“Spero che nei prossimi anni Roma possa
essere orgogliosa di me. Sono davvero tantissime le cose che devono essere
fatte in questa città è una città meravigliosa e sono sicuro che ogni singola
persona ami questa città come la ami io e che vuole vedere Roma riprendersi
quel ruolo internazionale che le spetta”.
Queste le prime parole del sindaco Marino dopo aver vinto le elezioni. In questi anni il “vostro” sindaco ha fatto più per gli altri che per i cittadini della capitale. Basti pensare che qualche tempo fa il comune di Roma ha tolto 3,7 milioni di euro all’assistenza scolastica per i bambini disabili per spostarli sui servizi di carattere sociale rivolti ai rom. Una voce alla quale verranno assegnati 5 milioni in più rispetto al 2013, nonostante il business della «Rom Spa» nella Capitale si aggiri già intorno ai 24 milioni l’anno. Quello che colpisce è che in questi anni a Roma le politiche per l’integrazione dei rom abbiano completamente fallito, facendo diventare poco meno di 8.000 persone un problema sociale purtroppo molto sentito dalla popolazione. Per la gestione degli 8 «villaggi della solidarietà» presenti a Roma, nei quali vivono 4.391 persone, il Comune di Roma ha speso più di 16 milioni di euro. Tra questi, il campo di Castel Romano, dove risiedono 989 rom, risulta il più costoso: oltre 5 milioni di euro nel solo 2013.
Altro paradosso è la diminuzione di 1,3
milioni di euro alla voce di spesa per la vigilanza nei campi rom della
Capitale. Ad oggi le forze di sicurezza sono assolutamente insufficienti e nei
villaggi sussistono atti di illegalità le cui attività danno vita a roghi,
incendi, cassonetti bruciati e risse fra gli abitanti. Un esempio è il campo
rom sito in via salvati a Tor sapienza, quartiere periferico di Roma e una
delle zone più attive a combattere il degrado. Roghi tossici ogni mattina e
sera, traffico di rifiuti, smaltimento di eternit in modo illegale e anche di
grandi elettrodomestici, black out ripetuti dell'illuminazione nel piazzale
della stazione dovuto ai furti di cavi di rame. Non si parla di razzismo ma di
esasperazione.


Gli ultimi sondaggi non smentiscono la
pessima considerazione che i romani hanno di questo anomalo sindaco: rimane
fermo, infatti, al 20%. Da quel 12 giugno 2013 oggi possiamo anche dirlo:
Marino non siamo orgogliosi di te”.
Nessun commento:
Posta un commento