ci insegna Hesse, tranne in rari casi, borghesi si nasce:
Non serve il look stravagante o l'aria da intellettuale eccentrico per riscattare questa condizione, ma la perseveranza e la disciplina nell'azione e nel pensiero!

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