domenica 12 aprile 2015

Nazionalizzazione, Rilocalizzare, Ricostruire

La vergogna non conosce limite: in un Paese in cui inorgoglirsi del proprio operato non comporta più alcun tipo di tutela, oltre al danno si aggiunge anche la beffa di esser considerati burattini nelle mani di Bruxelles. Contro la delocalizzazione, contro questo fenomeno di schiavismo, il cui unico scopo è quello di svendere i comparti industriali, agroalimentari, energetici, dei trasporti e dei servizi, noi ribadiamo con estrema fermezza il nostro dissenso.

Non prenderemo parte a questo piano criminale, svolto da governi antinazionali, che abbassano il capo dinanzi ai voleri dell’Unione Europea, fagocitando ancor di più la colonizzazione della Nazione.

Considerare i dipendenti italiani come meri oggetti di lavoro, significa ignorare deliberatamente non solo la dignità di essere umano, ma anche la soggettività e l’importanza che ne deriva all’interno del processo produttivo. Rimanere ciechi di fronte questa mancanza di tutele significa oltremodo legittimare tale gestione delinquenziale dell’economia italiana.
La delocalizzazione delle aziende italiane ha prodotto all’estero quasi due milioni di posti di lavoro. Solo dal 2011 ad oggi circa trentamila aziende hanno delocalizzato. I costi sopportati dallo Stato per pagare tutti gli ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori disoccupati, hanno ormai toccato e superato i cinque miliardi di euro. Dunque il 10% ogni anno delle motivazioni della perdita del lavoro degli operai italiani è proprio la delocalizzazione

Per scongiurare e porre rimedio ad una situazione ormai in extremis, le uniche alternative valide, per le quali continuiamo a batterci, sono la Nazionalizzazione, la Rilocalizzazione e la Ricostruzione dello Stato sociale.
Carattere imprescindibile per la nazionalizzazione delle risorse, dei comparti produttivi e strategici è senza alcun dubbio la sovranità politica e monetaria: lo Stato deve tornare a battere moneta, ad esserne il proprietario.
Privatizzare le aziende, delocalizzare i settori produttivi, sono alcune tra le azioni maggiormente deleterie per il nostro Paese: ridurre ai minimi termini tutti quei settori considerati punti nevralgici di rinascita per l’economia nazionale riflette la medesima gestione economica insensata di cui i partiti al governo si fanno portavoce. La nazionalizzazione dei settori strategici industriali, energetici, dei trasporti e dei servizi rappresenta, secondo noi, l’unico modo possibile per riportare la finanza a servizio dell’economia reale. Per la nostra visione etica dello Stato, sono proprio questi i settori che dovrebbero rappresentare quei beni comuni estranei alle logiche di mercato, a pieno servizio del Popolo italiano.
Per sconfiggere questa piaga è dunque necessario non solo Nazionalizzare, ma anche e soprattutto Rilocalizzare: una localizzazione intesa come filosofia politica che conferisca priorità alle realtà locali, promuovendo il consumo, la storia e la cultura della stessa identità locale.

Rilocalizzare le imprese significa garantire dunque un futuro ai nostri figli; significa
proteggere industrie e lavoro; significa credere concretamente nella crescita economica e nello sviluppo tecnologico dell’Italia. Nessuna riforma istituzionale salverà questo paese se non saremo in grado di far ripartire l’industria.

Per rendere concrete le nostre parole, proponiamo cinque punti fondamentali, assolutamente possibili sul piano economico:

1) La tassazione raddoppiata per le merci prodotte fuori dall’Unione Europea, successivamente vendute in Italia

2) Delle sanzioni fiscali per tutte quelle aziende che delocalizzano

3) Delle agevolazioni fiscali a tempo indeterminato per le aziende che rilocalizzano

4) Lo snellimento della burocrazia per rilocalizzare con l’ausilio della creazione di un ente controllato dalla Regione, che metta a disposizione degli imprenditori un consulente legale fisso per ogni azienda con la funzione di semplificare le pratiche burocratiche

5) L’istituzione di una legge che sancisca di emettere procedimenti penali contro chi delocalizza senza giusta causa, con indagini eseguite direttamente dalla Procura della Repubblica

Alla luce di questa analisi, in ultima istanza, dobbiamo necessariamente Ricostruire la Coscienza Nazionale, la Tutela del Lavoro e lo Stato Sociale. NOI SIAMO ITALIANI!


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