venerdì 17 ottobre 2014

Gabriele D’Annunzio: uomo politico, poeta “Vate”, Legionario esemplare



“Bisogna fare della vita un’opera d’arte”, un principio prettamente esteta verso il quale  Gabriele D’Annunzio fu costantemente teso nel corso della propria  esistenza, facendo così della propria vita una delle sue opere più interessanti.

 Egli nacque nel 1863 a Pescara,da una famiglia borghese e studiò nel Collegio Cicognini di Prato ,una delle scuole italiane più aristocratiche  del tempo. Nel 1879,all’età di sedici anni pubblicò il suo primo libretto di versi “Primo vere”, con il quale attirò l’attenzione dei letterati di fama. A diciotto anni conclusi gli studi liceali, si trasferì a Roma per proseguire gli studi universitari, i quali non concluderà mai, in quanto prediligerà i salotti mondani e le redazioni di giornali. D’Annunzio seppe subito come farsi notare , scrivendo un gran numero di opere ,articoli che spesso avevano contenuto erotico e per una vita che suscitò altrettanto scandalo in quanto non conforme ai principi morali del tempo, principi borghesi che egli rifiutava, riconoscendo come regola di vita solo “Il bello”.

uestQuesta fase da “Esteta” ebbe una crisi intorno al 1890  quando nel panorama D’Annunziano subentra il mito del “Superuomo”,(il quale si ispira vagamente alle teorie del filosofo tedesco Nietzsche), un uomo proteso verso l'avventura e il desiderio di affermazione attraverso imprese eroiche ed eccezionali. Nonostante vi fu una svolta dal punto di vista letterario, egli continuava a condurre una vita negli agi, abitando nella villa della Capponcina sui colli del Fiesole e prediligendo ancora il “Vivere inimitabile” .
Immerso tra amori e diversi scandali , tra le storie di Gabriele, troviamo una storia lunga e tormentata, quella con l’attrice Eleonora Duse.

Ci fu solo una questione contraddittoria caratterizzante lo stile di vita dell’autore, ovvero il fatto che egli rifiutasse categoricamente la morale borghese e disprezzasse la massa ,alla quale però poi era costretto a vendersi, solleticandola e lusingandola tramite le proprie opere, per acquisire notorietà e ricchezza, in modo da ottenere abbastanza denaro,per poter mantenere i propri lussi ed il bisogno di sentirsi all’avanguardia.
Fu però in quel periodo, che si accese il fuoco dell’attivismo politico, quindi da una vita di soli agi nel 1897 tentò la strada da parlamentare come deputato di estrema destra , dimostrandosi contrario ai principi democratici ed egualitari , esaltando la grandezza di Roma e volendone restaurare la maestosità ,pensando inoltre una missione imperiale dell’Italia, per instaurare il dominio di una nuova aristocrazia che ripristinasse il  valore della bellezza contaminato dai principi borghesi. Nel 1898 egli si dedica al teatro e si può notare come la figura superomistica sia ancora confinata alla letteratura, in quanto ancora non vi sono riscontri con tra questo mito e la realtà del tempo. Nel 1910 D’Annunzio dovette rifugiarsi in Francia per fuggire dai creditori italiani , adattandosi all’ambiente letterario del posto, scrivendo addirittura opere teatrali in francese mantenendo però il  legame con la patria natia.

Durante gli anni della  prima guerra mondiale, finalmente per D’Annunzio, arriva la possibilità di effettuare un’azione eroica per la quale tornò in Italia  ed iniziò una campagna interventista la quale ebbe un notevole peso nello spingere l’Italia in guerra. Si arruolò come volontario all’età di 52 anni attirando ancora una volta l’attenzione su di se, mediante imprese clamorose come  la “Beffa dei buccari”, un ‘incursione nel Carnaro con una flotta di motosilurante e “Il volo su Vienna”. In quegli anni inoltre, si evidenzia l’interesse di D’Annunzio per l’avanguardia, infatti anche il suo modo di combattere in guerra ebbe un tocco di novità, egli non combatté sul suolo nelle trincee, bensì per via aerea, con una nuova arma ,l’aereo.
 
Al termine della guerra egli si pose come interprete della “Vittoria mutilata” ,che aveva visto l’Italia vincitrice senza ottenere le terre che gli furono promesse in precedenza , ciò spinse D’Annunzio a marciare con altri volontari su Fiume, la occupò e vi instaurò un dominio personale , in segno di sfida nei confronti dello Stato Italiano .Nel 1920 vi fu cacciato con le armi ,sperando successivamente di meritare il ruolo di “Duce”  di un movimento reazionario che riordinasse il caos sociale post guerra, ma fu scavalcato da un più abile leader, Benito Mussolini, il quale per altro incarnava  molto bene le qualità del Superuomo D’Annunziano, capace di essere una guida per il paese, incantare gli altri, sedurre le donne e vivere una vita originalissima. Una vita fatta di nuovi valori, che divengono popolari capaci di dare scandalo o di incantare gli altri. Questa vita fatta di lussi e grandi imprese  si concluse infine nel 1938 nella Villa di Gardone che prese il nome di “Vittoriale degli Italiani” , dove l’autore visse i suoi ultimi anni da vivente , ossessionato dalla decadenza fisica  e scrivendo le sue ultime opere di memoria.
 
D’Annunzio, un uomo , un’intellettuale proclamato poeta “Vate”(guida), ma anche e soprattutto un legionario, il cui coraggio e sfrontatezza si possono riassumere in questa sua citazione: “Memento Audere Semper”.

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