
In questo celebre discorso William Wallace
sottolineò l’importanza del concetto di libertà soffocato dalla tirannia
inglese in quel periodo. Dopo più di 700 anni si torna a parlare ancora di
libertà perché il 18 settembre 2014 è stato indetto il referendum per decidere
se la Scozia dovesse separarsi dal Regno Unito, frutto di un accordo tra il
governo britannico e il governo scozzese noto come accordo di Edimburgo firmato
il 15 ottobre 2012.

Il primo tra tutti è che il governo
scozzese non prenderebbe più ordini dal governo britannico in quanto i 59
deputati scozzesi abbandonerebbero Westminster costituendo un nuovo parlamento;
si garantirebbero fondi petroliferi nel mare del nord in quanto la Scozia ha
delle riserve di petrolio e gas naturali pari al 60% d’Europa diventando cosi
una delle nazioni più ricche del continente; si creerebbero più posti di lavoro:
la Scozia potrebbe diventare uno dei fornitori leader di elettricità a livello
mondiale grazie alle sue numerose risorse naturali che consentono l'energia
sostenibile e per questo settore si verrebbero a creare numerosi posti di
lavoro. Inoltre, con l'indipendenza, servirebbero uffici fiscali,
motorizzazione e altri che ora sono centralizzati; uscita dall’U.E.,
diminuzione del debito pubblico, nascita di una nuova moneta(anche se gli
indipendentisti vogliono mantenere la sterlina), accentramento del servizio
sanitario nazionale a Edimburgo.
Dal
punto di vista politico è evidente anche il rischio dell’effetto domino: la
proclamazione dell’indipendenza della Scozia accelererebbe sicuramente i tempi
anche per un futuro distacco dell’Irlanda, creando così un effetto domino che
finirebbe per sgretolare definitivamente quel che resta dell’Impero britannico
riducendo i territori della Gran Bretagna al solo Galles oltre
l’Inghilterra. Gli svantaggi, invece,
sarebbero stati quasi tutti per l'Inghilterra, visto soprattutto l’ eventuale
crollo della sterlina inglese nel mercato della borsa.
Ma la Scozia ha deciso di non liberarsi
della corona. William Wallace è stato sconfitto dal suo stesso popolo.
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