Che l’esercito libero siriano (ESL), oppositore del governo Assad, fosse finanziato e addestrato direttamente dalla Turchia, Qatar e Lega Araba, ormai non fa più notizia. Che il premier turco Erdogan da mesi cercasse un “casus belli” per aprire un conflitto armato contro la Siria, non fa ormai più altrettanta notizia. Che però nelle ultime ore, la Turchia avesse finalmente trovato il pretesto per bombardare il regolare esercito siriano può far notizia.
Infatti, notizie recenti dal Vicino oriente ( e non solo) confermano quanto detto dai nostri media negli ultimi giorni: la Turchia ha bombardato delle basi militari siriane nella città di Tel Abyad al confine uccidendo cinque militari e ferendone almeno il triplo. Motivo: secondo Erdogan l’esercito regolare siriano pochi giorni fa nell’intento di uccidere una formazione armata di oppositori al regime, ha commesso un grave errore di valutazione: colpi di mortaio hanno attraversato il confine Meridionale e hanno ucciso cinque civili turchi.
Per ore e ore la stampa occidentale ha diffuso la falsa notizia che il governo Assad si fosse assunto la responsabilità dell’accaduto e avesse chiesto scusa alla Turchia. Notizia fortunatamente smentita dalle pohe voci di contro informazione in internet che riportano le parole del ministero degli esteri siriano: “Non abbiamo chiesto scusa alla Turchia. È da accertare il fatto che i colpi di mortaio fossero dei nostri uomini e non dell’esercito libero. Abbiamo semplicemente espresso condoglianze”.

Per quanto riguarda poi la posizione degli altri paese dell’allenza atlantica, manco a farlo apposta, subito hanno cominciato a far la gara a chi lanciasse più messaggi minatori nei confronti del legittimo governo Assad e di solidarietà alla Turchia di Erdogan. Stati Uniti, Onu, Lega Araba, nonostante non intenzionati per ora ad un diretto attacco militare alla Siria, hanno sostenuto in ogni sua scelta il governo turco. Erdogan, dal canto suo, ha sostenuto ipocritamente la tesi di non voler procedere assolutamente a nessun attacco bellico alla Siria ma che le misure del suo governo sono solo simboliche perché “La Turchia è in grado di proteggere i suoi cittadini” . Trattasi solo di bugie però, visto che lo stesso premier turco solo fino a qualche mese fa in intervista rilasciata alla CNN ribadiva il fatto che: “Ora come ora ci si aspettano alcune cose dagli Stati Uniti, ma loro fino ad ora non hanno ottemperato queste aspettative. A mio avviso le dichiarazioni “contro le armi chimiche” fatte dalle autorità di Washington, non sono sufficienti.” “Forse è per le elezioni - ha detto ancora Erdoğan - forse per la loro situazione pre-elettorale, potrebbe essere questa la ragione della mancanza di iniziativa”. Insomma, una esplicita manifestazione di volontà verso un intervento militare e un incitamento al più importante partner del mondo, gli Stati Uniti.
Al fianco del governo Assad, invece, si son schierati immediatamente la Russia, che ha denunciato l’accaduto ma anche il vergognoso comportamento delle Nazioni Unite impegnate a cercare l “casus belli” a tutti i costi e l’Iran che ha rinnovato la piena fiducia nel legittimo governo siriano e il totale appoggio militare in caso di conflitto (non sono poche le voci che parlano di soldati iraniani già disposti sul confine con la Turchia). Anche un parte di popolo turco nella giornata di Giovedì è scesa in piazza per manifestare contro il prepotente atteggiamento di Erdogan nei confronti della Siria.

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