giovedì 9 ottobre 2014

La Verità Non è Uguale per Tutti: Il Caso Speziale.



Riprendiamo in questo articolo un argomento che era stato già trattato in precedenza da "Il Maestrale" ,ossia la violenza negli stadi. Ci sono molti casi in cui il gioco del calcio fa parlare di se sotto l'aspetto "meno giocato" spostando l'attenzione su quello che succede all'esterno degli stadi e purtroppo a volte il culmine degli incidenti può sfociare in tragedia.

Vincenzo Paparelli,Stefano Furlan,Antonio De Falchi,Gabriele Sandri sono solo alcuni nomi di ragazzi che hanno perso la vita per seguire la propria squadra del cuore. Non saremo noi a giudicare se abbiano sbagliato oppure no,perchè ognuno sceglie una particolare strada e sinceramente non ci sentiamo padroni nel dire cosa è bene e cosa è male. Anzi si,una cosa di male che possiamo notare c'è: la giustizia in molti di questi casi è lenta e spesso anche non portatrice di verità. Ogni caso ha le sue particolarità e sarebbe difficile per noi giudicarli nel complesso. Per questo oggi ci soffermiamo su un caso che ha fatto molto parlare di se e che ancora oggi trova molto spazio nella cronaca.

Era il 2 febbraio 2007,si giocava la partita di calcio di serie A Catania-Palermo,un match molto sentito in Sicilia evidenziato dalle forti rivalità tra le due tifoserie. Prima della fine della partita si verificano scontri tra gli ultras del Catania e la polizia. Muore Filippo Raciti,ispettore di polizia. Questa è la cronaca in breve di quello che è successo quel giorno. Tutto il resto viaggia su una linea sottile che può essere spezzata a seconda del punto di vista con cui si analizza l'intera vicenda. Tutto è appeso ad un filo e molte sono ancora le zone d'ombra.

Il 9 febbraio 2010 il Tribunale dei Minori di Palermo condannò Antonino Speziale alla pena di 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e il 22 marzo 2010 la Corte di Assise di Catania ha irrogato la pena di 11 anni a Daniele Natale Micale. Nel 2011 la Corte d’Assise d’Appello di Catania ha confermato la condanna a 11 anni di reclusione per Daniele Micale per omicidio preterintenzionale e la Corte d’Appello per i minorenni di Catania ha ridotto quella di Antonino Speziale a 8 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Circa un anno dopo, la Corte di Cassazione ha confermato le sentenze di appello. Questa è in sintesi la cronistoria di ciò che è il dopo rispetto alla morte di Raciti. Sembra tutto chiaro ma non è così. Siamo in Italia e la trasparenza non è una qualità del nostro Paese.

Gia il fatto che si parli di omicidio preterintenzionale suppone che non ci sia volontà di uccidere. Alcune versioni affermano che l'ispettore sia stato ucciso da un sottolavello scardinato dai bagni dello stadio Massimino e lanciato verso le forze di polizia ma due diverse telecamere non riescono a riprendere il momento dell'impatto,si vedono alcune persone con l'oggetto che viene usato ma poco dopo lo stesso oggetto si vede per terra a qualche metro di distanza dall'ispettore. Non ci sono prove quindi! Addirittura i ris di Parma hanno risimulato l'accaduto disegnando traiettorie diverse di questo sottolavello ma in molti casi l'oggetto non produce tagli come quelli rinvenuti sul giubbotto dell'ispettore. L'autopsia rivela quattro costole rotte,molto difficile essere state provocate solo da un sottolavello. Ad alimentare ancor di più i dubbi ci sono le versioni di Salvatore Lazzaro,l'autista del Discovery su cui viaggiava Raciti che prima afferma di aver sentito una botta mentre faceva retromarcia e quindi di aver visto l'ispettore portarsi le mani sulla testa poi invece cambia versione dicendo che quell'urto era invece un boato provocato dal lancio di una bomba carta e che Raciti era distante una decina di metri. Secondo parecchie persone è stato proprio il mezzo di polizia a fare una retromarcia troppo avventata colpendo Raciti.

Poco tempo fa questa vicenda è ritornata di attualità perchè un tifoso del Napoli indossava la maglietta con scritto "Speziale libero". Nessun insulto quindi ma solo un pensiero,che a tanti cittadini è sembrato un'offesa alla famiglia Raciti. Noi non ci vediamo nulla di grave,anzi se proprio vogliamo dirla tutta suggeriamo a chi si sta occupando di questa triste vicenda di andare veramente a fondo. Non è giusto che stia pagando un ragazzo su cui non si ha nessuna prova della sua colpevolezza. Sappiamo che è facile trovare un capro espiatorio ma questo giochetto deve finire una volta per tutte. Questa famigerata giustizia
uguale per tutti non c'è, non esiste e allora noi cittadini italiani pretendiamo il regolare svolgimento delle indagini e qualora non ci siano prove confutabili,vogliamo la restituzione della libertà a chi è in carcere

Noi ad oggi ci schieriamo dalla parte di chi è in carcere ingiustamente,di chi viene arrestato senza uno stralcio di prove e condanniamo invece la vera violenza,quella dei mass media che ci vogliono inculcare nelle nostre teste storie che non esistono. Questa società ci vuole rendere schiavi del sistema,ci vuole incollare davanti una televisione e ci vuole dare in pasto concetti preconfezionati utili solo a distruggere il nostro cervello. E ovviamente il tutto viene alimentato usando leggi anticostituzionali sottolineando,per chi ancora non se ne fosse accorto,che viviamo in una società figlia della finta democrazia. Per fortuna che noi abbiamo una mente non addomesticata e alla parola libertà diamo il giusto valore. E ripetiamo lo slogan che tante volte sentiamo negli stadi d'Italia: "Non ci avrete mai come volete voi"!

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