martedì 16 giugno 2015

I vantaggi delle monete alternative

In che modo le monete complementari possono rappresentare una valida alternativa all’Euro? Domanda quanto mai lecita in un periodo di forte crisi economica come quello che da tempo siamo costretti a vivere. Per comprendere meglio la questione di questa “scelta opzionale” è doveroso porre in primo piano una premessa: occorre infatti ribadire un concetto fondamentale, secondo cui da sempre, per qualsiasi singolo paese, la moneta rappresenta il fulcro dell’economia nazionale, e contestualmente per come può essere concepita oggi, costituisce in maniera ragionevole, la principale causa dei suoi stessi dissesti.
Appare dunque spontaneo riflettere e formulare una risoluzione di stampo prettamente monetario, che funga da strumento principale per risollevare le sorti dei paesi in difficoltà.

Per questo motivo, l’introduzione di una moneta complementare, capace di affiancarsi a quella tradizionale, potrebbe rappresentare una nuova opportunità per il mercato e per l’intero territorio, in quanto espediente fondato sul rilancio trasparente dell’economia reale.

Ad oggi, considerata l’inefficienza dell’Euro nel rispondere ai bisogni dei consumatori, sono in continua crescita le iniziative locali volte ad aggirare il problema dell’austerità. Nel mondo esistono più di 5000 valute complementari, molte delle quali hanno raggiunto notevoli risultati nel corso degli anni: basti pensare al Wir, che, attivo da 60 anni, ora copre un sesto delle transizioni svizzere.


E’ opportuno quindi chiedersi quali siano i reali vantaggi che questo sistema potrebbe offrire.
In primo luogo, l’introduzione effettiva di una moneta complementare potrebbe convalidarsi come un forte strumento per risollevare le economie in difficoltà, definendo così un sistema contraddistinto da una maggiore stabilità, da una più equa prosperità e soprattutto da un orientamento più a lungo termine rispetto a quello odierno.


Come già specificato, la moneta complementare non comporterebbe il disfacimento dell’attuale sistema, ma sarebbe applicabile da subito. Questa innovazione consentirebbe un recupero, perlomeno parziale, della sovranità monetaria, essendo in grado di rinnovare il senso di comunità, di favorire l’inclusione sociale, di promuovere iniziative volte al recupero della resilienza socio-culturale ed economica, di consentire un aumento del potere d’acquisto ed una maggiore semplicità e rapidità degli scambi e della distribuzione di beni, servizi e lavoro.

Dunque, se la moneta accettata come pagamento delle tasse è quella ufficiale, nulla vieta la diffusione di strumenti di pagamento alternativi che consentano di saldare conti; studiare questi sistemi dovrebbe divenire di grande interesse poiché potrebbe aprire la strada ad un
metodo utile per creare moneta, specialmente in Italia, senza dover passare necessariamente per la Bce.
La moneta complementare nasce quindi per riportare l’attenzione delle persone sulle risorse, sul lavoro e sulla produzione: è ora di tornare a ragionare in termini di economia reale e di valore aggiunto dell’attività lavorativa ed imprenditoriale.

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