martedì 23 dicembre 2014

Ecco perché Marino è al 20%



“Spero che nei prossimi anni Roma possa essere orgogliosa di me. Sono davvero tantissime le cose che devono essere fatte in questa città è una città meravigliosa e sono sicuro che ogni singola persona ami questa città come la ami io e che vuole vedere Roma riprendersi quel ruolo internazionale che le spetta”.

Queste le prime parole del sindaco Marino dopo aver vinto le elezioni. In questi anni il “vostro” sindaco ha fatto più per gli altri che per i cittadini della capitale. Basti pensare che qualche tempo fa il comune di Roma ha tolto 3,7 milioni di euro all’assistenza scolastica per i bambini disabili per spostarli sui servizi di carattere sociale rivolti ai rom. Una voce alla quale verranno assegnati 5 milioni in più rispetto al 2013, nonostante il business della «Rom Spa» nella Capitale si aggiri già intorno ai 24 milioni l’anno. Quello che colpisce è che in questi anni a Roma le politiche per l’integrazione dei rom abbiano completamente fallito, facendo diventare poco meno di 8.000 persone un problema sociale purtroppo molto sentito dalla popolazione. Per la gestione degli 8 «villaggi della solidarietà» presenti a Roma, nei quali vivono 4.391 persone, il Comune di Roma ha speso più di 16 milioni di euro. Tra questi, il campo di Castel Romano, dove risiedono 989 rom, risulta il più costoso: oltre 5 milioni di euro nel solo 2013.

Tra l’altro, bisogna sempre specificare che questi soldi non vanno direttamente alle famiglie rom «ospiti» dei campi, ma a tutta quella galassia di cooperative rosse, operatori, soggetti economici che attingono dal business. E visti gli scandali di questo periodo ormai sulla bocca di tutti, non aggiungiamo altro. Non spereremo mai sulla croce rossa!

Altro paradosso è la diminuzione di 1,3 milioni di euro alla voce di spesa per la vigilanza nei campi rom della Capitale. Ad oggi le forze di sicurezza sono assolutamente insufficienti e nei villaggi sussistono atti di illegalità le cui attività danno vita a roghi, incendi, cassonetti bruciati e risse fra gli abitanti. Un esempio è il campo rom sito in via salvati a Tor sapienza, quartiere periferico di Roma e una delle zone più attive a combattere il degrado. Roghi tossici ogni mattina e sera, traffico di rifiuti, smaltimento di eternit in modo illegale e anche di grandi elettrodomestici, black out ripetuti dell'illuminazione nel piazzale della stazione dovuto ai furti di cavi di rame. Non si parla di razzismo ma di esasperazione.

Un’altra bella storiella narra di “Marino e il pandino rosso”. L’auto del sindaco è una fiat panda rossa e per molto tempo è stata posteggiata in zona ztl nonostante il suo permesso fosse scaduto il 23 giugno 2014. Permesso rinnovato ben due mesi dopo, il 21 agosto 2014. Per questo motivo, il Sindaco ha preso otto multe che, però, poi l’amministrazione comunale ha annullato. Il Sindaco in questi giorni ha dichiarato di aver pagato le 8 multe con dei bollettini postali e non alla cassa dell’ufficio contravvenzioni, che non poteva più ricevere il pagamento. Ma secondo la legge i verbali di autotutela, una volta emanata la procedura di annullamento non sono più esigibili cioè non è più possibile riscuotere le somme dovute. Quindi una volta immessa la causale di pagamento nel bollettino il comune dovrà restituire la somma percepita al mittente. “La domanda sorge spontanea: ma tu che sei il primo cittadino non dovresti dare l’esempio?”

Senza entrare nel merito degli scandali di “Mafia Capitale” e di tutti i suoi assessori o uomini di partito coinvolti, va detto che al sindaco Marino si contesta soprattutto la gestione delle priorità comunali. In una città in cui le precedenti gestioni possono essere giudicate se non criminali ma quasi, e in cui le casse di Roma hanno un buco di miliardo di euro che recentemente e parzialmente  lo Stato ha sanato, un sindaco non può permettersi il lusso di non fare nulla per l’emergenza abitativa, la ricostruzione del manto stradale nei punti critici della città, la sicurezza sulle nostre strade e pensare a rom, matrimoni gay e via dei Fori Imperiali.
Gli ultimi sondaggi non smentiscono la pessima considerazione che i romani hanno di questo anomalo sindaco: rimane fermo, infatti, al 20%. Da quel 12 giugno 2013 oggi possiamo anche dirlo: Marino non siamo orgogliosi di te”.


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