martedì 9 dicembre 2014

Riprendiamoci i Marò e l'Industria. Riprendiamoci l'Italia!


Riprendiamo un argomento già trattato su "Il Maestrale". Il caso Marò. Come già scritto negli articoli passati,questa vicenda mette in risalto la completa assenza di sovranità nazionale del nostro Paese. Sappiamo tutti come sono andate le cose e come purtroppo stanno procedendo. Attualmente Massimiliano Latorre si trova in Italia per curarsi a seguito di un ictus che lo ha colpito a fine agosto. Il rientro in India è previsto per il 13 gennaio dove rincontrerà l'altro Marò Salvatore Girone che resta "saldamente" al suo posto. Continua quindi il fermo dei nostri Marò e dopo circa tre anni il nostro governo non è riuscito a riportarli definitivamente a casa. Sembrano non esserci idee su come sbloccare questa situazione.

Poi succede che a fine giugno vengono arrestati dalla guardia di finanza 18 marinai indiani nel canale di Sicilia:due navi con a bordo quasi 70 tonnellate di hashish. Pronta la difesa dei marinai che dicono di non sapere nulla e addossano la colpa ai comandanti siriani che guidavano le navi. Il classico scaricabarile a cui ricorrono quasi tutti. Ma ecco che viene in mente a qualche nostro politico di poter sfruttare questa situazione. Scambiare i 18 indiani con i nostri Marò. Sembra tutto bello e facile ma pensate ad una cosa. Innanzitutto stiamo parlando di scambio di persone come fossero pacchi e già questo è poco rispettoso del genere umano perchè è si vero che i nostri soldati sono italiani ma non sono proprietà di nessuno.

Altro aspetto è che si sta parlando di uno scambio non equo: da una parte ci sono dei trafficanti di droga e dall'altro lato ci sono dei militari che stavano svolgendo onestamente il loro lavoro. Poi già solo il fatto di scambiare prevede che l'Italia abbia già dichiarato colpevoli i nostri soldati. Sarebbe come ammettere la responsabilità dei fucilieri. Ma come? Fino ad adesso ci si sta battendo per la completa estraneità ai fatti e ora praticamente si vuole ammettere il reato? Fate pace con la testa cari politici. Il bene primario è riportarli a casa ma per favore non abbassiamo la testa per l'ennesima volta. Tra l'altro così facendo l'India riuscirebbe a far avviare un processo ai suoi marinai nel loro paese d'origine quando l'Italia sono due anni che prova a chiedere di poter giudicare i suoi soldati nel loro Paese. Cose dell'altro mondo! E intanto il tempo passa,il tribunale speciale di New Delhi ha rimandato al 20 febbraio l'esame della vicenda. Il 12 dicembre si discuterà il ricorso. Aspettiamo e vediamo...

Sappiamo che la speranza è l'ultima a morire e voci di corridoio ci allarmano un po' sul fatto che l'Italia avrebbe promesso alcuni "favori" all'India a rimpatrio dei nostri Marò. Se questo significa riacquistare la nostra sovranità allora preferiamo rimanere così. Essere ricattati significa non essere sovrani. A tutto questo scempio si aggiunge anche il silenzio del nostro governo nei confronti di noi cittadini. Praticamente riceviamo più informazioni dal governo indiano come a significare che noi italiani non abbiamo diritto ad una giusta informazione da chi ci governa. E purtroppo la colpa la attribuiamo anche a tutti quegli italiani che hanno votato per portare questi politici a scaldare le poltrone. La solita storia,la solita Italia!

Ad alimentare i contrasti che ci sono tra Italia e India ci si mette anche Expo 2015. A questo evento parteciperanno 142 nazioni,ma il fatto di essere noi il Paese ospitante sembra essere molto sottovalutato. Si pensi che ci sarà un forte impatto asiatico,la Cina sarà presente addirittura con tre grandi padiglioni. E l'India? Sicuramente risulta poco impegnata e uno dei motivi di questo scarso interesse supponiamo risieda anche nella gestione del caso Marò. Questo argomento ci proietta sui rapporti commerciali e industriali che intercorrono tra questi due Paesi. Sembra quasi che si voglia riuscire a trovare una soluzione diplomatica al caso per non intaccare gli scambi commerciali,piccoli ma pur sempre in crescita. Una mancata riconsegna dei Marò all'India avrebbe potuto inclinare questo rapporto e tante aziende italiane avrebbero potuto subire una ricaduta visto che molte aziende nostrane hanno sedi in India. Parliamo di circa 400 società italiane già operanti in India con un interscambio commerciale che ogni anno aumenta. Pensiamo ad una fiera agricola che si è svolta in India in cui le macchine agricole italiane l'hanno fatta da padrone.


E in questo quadro di scambio industriale si inserisce prepotentemente Finmeccanica. Essa controlla e possiede la proprietà
di AugustaWestland,azienda multinazionale italo-britannica che produce elicotteri. Succede che qualche anno,e precisamente nel 2010,si avvia un'inchiesta sul fatto che Finmeccanica avrebbe pagato delle salate tangenti destinate a militari e ministri indiani per favorire la maxifornitura di 12 elicotteri acquistati dall'India. Già potremmo dire quindi che tutto il mondo è paese. Infatti i beneficiari di queste mazzette come sempre risiedono ai vertici quindi parliamo di premier,segretari,politici,ministri,presidenti,governatori,insomma tutta la classe politica. Diverso Stato ma stesso risultato. Senza entrare nel dettaglio della vicenda,qualche mese fa sono stati assolti i responsabili di AugustaWestland.

Possiamo dire che la sentenza scagiona l'Italia ma ha lasciato comunque un buco di quasi due anni in cui l'industria italiana aerospaziale ha perso credibilità. Conseguenza di ciò è stato che l'India ha escluso Finmeccanica da possibili acquisti. Ecco quindi che tra Italia e India c'è ancora forte tensione. A noi l'unica cosa che importa è che i nostri soldati tornino in Italia e che il nostro Paese possa dare maggior risalto alle proprie industrie. Vorremmo che lo stato difendesse quello che possiede e non lo svendesse a paesi stranieri. Vorremmo finalmente commentare un esito positivo di questa vicenda. Vogliamo e dobbiamo mantenere alta l'attenzione anche se qualcuno sembra dimenticare. Come in tante altre battaglie sappiamo che...alcuni italiani non si arrendono!

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